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L'intervista al ministro Santanché a Verona

«Affitti turistici da regolare, altrimenti è il far west. Ma no al modello Venezia»

La ricetta del ministro del Turismo per Verona
La Santanchè con Bricolo e Danese di VeronaFiere
La Santanchè con Bricolo e Danese di VeronaFiere
Intervista Daniela Santanché

Bene il grande flusso di turisti, ma bisogna regolamentare la situazione delle locazioni turistiche. E va trovata presto una soluzione alla carenza di posti di lavoro del comparto, anche puntando su formazione ed una narrazione diversa. E ancora l’esigenza di “vendersi” meglio, a Verona come in tutta Italia, perchè «se è vero che siamo i più belli del mondo di sicuro non siamo i più bravi a venderci». Sono parole di Daniela Santanchè, ministro del Turismo ieri a LetExpo a Veronafiere. 

 

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Ministro, logistica e trasporti sono determinanti per il turismo, quali sono gli obiettivi del suo governo?
Innanzitutto far capire a tutti che siamo una penisola, se per fare le strade ci vuole un sacco di tempo per la mobilità marina è diverso, è più rapida, insomma una risorsa da sfruttare meglio rispetto a quanto fatto finora.
Il turismo vive un grande periodo ma manca manodopera, anche Verona ha sofferto e soffre di questa situazione...
Sto organizzando un tavolo di confronto con tutta la filiera del turismo, l’anno scorso sono mancati circa 250mila addetti, e quest’anno come richiesta siamo già a 50mila. Ho già parlato con il ministro del Lavoro, bisogna capire cosa possiamo fare per non mettere in difficoltà tutti i player del settore del turismo, se non c’è il personale diventa complicato. Ma tutti insieme dobbiamo anche lavorare sulla formazione, oggi i servizi hanno uno standard di qualità elevato. Pensate a cosa voleva dire fare il cuoco vent’anni fa e cosa vuol dire essere uno chef adesso, ma anche il ruolo del cameriere ad esempio va comunicato meglio, formando ragazzi che conoscano le lingue, formati e poi retribuiti in maniera adeguata.
Di turisti a Verona ce ne sono tanti, quindi il rischio a volte è dell’overtourism. Lei crede che sia un vero o un falso problema avere tanti turisti e quindi dover pensare a come gestire questi flussi?
È un’opportunità ma anche un problema, le situazioni vanno analizzate una ad una comunque meglio averne di questi problemi, se ci sono tanti turisti intanto teniamoceli stretti e poi vedremo come regolare i flussi.
A Verona come in altre città turistiche è polemica per il proliferare degli affitti brevi e qualcuno, albergatori ma non solo, punta il dito sui locatori turistici, cosa ne pensa?
Intanto bisogna mettere mano a questo far west, differenziando per bene alberghi e altre situazioni. Noi difendiamo la proprietà privata ma non può essere una giungla in cui ognuno fa quello che vuole, il ministero del Turismo ha ben presente il problema e ci stiamo lavorando. Senza perdere tempo ma nemmeno troppo in fretta, quella poi fa prendere decisioni che magari non sono la scelta migliore.

 

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Venezia è l’unica città italiana che può restringere i limiti per la destinazione degli immobili per le locazioni brevi. Altre città d’arte e a vocazione turistica chiedono la stessa possibilità, Venezia può essere un modello?
Io ho altre idee e una visione un po’ diversa, c’è anche nel mio piano industriale che ho presentato. Dico solo che per il turismo ci sono tantissime cose da fare, che il turismo sia il petrolio dell’Italia e debba essere la prima azienda non lo scopro io, ma i precedenti governi purtroppo non gli hanno dato la giusta importanza, adesso c’è un presidente del consiglio come Giorgia Meloni che punta molto su questo ministero, e abbiamo sufficienti fondi a disposizione per provare a cambiare marcia.
La mia ambizione in questi cinque anni è che il turismo diventi la prima industria del Paese, e il mio appello agli italiani è che dobbiamo essere consapevoli delle nostre potenzialità, siamo i più belli ma non siamo ancora i più bravi nel venderci.

Luca Mazzara

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