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L'annuncio del sottosegretario

Costa: «Dal primo maggio via le mascherine al chiuso, con eccezioni». Garattini: «Con 100 morti al giorno, teniamole»

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Obbligo di mascherine agli sgoccioli
Obbligo di mascherine agli sgoccioli
Obbligo di mascherine agli sgoccioli
Obbligo di mascherine agli sgoccioli

Si avvicina la fine dell'obbligo di indossare la mascherina, fissato al 30 aprile. E poi cosa accadrà? Il Governo si sta interrogando ma intanto un'apertura è arrivata questa mattina dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «Sono convinto che passare da un obbligo di mascherina al chiuso a una raccomandazione possa essere la scelta giusta, magari mantenendole in alcuni luoghi come i mezzi di trasporto. Ma oggi credo ci siano le condizioni per procedere con il togliere l’obbligo di mascherine al chiuso» ha detto Costa a Rainews24, riferendosi alla scadenza del prossimo primo maggio. «Il decreto in vigore di fatto già toglie l’obbligo di mascherine al chiuso per tutti. Si tratta ora di valutare se mantenerle in alcuni contesti particolari, dove c’è una concentrazione maggiore di persone», ha aggiunto Costa.

Il covid non è passato e le mascherine dovrebbero rimanere obbligatorie. A sostenerlo è il farmacologo e fondatore dell’ Istituto Mario Negri, Silvio Garattini. «Facciamo tutti un po' finta di niente, ma da noi muoiono ancora 100 persone al giorno», ricorda in un’intervista su La Repubblica. «Abbiamo ancora tanti non vaccinati. Se a questi si aggiungono coloro che invece il vaccino lo hanno fatto ma purtroppo non sono stati protetti, in Italia ci sono milioni di persone a rischio di essere contagiate». Spiega così l’esperto l’importanza delle mascherine. «Sono una protezione molto importante e ci sono ancora tanti contagiati in giro, il virus continua a circolare - rammenta -. Per questo bisogna che le persone continuino a indossarle». «Se si toglie l’obbligo - prosegue Garattini nel suo ragionamento - rischia di arrivare il messaggio che tutto è finito. E invece non è vero». «La situazione è ancora seria», aggiunge. «Se stiamo attenti non ci si contagia», dichiara il farmacologo. «Dipende da noi, se siamo in grado di evitare gli assembramenti, se continuiamo a lavarci le mani e appunto se usiamo le mascherine specialmente negli spazi chiusi».

Dell’obbligo di mascherine sui mezzi di trasporto «ne stiamo parlando con il ministro Speranza e gli altri ministri. Quello che io noto è che c’è, giustamente visto che il virus circola ancora, un’attenzione degli individui che tendono ad autoproteggersi, soprattutto nei luoghi chiusi. In altre parti del mondo dove le mascherine erano utilizzate anche prima della pandemia, è un elemento di salute pubblica. Adesso vedremo cosa decideremo ma non c’è dubbio che purtroppo dobbiamo ancora tenere alcuni elementi di sicurezza perchè il virus continua a circolare». Lo ha detto a Bari il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini.

«Togliere le mascherine al chiuso è una discreta corbelleria. La mascherina è uno strumento di protezione individuale e in determinati contesti, toglierle vuol dire escludere i fragili». Così il virologo Massimo Galli, ospite a The Breakfast Club su Radio Capital. «Se una persona non ha un quadro brillante dal punto di vista immunitario, può farsi tutti i vaccini che vuole ma comunque avrà una protezione parziale o assente. Se vuole andare su un mezzo pubblico, metterà la mascherina, ma se gli altri non l’avranno questa persona rischia. Al cinema o al teatro il discorso è lo stesso. Dobbiamo rispettare le persone definite fragili e poi dobbiamo adottare tutte le misure possibili per mantenere le attività aperte e limitare la diffusione di un virus che così bonaccione non è. Se qualcuno vede la mascherina come uno strumento di coercizione e limitazione della libertà ha una visione becera del problema. Come dire che il casco da motociclista non lo porti perché limita la libertà, magari è una seccatura ma ti protegge anche se non dal 100% degli incidenti».

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