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Il dibattito

Stop alle nuove locazioni turistiche a Verona? «Si faccia, siamo oltre il tollerabile»

di Francesca Lorandi
Dopo una decisione analoga presa a Firenze, si discute di mettere un tetto alle locazioni turistiche anche a Verona
Studenti a Verona
Studenti a Verona
Studenti a Verona
Studenti a Verona

Vietare nuove locazioni turistiche in città? Visto che la bozza di disegno di legge del ministero del Turismo ha lasciato tutti scontenti – dagli albergatori, agli stessi locatori, ma pure gli amministratori che devono gestire città a forte vocazione turistica – qualcuno ha pensato di far da sé.

Così nelle scorse ore il sindaco di Firenze Dario Nardella ha stabilito a partire da ieri «in tutta l'area Unesco della città il divieto ad attivare nuove destinazioni d'uso residenziale per affitti turistici brevi. Ci rendiamo conto che è una norma ardita», ha spiegato, «ma se noi non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti nessuno si dà una mossa: il problema è diventato strutturale». Lo è diventato a Firenze, lo è a Venezia, lo è pure a Verona dove il dibattito è acceso da tempo, la soluzione non si trova e le speranze riposte in quel ddl sono state deluse. 

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«Locazioni turistiche, fenomeno sfuggito di mano»

«La montagna ha partorito il topolino», per usare le parole di Giulio Cavara, presidente degli albergatori di Confcommercio Verona, che sperava «in un intervento meno edulcorato per normare un fenomeno ormai sfuggito di mano», ammette rassegnato. Quello che non si è rassegnato è stato il sindaco Nardella, il cui provvedimento guarda caso è arrivato con un tempismo che puzza di reazione al deludente ddl ministeriale. «Lui ha lanciato una provocazione, probabilmente complicata da realizzare dal punto di vista giuridico, ma è evidente che un divieto del genere sarebbe utile anche qui a Verona, dove siamo già ben oltre il limite tollerabile», dice Cavara. 
Non è solo una questione di concorrenza, quella che sottolinea il rappresentante degli albergatori, che anzi rimpiange «il tempo in cui c’erano tanti b&b, più vincolati e normati, che permettevano un soggiorno alternativo, esperienziale, comunitario». È anche, spiega, una questione di vivibilità della città, «perché non si trovano più alloggi in affitto: chi ha case di proprietà preferisce metterle a disposizione dei turisti, si sente più tutelato», spiega. La conferma arriva anche da Francesco Gentili, presidente Fimaa Confcommercio Verona, la Federazione italiana mediatori e agenti d'affari: «In tanti hanno riconvertito appartamenti a uso turistico, non solo per una maggiore resa economica ma anche per avere più facilmente la disponibilità di immobili in tempi più rapidi: il rischio locativo esiste, i tempi di rilascio dell'appartamento in caso di morosità sono molto lunghi».

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Le questioni normative

Sullo stop alle nuove locazioni, sull’esempio fiorentino, grava però un problema: «Mentre le attività alberghiere sono regolate dalle amministrazioni comunali, le locazioni turistiche si rifanno al codice civile nazionale», spiega Cavara, «quindi i sindaci hanno le mani legate quando invece sarebbero i più competenti nel gestirne anche il numero». 
L’assessora al Turismo Marta Ugolini non aspetterebbe altro. E in testa avrebbe già un piano: «Nei Comuni è necessario rispettare le esigenze dei singoli quartieri: in alcuni ci sono pochi residenti e il limite di saturazione è già stato superato, in altri c’è ancora spazio di mercato per le locazioni turistiche che, anzi, potrebbe aiutare a riqualificare alcune zone», spiega l’assessora, secondo la quale «un ddl generale ci può stare ma poi deve lasciare alle amministrazioni margini e autonomie. Le città non possono essere solo paradisi per turisti, luoghi finti come Disneyland: c’è un livello di sostenibilità quantitativa».

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Paradossalmente anche Edoardo Nestori, presidente dell’associazione locatori turistici Veneto promuove la proposta del sindaco di Firenze, spiegando che «è simile a quella fatta da noi locatori: mettere un limite al numero di attività. Le locazioni a Verona sono oggi 2.084? Bene, arrivati a 2.220 stop, basta, come con le licenze dei taxi. Tuttavia», conclude, «basterebbe intervenire sugli abusivi, aumentare i controlli per mettere fine a quello che tanti definiscono far west».

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