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Veronella

Dopo «fleximan» ecco «dossoman»: il dosso anti-velocità sparisce nottetempo

di Paola Bosaro
Il sindaco Loris Rossi sul punto dove è stato rubato il dosso
Il sindaco Loris Rossi sul punto dove è stato rubato il dosso
Il sindaco Loris Rossi sul punto dove è stato rubato il dosso
Il sindaco Loris Rossi sul punto dove è stato rubato il dosso

Fatti da parte amico «Fleximan», a Giavone di Veronella interviene «Dossoman». I vendicatori dei rallentatori stradali sembrano diffondersi in tutto il Veneto. Ci sono quelli, come «Fleximan», che tagliano con il flessibile i pali metallici dei rilevatori di velocità. E quelli armati di cacciavite e pazienza che svitano e staccano un pezzo dopo l’altro i dossi rallentatori, per poi farli sparire. Come il «Dossoman» di Giavone, che ha agito così in fretta da lasciare interdetti il sindaco Loris Rossi e i cittadini che avevano chiesto un intervento contro l’elevata velocità delle auto lungo la via principale del paese.

Cos'è successo al dosso di Giavone di Veronella

Mercoledì scorso, su indicazione dell’amministrazione, gli operai comunali hanno posato il dosso rallentatore in gomma in via Giavone; venerdì notte, «Dossoman» ha rimosso, con un lavoro pulito, il rialzo stradale. Non è stata trovata traccia del dosso e non è presente alcuna immagine di videosorveglianza che possa aiutare a individuare il colpevole. La polizia locale dell’Adige Guà, comunque, dopo il sopralluogo, ha inviato d’ufficio la notizia di reato per furto in Procura. Il dosso di Giavone ha avuto davvero una vita breve: solo due giorni e mezzo. Evidentemente non era apprezzato da qualcuno che passa lungo la via. 

Nella piccola località agricola, al confine fra Cologna e Veronella, abitano poche centinaia di persone. Qualche anno fa, gli abitanti di una lottizzazione residenziale all’inizio della località hanno iniziato a scrivere lettere in municipio per segnalare la pericolosità di via Giavone. «Le auto passano a 80 Km all’ora perché arrivano da un lungo rettilineo in mezzo alla campagna, rischiamo ogni volta un incidente mentre ci immettiamo in carreggiata», spiega Leonardo Rognoni, uno dei residenti.

 

Cos'era successo prima: l'autovelox di cartone di Veronella

In centro a Giavone, in realtà, un dosso esiste già: è un rialzo stradale in corrispondenza dell’incrocio che porta nella frazione di Presina. Fra la lottizzazione e quel dosso, però, ci sono oltre 300 metri. «I mezzi non iniziano certo a rallentare davanti a casa nostra, ma solo a ridosso del rialzo», continua Rognoni. Alcuni mesi fa il sindaco Rossi, che ha ricevuto una richiesta dall’amministratore di condominio della lottizzazione, ha incaricato la polizia locale di verificare se fosse possibile installare il nuovo dosso. Ottenuto parere positivo, ha provveduto. Salvo ritrovarsi con il furto.

«È un comportamento da censurare», commenta Rossi. «Ci possono essere divergenze di opinioni, ma basta chiedere un appuntamento e se ne può parlare. Non si agisce così».

D’altro canto, non è la prima volta che il sindaco si trova a dover fare i conti con i «liberi interpreti degli interventi di controllo della velocità». L’anno scorso a San Gregorio, un cittadino molto creativo, per convincere le auto ad andare piano davanti alla scuola materna, ha installato due autovelox e un semaforo di cartone. Che si tratti di un paladino della prudenza in strada o di una persona insofferente ai rallentatori, resta il fatto che questi individui non rispettano le decisioni dell’ente pubblico.

 

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