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Il personaggio

Addio a Elda Garzon, l'«amazzone dei cieli». Fu la prima in Italia a lanciarsi con il paracadute

Aveva 98 anni. Il racconto della sua avventurosa vita
Elda Garzon, prima paracadutista italiana
Elda Garzon, prima paracadutista italiana
Elda Garzon, prima paracadutista italiana
Elda Garzon, prima paracadutista italiana

Elda Garzon, la prima donna italiana a lanciarsi con il paracadute negli anni Cinquanta, venerdì ha fatto il suo ultimo lancio, quello verso l’ignoto. Ed all’età di 98 anni è deceduta all’ospedale di Borgo Roma dove era ricoverata da un paio di settimane dopo un improvviso tracollo delle sue condizioni fisiche sempre state ottime.

La storia di Elda Garzon

Lo spirito di combattente l’aveva accompagnata tutta la vita e se non fosse stato per il veto dei figli (Marco e Claudio), fino ad una decina di anni fa lei si sarebbe lanciata ancora nonostante l’età. 
Quando negli anni Cinquanta Elda aveva iniziato a lanciarsi i giornali nazionali dell’epoca l’avevano ribattezzata assieme alle sue colleghe «amazzone dell'aria», «ardimentosa» e «audace».

 

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Poi lei si era ulteriormente distinta per essere una delle due sole donne italiane abilitate ai lanci pericolosi ad alta quota. 
«Ho fatto il primo lancio femminile in Italia autorizzato dal ministero dell'Aeronautica: era il 1952», aveva raccontato in un’intervista realizzata dalla collega Chiara Tajoli, una decina di anni fa. «A Gardone Riviera c'era una manifestazione nazionale di paracadutisti. Ci si lanciava nel lago di Garda. Sono stata scelta con la mia amica Rosanna Lancerotto, anche lei veronese: siamo decollate da Ghedi.
Da quel momento i lanci delle donne sono diventati un'attrazione, tanto che persino la Coca Cola ha utilizzato le prime paracadutiste, lei compresa, per la pubblicità. «Una volta per vedere i paracadutisti, negli aeroporti si pagava l'ingresso», ricordava nella sua ultima intervista. «Dopo il primo lancio ogni settimana, a turno, noi donne abbiamo fatto lanci in tutte le città d'Italia. All'inizio ne ho fatti sette con il paracadute F41».
Nel 1956 i doveri familiari, la necessità di lavorare per mantenere anche i suoi genitori che nel frattempo si erano ammalati, il matrimonio, l'arrivo dei due figli le hanno imposto di fermarsi.

«Mia mamma faceva la sarta, e si è dedicata con amore alla sua famiglia», commenta il figlio Marco, «è sempre stata bene, fino ad una quindicina di giorni fa quando ha avuto il tracollo. Nella vita è stata uno spirito libero ed indipendente». Nessun funerale, così come disposto da mamma Elda: «Ha lasciato detto che voleva una cosa veloce, quindi faremo un saluto nella cappella dell’ospedale di Borgo Roma e quindi l’accompagneremo al Monumentale dove sarà cremata e le sue ceneri verranno poste in un loculo», conclude il figlio.

Alessandra Vaccari

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