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il reportage

Minacce e aggressioni sulla linea 138: in viaggio sull’autobus della paura

Abbiamo preso la corsa serale Verona-Albaredo, dove spesso passeggeri ubriachi creano tensioni, tanto da sollevare la protesta degli autisti. Per una sera il mezzo è scortato dalla polizia locale, a bordo vigilantes. Ma non è sempre così
Vigilantes a bordo del bus 138 serale che porta fino ad Albaredo
Vigilantes a bordo del bus 138 serale che porta fino ad Albaredo
Vigilantes a bordo del bus 138 serale che porta fino ad Albaredo
Vigilantes a bordo del bus 138 serale che porta fino ad Albaredo

L’autobus 138 arriva in Pradaval alle 19,55. È partito cinque minuti prima dalla stazione di Porta Nuova ed è in perfetto orario. Un’ora dopo esatta l’ultima fermata sarà Albaredo, una corsa di una trentina di chilometri in tutto. È martedì, festa di San Valentino. Davide, 27 anni, come tutte le sere aspetta il bus per tornare a casa. Quando il mezzo gira l’angolo di via Valverde si toglie le cuffiette e tira fuori dal portafogli l’abbonamento.

Stasera a illuminare il retro del 138 ci sono le luci blu della polizia locale. L’auto scorterà il mezzo fino a San Giovanni Lupatoto, non oltre. Nell’area delimitata dalle linee gialle, quelle con la scritta «bus», un addetto dell’Atv comunica che la locale seguirà per un bel tratto il 138 e invita tutti a preparare il biglietto in mano. Anche lui, l’addetto, con una Punto bianca, seguirà nelle varie fermate l’autobus, ma fino al capolinea. Un corteo che si è reso necessario nell’ultimo periodo per far fronte alla paura e ai disagi che passeggeri, ma soprattutto autisti, vivono in questa particolare tratta.

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I racconti dei passeggeri

«Lo prendo tutte le sere e sono più le volte che ho visto dei problemi rispetto ai viaggi tranquilli», racconta Davide che scenderà poco dopo San Giovanni Lupatoto. Qualche giorno fa una decina di autisti, quelli in servizio sul 138, aveva chiesto ad Atv maggior controlli. Gli autisti avevano inviato una lettera alla direzione dell’azienda di trasporto, ai sindacati, alla Prefettura e ai sindaci dei quattro Comuni coinvolti, San Giovanni Lupatoto, Zevio, Ronco all’Adige e, appunto, Albaredo per sollevare l’attenzione su un problema sempre più ricorrente.

Qualche sera fa l’ennesimo episodio

Durante momenti concitati un passeggero ha sputato contro un addetto dell’Atv. Ma è solo un esempio. «Succede che alcuni ragazzi, spesso anche sempre gli stessi, salgano sull’autobus ubriachi. Urlano, fumano». Sono senza biglietto, ma più che altro si sentono i padroni del mezzo. Danno problemi e, quando va bene, rallentano la corsa.

«Per alcuni disordini l’altro giorno sono stati chiamati i carabinieri. Il bus si è fermato per i controlli, ma abbiamo tardato di quasi mezz’ora. A quel punto sono scesa e mi sono fatta venire a prendere dai miei, mi mancavano poche fermate», spiega un’altra ragazza che percorre la Verona-Albaredo tutte le sere.

Accanto all'autista le guardie giurate

È proprio per questo che Atv ha scelto, per alcune tratte, quelle maggiormente critiche, di affiancare all’autista delle guardie giurate. Un servizio privato che possa garantire l’ordine sul mezzo. Stasera, a bordo ce ne sono tre. Stanno all’ingresso davanti, l’unico che si apre quando qualcuno deve entrare. Chi sale oblitera, mal che vada fa il biglietto direttamente a bordo. «Ecco, che tutti paghino biglietto di solito non succede», commenta qualcuno affacciato dal proprio sedile verso il corridoio. Questa sera ogni volta che un utente sale, un vigilante gli si avvicina. Solo un controllo al volo e poi si riparte.

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Dietro, i sedili sono quasi tutti occupati. Non c’è confusione. C’è chi parlotta negli ultimi posti, chi ascolta la musica. Poco altro. Ma è una tregua falsata, lo ripetono in diversi. Non è sempre così, anzi. Qualcuno stasera deve aver rinunciato al viaggio vista la presenza di tanti controlli.

La corsa, comunque, prosegue in orario. Una comunicazione rapida, poco prima di entrare nel comune di San Giovanni, tra Atv e le guardie giurate serve per dirsi che da lì in poi la polizia locale non li avrebbe più accompagnati. Intorno alle 20,20 l’autobus lascia piazzale Umberto I in direzione Santa Maria di Zevio. Sono le 20,30 quando le luci di Zevio accolgono il 138. D’ora in avanti qualcosa cambia.

I centri urbani - mancano ancora Perzacco, Albaro, Canton, Ronco all’Adige, Scardevara, Tombazosana - sono sempre più distanti tra loro. In mezzo chilometri al buio. Pochi lampioni, curve secche nella campagna e fossati parte per parte. È qui che l’autista, uno di quelli che qualche giorno prima aveva firmato la lettera per accendere i riflettori sulla situazione sua e dei colleghi, inizia a raccontare.

Il timore degli autisti

«Avere loro», dice indicando con il pollice all’indietro e il pugno chiuso le guardie giurate, «è una garanzia. Ma non può essere così, è tutto sbagliato. Ci sono colleghi che si cambiano anche i turni per non fare questa tratta di sera. E va avanti così, ormai, da quattro anni».

Quello che succede sul 138 è un film che si ripete in continuazione: «Salgono, possono essere anche una ventina, molti più di stasera. E sull’autobus fanno quello che vogliono. C’è chi viene qui, ubriaco, e vuole aprire questa porta». Stavolta prende la maniglia che divide la sua postazione con il resto del mezzo. «Si fa fatica a guidare», continua l’autista, «e a rimanere concentrati. Qui poi c’è buio, basta un attimo per non vedere una bicicletta o un pedone».

Ma non è tutto. Ormai il bus è semideserto, mancano poche curve prima di entrare ad Albaredo. «È insostenibile una situazione di questo tipo. Servono controlli anche da parte delle autorità locali. Bisogna capire chi sono queste persone, cosa vanno a fare tutti i giorni a Verona. L’alternativa? Togliere la corsa serale della linea 138», conclude. Sono le 20,55, il bus arriva al capolinea e all’ultima fermata scendono gli ultimi tre ragazzi. Per stasera è andata bene.

Nicolò Vincenzi

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