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Coalizione di centrodestra

Sboarina: «Parlerò a chi ha fatto una scelta diversa. Con noi la città corre»

Federico Sboarina Il sindaco ricandidato nel suo ufficio al Palazzo Barbieri
Federico Sboarina Il sindaco ricandidato nel suo ufficio al Palazzo Barbieri
Federico Sboarina Il sindaco ricandidato nel suo ufficio al Palazzo Barbieri
Federico Sboarina Il sindaco ricandidato nel suo ufficio al Palazzo Barbieri

 

«Ancora mi chiedo perché si debbano far soffrire così le persone...». Il “giorno dopo” di Federico Sboarina nel suo ufficio al terzo piano di Palazzo Barbieri è quello dello scampato pericolo. «La differenza, rispetto al passato», sorride, «è che i primi risultati reali dopo gli exit poll li abbiamo avuti non dopo un’ora, ma dopo 24 ore. Una notte e mezza giornata per capire che si era detta una cosa completamente sbagliata». 

 

Sindaco Sboarina, si sente soddisfatto?
Le urne hanno riportato la fotografia di un centrosinistra che prende quello che storicamente è nelle sue possibilità, la somma, cioè, di quanto presero la volta scorsa Salemi, Bertucco e Movimento 5 Stelle. La seconda fotografia mostra che Verona è ancora una città di centrodestra: noi più Tosi più Zelger, fino a pochi mesi fa era nella Lega, e altri fanno tutte parte dell’area del centrodestra e insieme superano il 60 per cento.
Adesso inizia un’altra partita: uno contro uno.
Capisco che faccia parte della strategia rappresentare un civismo slegato dai partiti, per questo Tommasi non ha incontrato Conte e Letta, ma sono quelli i partiti che ha alle spalle. Io l’ho definito un cavallo di Troia della sinistra. Dall’altra parte c’è il centrodestra con un’unica proposta dopo le divisioni al primo turno. Non dimentichiamo che Tosi non viene dalla strada, ha fatto il sindaco per dieci anni e che addirittura poteva aspirare a diventare leader nazionale del centrodestra. E con lui c’era anche Forza Italia. Quindi era una proposta politica altrettanto forte. Ma adesso ci siamo solo noi.

 

VeronaVota22-Sboarina


Da sindaco uscente non si sente comunque un po’ deluso per non affrontare il ballottaggio dal gradino più alto del podio?
Senza Tosi in campo avremmo vinto al primo turno. Essere arrivati al 33%, nonostante ciò, è un buon risultato. Falliti i tentativi di fare unità, come auspicavamo, era scritto che andava a finire così. Inoltre a noi mancano dei punti percentuali, non perché li hanno presi altri ma perché una parte del nostro elettorato non è andata a votare forse perché davano per scontata la mia vittoria.
Nei confronti di Tosi, e viceversa, c’è stata però una campagna molto aggressiva...
Da parte mia no. Io ho parlato di Verona olimpica, di infrastrutture, di Fondazione Arena, del lavoro fatto e non ho mai risposto agli attacchi. Non è nel mio stile essere aggressivo, ma lavorare per la città di cui sono innamorato. 
Damiano Tommasi, tuttavia, dice che è ora di girare pagina. 
Basti pensare quanto si è fatto con la Fondazione Arena grazie a un dream team formato da Federico Sboarina, Gianmarco Mazzi e Cecilia Gasdia. I veronesi forti delle loro radici devono aprirsi al mondo ed è ciò che stiamo facendo. Girare pagina significherebbe fermarsi. La città ora sta correndo, vedi Fondazione, aeroporto, casello di Verona Sud, variante alla statale 12, le Olimpiadi per la prima volta nella storia, l’alta velocità che sta arrivando, il Central park. Stiamo facendo ciò che non si è fatto in 50 anni. Fermarsi è l’ultima cosa che possiamo permetterci. 


Avete cominciato a gettare ponti verso l’area Tosi?
Stiamo lavorando con Forza Italia, ma anche con gli altri. Io, ragionando da semplice elettore, vorrei però che, al di là delle alchimie politiche, i miei candidati dicessero quello che vogliono fare per la città. Io mi rivolgerò a tutti i cittadini, soprattutto a quella grande area dell’elettorato di centrodestra, a prescindere da chi hanno votato. Un elettorato che vuole un certo tipo di città, fatta di valori e progetti amministrativi. E mi piacerebbe che anche il candidato del centrosinistra dicesse cosa vuol fare sulle singole questioni. Che i giovani siano il futuro, che lo sport e la cultura siano importanti, che la città debba crescere siamo tutti d’accordo. Poi però bisogna spiegare come. Ai cittadini dobbiamo dare la possibilità di scegliere capendo quali sono i progetti politici. Ma lo capisco: sul Central park avrà Bertucco contro e che farà sulla variante 29 decantata in tutta Italia ma con i suoi che in Consiglio hanno fatto ostruzionismo contro? E sulle teorie gender, l’immigrazione clandestina... Non basta dire vogliamoci bene. Sull’alta velocità prevarrà la linea cinquestelle o quella del Pd? Su questi e altri temi dobbiamo confrontarci. I cittadini non possono decidere sulla base di suggestioni.
State pensando a eventuali apparentamenti? 
Mi rivolgo all’elettorato di centrodestra ma anche a quei partiti e a quei movimenti nell’ambito del centrodestra che al primo turno hanno fatto una scelta diversa. Nel centrodestra c’è una visione omogenea su sicurezza, immigrazione, urbanistica, infrastrutture, cultura.
Incontri in agenda con Forza Italia e tosiani?
Ci stiamo lavorando, siamo una coalizione, ognuno ha dei compiti. Ma ci sono anche Zelger e Paola Barollo con la quale ho già collaborato. Soprattutto c’è un 60 per cento di centrodestra.
Ottimista?
Mi sento carico e con la voglia di spiegare le scelte che vogliamo fare. Con me le Olimpiadi si faranno. Gli altri cosa vogliono fare?.

 

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Enrico Santi

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