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Odissea dei pendolari

Treno Verona-Rovigo, slitta il passaggio a Trenitalia. Intanto tagliate nove corse

Il Tar ha rinviato al 12 luglio la decisione sul ricorso di Arriva Italia Rail per la gestione della linea
Il treno Legnago-Rovigo
Il treno Legnago-Rovigo
Il treno Legnago-Rovigo
Il treno Legnago-Rovigo

Slitta ancora il passaggio a Trenitalia Spa delle corse della ferrovia Verona-Rovigo. Non c’è pace per i pendolari della tratta di 96,6 chilometri che collega la Bassa Veronese con il Polesine, servendo i popolosi centri di Legnago, Cerea e Bovolone.

 

Il rinvio del Tar

Il Tribunale amministrativo regionale di Venezia, mercoledì 14 ha disposto il rinvio al prossimo 12 luglio della discussione della causa avviata a marzo dalla milanese «Arriva Italia Rail» Srl contro l’assegnazione del servizio passeggeri, per il decennio 2023-’32, alla società del Gruppo Fs Italiane da parte della società regionale Infrastrutture Venete Srl. L’azienda lombarda era difatti giunta al secondo posto, dietro a Trenitalia, nella gara indetta nel 2022 dalla partecipata regionale per trovare un unico gestore sia per la Verona-Rovigo che per le linee gestite ancora da Sistemi Territoriali, ossia la Adria-Mestre e la Rovigo-Chioggia. «Arriva Italia Rail», coi suoi legali, aveva impugnato il provvedimento di aggiudicazione del servizio per motivi di tipo tecnico, ossia, secondo la società «il non aver potuto accedere ai documenti riguardanti la selezione per l’assegnazione dell’appalto».

Dopo la prima udienza del 22 marzo, i giudici amministrativi, che non hanno mai messo in discussione la gara e le sue procedure, avevano deciso di rinviare il verdetto dopo la discussione di merito del ricorso, fissata il 14 giugno. Tutto ciò, di fatto, ha «congelato» l’iter per il passaggio delle consegne tra Sistemi Territoriali e Trenitalia, che la Regione intendeva concludere originariamente entro l’autunno. L’ultima udienza, tuttavia, non ha prodotto alcuna decisione per un rinvio tecnico al 12 luglio. Questo per accordare a Trenitalia un termine adeguato per la propria difesa riguardo ai contenuti dell’ultima memoria depositata dai legali di «Arriva Italia Rail» al Tar Pure in questo caso i magistrati non si sono pronunciati sull’operato di Infrastrutture Venete.

 

La replica di De Berti

Questa dilatazione dei tempi necessariamente si ripercuoterà sui tempi di consegna della linea a Trenitalia. Elisa De Berti, vicepresidente e assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti non nasconde il disappunto: «Questa battaglia a suon di ricorsi è legittima ma mi auguro che il 12 luglio i giudici tengano conto che esiste pure un diritto dei pendolari ad ottenere quanto prima un servizio dignitoso, chiunque vinca questo confronto legale. La situazione sta diventando insopportabile».

Che la tratta tra il Basso veronese e l’Alto rodigino abbia bisogno al più presto di un «cambio di passo», del resto, lo ha confermato Legambiente nazionale che, nell’ultimo report «Pendolaria 2023», ha confermato la Verona-Rovigo quale una delle 10 linee «peggiori d’Italia».

L’entrata in vigore, domenica scorsa, del nuovo orario estivo ha comportato il taglio di nove corse nei giorni feriali: quattro verso Verona e cinque verso Rovigo. I viaggi scenderanno quindi da 28 a 19. Nei festivi rimangono invariati 14 treni complessivi. «Martedì 13 giugno», rimarca Fabio T. pendolare rodigino che lavora a Verona, «ero a bordo del treno delle 17.56 che da Verona va a Rovigo. C’era una sola carrozza dove tutti i posti a sedere erano occupati. In piedi eravamo tutti addossati l’uno all’altro, con la presenza oltretutto di quattro bici e un passeggino». «Per il resto», prosegue il passeggero, «sono rimasti gli stessi problemi irrisolti di sempre: convogli sottodimensionati negli orari più affollati, problemi di sicurezza legati a passeggeri che salgono in vettura con atteggiamenti poco rassicuranti sia verso i pendolari che nei confronti del personale».

Fabio Tomelleri

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