<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
la commessa caduta dalla finestra

Raso, l’ex fidanzato si difende: «Non ho mai cambiato versione». Il giallo sulla morte

Mercoledì si discuterà l’opposizione all’archiviazione del fascicolo, presentata dai genitori della donna. La commessa, 36 anni, era morta nel 2020 in Baviera dopo la caduta dal primo piano di un palazzo. I familiari: «È stata ammazzata»
Lucia Raso con il fidanzato, ora indagato, Christian Treo e la finestra da cui è precipitata
Lucia Raso con il fidanzato, ora indagato, Christian Treo e la finestra da cui è precipitata
Lucia Raso con il fidanzato, ora indagato, Christian Treo e la finestra da cui è precipitata
Lucia Raso con il fidanzato, ora indagato, Christian Treo e la finestra da cui è precipitata

Cos’è accaduto la notte del 24 novembre 2020 nella palazzina di Seligenthaler Strasse a Landshut, in Baviera? Com’è morta Lucia Raso, commessa veronese di 36 anni, precipitata da una delle finestre al primo piano dell’edificio? Si è trattato di un tragico incidente o di un omicidio?

La ricostruzione

Quella sera Lucia Raso, stava festeggiando assieme al fidanzato Christian Treo, 32 anni, e a due suoi colleghi, tutti pizzaioli, all’interno dell’appartamento. Treo, l’unico indagato, ha avuto un qualche ruolo attivo o ha assistito impotente al volo della donna? È a queste domande che dovrà dare risposta il giudice per le indagini preliminari Carola Musio: davanti a lei, mercoledì, si terrà l’udienza di opposizione all’archiviazione del fascicolo, presentata dai genitori di Lucia, Maria Xenia Sonato e Pietro Raso (assistiti dall’avvocato Enrico Bastianello).

La richiesta di archiviazione del pm

Lo scorso novembre, infatti, il pm Stefano Aresu, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto l’archiviazione del caso. Per il magistrato «gli elementi a carico del Treo si fondano sulla scarsa coerenza e sulle contraddizioni in cui è incorso prima di dare la versione definitiva», ma si tratterebbe solamente di indizi, non di prove, pertanto non sufficienti a sostenere l’accusa in un eventuale processo per omicidio volontario.

Ed è proprio da qui che parte l’avvocato Massimo Dal Ben, difensore di Treo, nella memoria difensiva che ha depositato in vista dell’udienza. «Durante l’interrogatorio non sono emerse incongruenze e contraddizioni tali da imporre al pubblico ministero di interrompere l’esame del teste invitandolo a nominare un difensore in quanto persona indagata», scrive la difesa.

Leggi anche
Il caso di Lucia Raso di nuovo davanti al giudice

«Solo in sede di richiesta di archiviazione il pubblico ministero adombra per la prima volta l’asserita scarsa coerenza e contradditorietà di quanto riferito dal signor Treo, senza peraltro specificare, grave omissione, in quali punti sarebbe stato impreciso e in qualche modo reticente». Secondo l’avvocato Dal Ben, si deve tener conto «della enorme difficoltà, intrisa di emozioni e tensione, di ricostruire con lucida e fredda precisione quanto accaduto la sera del decesso di Lucia».

I difensori del fidanzato

In merito alla dinamica della caduta, inoltre, secondo la difesa di Treo, «la lesività al capo e al busto e l’emorragia interna dovuta all’urto con il suolo sono significative della caduta di un corpo inerte e privo di qualsivoglia capacità reattiva proprio conseguente alla perdita di conoscenza e di equilibrio dovuta alla notevole quantità di alcol ingerita». Lucia, dunque, non sarebbe stata spinta, ma sarebbe precipitata autonomamente.

La famiglia di Lucia

Di tutt’altro parere la famiglia della donna. Secondo la loro consulente, la criminologa Roberta Bruzzone, «l’ipotesi omicidiaria appare altamente verosimile», alla luce proprio dei cambi di versione di Treo sugli ultimi attimi di vita di Lucia. A cominciare dalla posizione della giovane sul davanzale della finestra. Anche sull’esistenza di una ipotetica spinta il contrasto è netto: l’ingegnere Giuseppe Monfreda, incaricato dai genitori, conclude la consulenza sostenendo che «solo con una spinta da tergo il corpo di Lucia raggiunge la posizione rilevata dagli investigatori la notte della tragedia».

Posizione invece che per il pm «non è indicativa di una spinta e in ogni caso tanto lieve da non essere distinta da una caduta accidentale». Sarà ora il gip a valutare se accogliere la richiesta di archiviazione, disporre ulteriori indagini o ordinare l’imputazione coatta di Treo.

Leggi anche
La morte di Lucia Raso: «Non archiviate l'inchiesta, ci sono innumerevoli indizi che è stata uccisa»

Manuela Trevisani

Suggerimenti