<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
TERRAZZO

Zakaria, 13 anni, era stato travolto da un'auto il 23 giugno. Ora ha vinto la sfida per la vita ed è fuori pericolo

Cristiani e musulmani si sono riuniti a pregare per il ragazzo
Zakaria sul campo da calcio
Zakaria sul campo da calcio
Zakaria sul campo da calcio
Zakaria sul campo da calcio

Zakaria ha vinto la sua partita più importante: quella per la vita. E i suoi compagni di squadra dell’Asd Psv Terrazzo, con i quali ha appena concluso la stagione dilettantistica negli Esordienti, esultano con il loro presidente Maurizio Barbati, gli altri dirigenti e le loro famiglie. Per tutti è il più bel trofeo che la società di casa potesse conquistare.

 

Sono infatti migliorate le condizioni del centrocampista tredicenne, travolto la sera del 23 giugno da un’utilitaria all’incrocio tra via Bosco e via Val di Mezzo mentre si stava recando in sella alla sua bicicletta al campo sportivo del paese, a poche centinaia di metri dal rustico in cui vive con i genitori, una sorella e il fratellino.
Il promettente calciatore, nato in Italia da genitori marocchini e perfettamente inserito tra i suoi coetanei, è uscito dalla Rianimazione e ha iniziato il recupero, che si preannuncia comunque lungo, nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale veronese di Borgo Trento. «Ho sentito i familiari», riferisce commosso Barbati, «e mi hanno dato una bellissima notizia, che tutta la società e l’intera comunità aspettava con ansia da una settimana. Zakaria, dopo essere stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici, è considerato infatti fuori pericolo ed ha iniziato il percorso di risveglio con esiti incoraggianti. I medici sono fiduciosi e speriamo di poterlo rivedere presto in campo ad allenarsi e a giocare con gli altri 78 nostri tesserati».

 

A contribuire alla guarigione dello studente, rimasto sospeso per giorni tra la vita e la morte, può aver contribuito, almeno per i credenti, lo speciale rosario recitato lunedì scorso nella chiesa parrocchiale del capoluogo da monsignor Antonio Cameran. Una veglia di preghiera che ha riunito non solo i compagni di scuola, i baby calciatori e i compaesani cristiani ma anche quelli di fede musulmana, rimasti all’esterno del tempio. Un abbraccio corale nel segno dell’amicizia e della fratellanza, che ha abbattuto differenze e pregiudizi. «Abbiamo invocato la Madonna per Zakaria», confida Barbati, «e le nostre preghiere sono state ascoltate. È stato un momento toccante, di grande partecipazione, segno che la vita non ha religione e che l’amore non ha barriere».


Ora la società in cui milita il tredicenne, archiviati i giorni d’ansia e sconforto per le sorti dello studente, ha già lo sguardo rivolto al futuro. «Questa sera (ieri ndr)», annuncia il presidente, «ho convocato l’assemblea sociale dove decideremo come essere utili al nostro iscritto, un ragazzo d’oro, educato, mite, rispettoso delle regole, un perfetto esempio di un’integrazione favorita dal calcio e allargata anche alle famiglie». «Da parte nostra», assicura, «c’è la massima disponibilità ad aiutare i genitori per qualsiasi cosa di cui dovessero aver bisogno».

Stefano Nicoli
stefano.nicoli@larena.it

Suggerimenti