<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Villafontana

Prime due pale eoliche della Bassa: alte 55 metri, sanno orientarsi per prendere meglio il vento

Le ha installate la Tech.Pa con una spesa di un milione di euro. Impianto innovativo che sfrutta anche i pannelli solari
Una delle due pale eoliche installate alla Tech.Pa di Villafontana (Diennefoto)
Una delle due pale eoliche installate alla Tech.Pa di Villafontana (Diennefoto)
Una delle due pale eoliche installate alla Tech.Pa di Villafontana (Diennefoto)
Una delle due pale eoliche installate alla Tech.Pa di Villafontana (Diennefoto)

Il vento di questi giorni le ha fatte funzionare a pieno regime. Sono le due grandi pale eoliche che la «Tech.Pa», società specializzata in automazione e robotica industriale avanzata, ha installato nel nuovo stabilimento aperto un anno e mezzo fa a Villafontana, nel territorio ricadente nel Comune di Bovolone. Si tratta dei primi, e finora unici, impianti eolici realizzati nella Bassa, sfidando quella che per molti è un'errata concezione, ossia che nella pianura scaligera non si posa sfruttare l'energia del vento per produrre elettricità.

 

Impianto innovativo

Le due pale sono state installate e messe in funzione in pochi giorni nel cortile dell'azienda, che assieme alla consociata «Mada» ha un fatturato annuo di 30 milioni e lavora per imprese di tutte le dimensioni, sia in Italia che all'estero. I due impianti che riforniscono di elettricità la ditta raggiungono ciascuno l'altezza di 37 metri fino al generatore. Se si comprendono anche le pale, ciascuna con un diametro di 35 metri, le due strutture arrivano a 55 metri. Tutto ciò le rende visibili anche a qualche chilometro di distanza.

Il funzionamento di queste «eliche» ha fin da subito attirato l'attenzione dei residenti e delle centinaia di conducenti, che ogni giorno percorrono l'adiacente Provinciale 2 «Legnaghese destra», con cui confina il grande stabilimento da 10mila metri quadrati, di cui ottomila destinati alla produzione e duemila agli uffici, di via Enzo Ferrari.

 

Il progetto

«Abbiamo impiegato un anno», spiega Riccardo Pasetto, 67enne titolare dell'azienda, che conduce con i figli Damiano, 36enne ingegnere dell'automazione, e Ilenia, 40enne ingegnere gestionale, «per ottenere tutte le autorizzazioni burocratiche necessarie per installare i due aerogeneratori. La sfida di questo progetto è doppia. Innanzitutto dimostrare che questi impianti si possono realizzare anche in zone, come questa, alzando la quota delle pale per intercettare i venti».

«L'altro obiettivo che intendiamo raggiungere», prosegue Pasetto, «è rendere questo stabilimento autosufficiente dal punto di vista energetico, visto che le due pale sono connesse ad un sistema che comprende anche pannelli fotovoltaici sul tetto dello stabilimento, una serie di accumulatori (in gergo tecnico storage, ossia «serbatoi» di energia che danno e ricevono corrente, ndr), ed un gruppo elettrogeno in grado di sopperire ad eventuali assenze di corrente dall'esterno».

 

L’investimento

Solo per l'impianto eolico l'azienda ha speso un milione di euro. «Per potere installare le due turbine eoliche», rimarca Pasetto, «abbiamo creato nel terreno due basi di cemento quadrate di 12 metri di lato e del peso di 9.600 quintali ciascuna, con dei bulloni per fissare il supporto delle pale al suolo che scendono in profondità fino a 2,5 metri». Pasetto ha dato anche un nome alle due «eliche»: «Le ho volute chiamare Silvia ed Elisa, come le mie due nipotine». Ogni pala, inoltre, è «intelligente», visto che è in grado di orientarsi in base ai venti. Ciascuna turbina eolica è tarata per compiere al massimo 31 giri al minuto, visto che la differenza di produzione è data dalla potenza del vento: l'impianto è in grado di produrre energia già ad una velocità dell'aria di due metri al secondo, ed entra a regime a 10 metri al secondo. Nello stabilimento nulla è stato lasciato al caso. «Per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti di lavoro e degli uffici», rivela Pasetto, «abbiamo installato un impianto che sfrutta la geotermia, con 125 sonde che penetrano nel sottosuolo. Tutto ciò ci ha permesso di risparmiare 370mila euro in un anno. E non è cosa di poco conto se consideriamo che la fabbrica è ampia come 85 appartamenti da 120 metri quadri ciascuno».

Fabio Tomelleri

Suggerimenti