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la tragedia di Verona Est

Strage del bus ungherese, lotta di perizie. E arrivano i primi risarcimenti

Una decina di familiari delle vittime ha già ritirato la costituzione di parte civile. Scontro sulla ricostruzione dell’incidente
L’incidente in autostrada A4: il bus ungherese distrutto dal fuoco
L’incidente in autostrada A4: il bus ungherese distrutto dal fuoco
L’incidente in autostrada A4: il bus ungherese distrutto dal fuoco
L’incidente in autostrada A4: il bus ungherese distrutto dal fuoco

È entrato finalmente nel vivo il processo per il drammatico incidente avvenuto la notte del 20 gennaio 2017 sulla Serenissima, quando un autobus ungherese finì contro il guard rail e poi contro il pilone che sosteneva il cavalcavia dell’uscita di Verona Est, causando 17 vittime.

Battaglia sulle consulenze

È battaglia, in particolare, sulle consulenze tecniche. Ieri, 14 novembre, è stata la volta del geometra Alessio Maritati, consulente di parte civile, che rileva «gravissimi profili di responsabilità a carico dell’ente che gestisce l’autostrada A4».

«La causa prima dei decessi dei trasportati sull’autobus non è da porre in relazione con l’urto tangenziale con la barriera sicurvia, che ha trattenuto grazie ad una marcata deformazione elastica il veicolo all’interno della carreggiata, ma piuttosto al violentissimo impatto contro la pila del ponte e all’incendio sviluppatosi successivamente», ha scritto nella sua consulenza.

«Sicuramente all’epoca della realizzazione della terza corsia è stato compiuto un errore progettuale grave nel non prevedere una maggior protezione in corrispondenza della pila del ponte».

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Il consulente è stato contro-interrogato ieri dagli agguerritissimi avvocati della difesa, che hanno cercato di sollevare dubbi soprattutto sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente e sulla velocità a cui viaggiava l’autobus, a loro avviso maggiore rispetto ai 100 chilometri orari considerati.

Primi accordi sui risarcimenti

Nel frattempo sono già stati trovati i primi accordi per il risarcimento dei parenti delle vittime: si tratta di cinque-sei nuclei familiari. Oltre una decina di persone ha già ritirato la costituzione di parte civile davanti al giudice Valentina Fabiani.

Nessuna informazione è emersa sulle cifre: le parti hanno infatti firmato un accordo di riservatezza.

Dopo la condanna a sei anni (già definitiva) dell’autista Janos Varga, in carcere da un anno in Ungheria, a processo ci sono ora cinque imputati: Alberto Brentegani, responsabile di quel tratto della Brescia-Padova; Luigi Da Rios, progettista dei lavori di sistemazione delle barriere di sicurezza nel 1992; Michele De Giesi, Maria Pia Guli ed Enzo Samarelli, allora membri della commissione Anas.

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Manuela Trevisani

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