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IL PERSONAGGIO

Per gli 89 anni Elda si regala
il volo in idrovolante

Spiega: «È stato bellissimo volare a pelo d'acqua sul Garda e poi arrivare al Caproni in aereo Se potessi farei subito un lancio»
Elda Garzon sull'idrovalante ultraleggero: ai comandi Fabio Guerra, ex pilota militare ora pilota di linea
Elda Garzon sull'idrovalante ultraleggero: ai comandi Fabio Guerra, ex pilota militare ora pilota di linea
Elda Garzon sull'idrovalante ultraleggero: ai comandi Fabio Guerra, ex pilota militare ora pilota di linea
Elda Garzon sull'idrovalante ultraleggero: ai comandi Fabio Guerra, ex pilota militare ora pilota di linea

Elda Garzon stupisce ancora. La prima paracadutista d'Italia (ha fatto il primo lancio femminile in Italia autorizzato dal Ministero dell'Aeronautica nel 1952 e poi si è lanciata da ogni altezza, dai 280 metri a 3 mila) per il suo 89° compleanno si è fatta un regalo speciale: una visita al museo dell'Aeronautica Caproni di Trento.
E ci è arrivata come si conviene a una «signora dei cieli» come lei: in volo, ovvero a bordo di un idrovolante ultraleggero «Savage» atterrato direttamente sulla pista dell'aeroporto di Trento-Mattarello al cui interno si trova il museo.
Ai comandi, Fabio Guerra, ex pilota militare e ora pilota di linea. «Volevo vedere il museo Caproni ed Elda voleva fare un volo sull'idrovolante, un aereo su cui finora non era mai salita, e così abbiamo organizzato la “trasferta” per feteggiare il suo compleanno», spiega Guerra, che ha conosciuto Elda un anno fa. Neanche a dirlo, su un'aviosuperficie, quella di Valeggio dove si stava svolgendo un'esercitazione della Protezione civile, di cui Guerra fa parte.
Elda Garzon, invece, era arrivata con il figlio, Marco Bendazzoli, istruttore antincendio della Protezione civile, attirata dall'idea di vedere degli ultraleggeri e, magari, riuscire a fare un volo. «Dove ci sono aerei, io vado», dice l'entusiasta paracadutista, che se non fosse per i problemi alle gambe farebbe un lancio anche adesso. «Magari potessi», sospira, «purtroppo le ginocchia non reggerebbero». Per fortuna, però, le permettono di salire e scendere dagli aerei, ultraleggeri compresi.
«Volare a pelo d'acqua sul Garda è stato fantastico», racconta Elda. «Siamo ammarati nel lago: mi pareva un sogno. Quest'estate spero di riuscire a fare un altro volo». Colpito anche Fabio Guerra. Ma da Elda. «È un forza della natura, non ha nessuna paura e ha una passione per il volo incredibile», racconta. «A bordo è disinvolta come un pilota scafato. Mi ha fatto piacere portarla a Trento: al museo Caproni ci sono anche testimonianze delle sue prodezze, una biografia e gli articoli usciti quando si lanciava. Elda è unica».

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