<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista

Stop alle mascherine obbligatorie al chiuso, Tacconelli: «Giusto così, basta una raccomandazione»

Scade il «decreto pandemia» e, dal primo Maggio, decadono (quasi) tutti gli obblighi relativi a Green pass e mascherine. Se l’abolizione del certificato verde è benedetta dai più, è sulla mascherina al chiuso non più necessaria dal prossimo mese che, alle dichiarazioni del sottosegretario Costa, si sono scatenati i contrari. In attesa che il ministero della Salute decida eventuali proroghe (si sta valutando di mantenerla sui mezzi di trasporto pubblico), gli operatori della sanità restano critici: c’è chi giudica la scelta «una discreta e pericolosa corbelleria» e chi «non crede nel senso di responsabilità del singolo» ipotizzando scenari di nuovo emergenziali «perchè non tutti hanno imparato la lezione, durissima, lasciata da questo virus».

La professoressa Evelina Tacconelli, direttrice delle Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, virologa in prima linea nella lotta al Covid, membro dell’Unità di crisi della Regione, a capo di studi clinici nazionali ed europei, «la» scienziata italiana delle terapie monoclonali e delle cure con gli anti-virali, sul punto mascherine è chiara: «Credo, al di là di mille altre valutazioni di opportunità, che sia arrivato il momento di raccomandarle soltanto, basta imporle. Non si può pensare di andare ancora avanti, dopo 26 mesi di pandemia, a suon di obblighi, decreti legge e bollettini quotidiani. I dispositivi protettivi, nonostante il virus continui a circolare, devono essere usati dalla gente in auto-tutela non perchè c’è un testo di legge che li impone: ormai tutti conosciamo i rischi che si corrono con virus respiratori come il Covid e tutti sappiamo cosa è doveroso fare per evitare il contagio. Mascherina ed igiene delle mani», ricorda, «restano fondamentali sempre, non solo quando li impone la norma o perchè si rischia la multa. Ne va della propria salute, deve diventare una forma mentis, come mettersi la cintura in macchina o il casco in motorino. Se non ti proteggi, rischi grosso, anche di morire». Favorevole, quindi, professoressa al no-mask senza eccezioni? «Ritengo che debba valere il fai-da-te: se il Governo deciderà di non imporre più alcuna protezione al chiuso ci sarà per forza da aspettarsi un aumento dei casi ma per le condizioni epidemiologiche attuali e per il tipo di infezione in circolazione che non sta portando in generale a forme gravi di malattia grazie soprattutto alla copertura vaccinale, direi che sì, si può dar fiducia alla gente e passare alle raccomandazioni. Basta con gli obblighi, prima o poi devono cessare».

La dottoressa Tacconelli difende un altro diktat, su cui non transige: il vaccino. «Ci ha salvati, ha permesso agli ospedali di non essere dedicati esclusivamente alla cura dei pazienti Covid mandando in collasso il sistema come è successo nel primo anno di pandemia. Lì non si deve più tornare», è la sua preoccupazione, «non ce lo possiamo permettere: bisogna invece lavorare su un altro fronte, quello cioè di fare in modo che i reparti continuino a fare il loro lavoro, nonostante i pazienti Covid. Perchè se uno entra in ospedale per un problema al cuore, anche se ha il tampone positivo ma non la malattia da Sars Cov-2, deve poter fare ciò per cui è stato ricoverato, senza ritardi, senza perdere tempo. Questo è stato il vero dramma di questi ultimi due anni: gli ospedali non hanno più fatto gli ospedali, si sono fermati solo ed esclusivamente sul virus. Non deve succedere più. Ma questo non dipende dall’obbligo o meno di indossare la mascherina al chiuso...».

 

Evelina Tacconelli direttrice di Malattie Infettive all’Azienda ospedaliera
Evelina Tacconelli direttrice di Malattie Infettive all’Azienda ospedaliera

 

Di nuovo, sul punto: «Immagino che il dibattito sia acceso, con pro e contro, io penso che sarebbe stato più facile per il legislatore dire “tenetela sempre“ che scegliere di togliere l’obbligo, perchè imponendola non sbagli e ti metti al sicuro. Ma non si può andare avanti a suon di ordini imposti dall’alto, io davvero credo che adesso sia sufficiente la raccomandazione. Si fa per tante altre malattie, no? Ad esempio, alla donna incinta si raccomanda di non mangiare prosciutto, a chi ha la bronchite di non fumare, a chi è immunodepresso di lavarsi continuamente le mani. Se sei fragile, lo sai da te che è meglio se metti la mascherina, soprattutto in ambienti chiusi, ma anche se sei sano hai ormai capito che indossarla ti protegge dall’influenza e dal raffreddore, oltre che dal Covid». E a scuola, dato che in maggio mancherà solo un mese al termine delle lezioni, per l’«ultimo miglio» cosa consiglia? «I ragazzi stanno insieme fuori dall’aula tutti i pomeriggi», conclude Tacconelli, «non credo che la differenza la faccia un mese in più o in meno sul bilancio complessivo, ma se è per la tranquillità dei genitori o degli stessi docenti magari non più giovani allora, proprio perchè ormai siamo a fine anno e manca poco all’ultima campanella, l’obbligo potrebbe essere mantenuto. Dico solo che stare sei ore ogni giorno, su un banco, con la mascherina addosso, è pesante. E i nostri figli lo fanno ormai da due anni». •.

Camilla Ferro

Suggerimenti