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l'incarico bis a cecilia gasdia

Fondazione Arena, sindacati all'attacco sul sovrintendente: «Scelta divisiva prima del Festival del centenario»

Le segreterie provinciali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials: «Ignorate le richieste di lavoratrici e lavoratori e le numerose problematiche nelle relazioni sindacali»
Il Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena

«Il Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena è stato sempre informato ufficialmente delle numerose problematiche nelle relazioni sindacali e sulle scelte molto discutibili sotto il profilo artistico. La corposa documentazione inviata, oltre a rappresentare in maniera chiara e inequivocabile la grave situazione nella quale versano le relazioni sindacali, ha evidenziato che anche il Festival 2022 sarà ricordato per la mancata programmazione che ha penalizzato la qualità degli spettacoli (ricordiamo la lettera di proteste inviata alla Sovrintendente dall’Orchestra) e i carichi di lavoro di tutte le maestranze». 

È l'affondo dei sindacati dopo che il ministero ha conferito l'incarico di sovrintendente a Cecilia Gasdia, designata dopo una riunione di fuoco dal Consiglio di indirizzo nella tarda serata di giovedì con quattro voti su sette (non sono andati in questa direzione di voti del sindaco Tommasi e dei rappresentanti del Comune).

«Tra le “perle” dell’ultimo Festival ricordiamo le pessime “prime” di Nabucco, Aida e Traviata (quest’ultima funestata dall’ora di ritardo), il gala Domingo (spettacolo al termine del quale lo stesso Domingo si è scusato), i ritmi di lavoro quasi disumani che hanno dovuto sopportare i dipendenti, in particolare i tecnici di palcoscenico per allestire le scenografie (tempistiche condizionate anche dalle richieste dell'extra lirica)», proseguono le segreterie provinciali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials

«Abbiamo anche denunciato la totale mancanza di fiducia tra i dipendenti e la dirigenza della Fondazione e per questo motivo abbiamo più volte chiesto un immediato e concreto cambio di passo in vista del Festival 2023 che sarà ancora più importante ed impegnativo dei precedenti».

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Non convince i sindacati nemmeno il «presunto» (sottolineano nella nota) risanamento economico della Fondazione, portato in riunione da Gasdia per sottolineare il valore della sua gestione.

«Abbiamo qualche perplessità quando viene sbandierato come grande successo perché si rischia di far passare un messaggio sbagliato ai cittadini», precisano i sindacati. «C'è stata una "ristrutturazione del debito" che permette di spalmare su più anni l'indebitamento che ancora oggi supera abbondantemente i 20 milioni di euro. Rimaniamo anche perplessi quando si dimentica di evidenziare anche alcuni fattori che hanno consentito questo piccolo (ma importante) recupero economico: è stato abolito il corpo di ballo (licenziati circa 20 persone); i salari della quasi totalità dei dipendenti sono fermi da almeno 15 anni;  lavoratori stagionali (aggiunti) hanno subito un taglio pesante alla durata dei contratti; il reddito annuale lordo di molti dipendenti stabili negli ultimi anni è diminuito mediamente di circa cinquemila euro. In sostanza posiamo tranquillamente dichiarare che l'inizio del risanamento di FAV è pesato quasi esclusivamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori e non certamente su scelte strategiche particolarmente innovative e/o geniali».

Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali avevano ripetutamente auspicato che il Consiglio di Indirizzo trovasse un nome condiviso per il ruolo di Sovrintendente e che tenesse conto anche delle numerose comunicazioni inviate nel corso degli ultimi anni e anche dei rapporti sindacali all’interno di Fondazione. «Evidentemente il nostro appello all’unità non è stato tenuto in considerazione e aver scelto una figura che evidentemente risulta molto divisiva rischia di pesare aspramente sul prossimo Festival».

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