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Lo psichiatra: «Non sottovalutare»

Prende troppi farmaci e sviene nel bagno della scuola. Secondo caso di disagio giovanile in una settimana

Nello stesso istituto, qualche giorno, fa un ragazzo si era lanciato dalla finestra

Ancora un’ambulanza in una scuola del centro. Ancora un fatto che potrebbe essere classificato come «tentato suicidio». Il secondo nell’arco di pochi giorni nello stesso istituto. Neanche il tempo di riprendersi da parte dei compagni e degli insegnanti. Neanche il tempo di capire le ragioni di quel gesto, di interrogarsi, di mettere in atto un piano che possa prevenire altri casi. Venerdì un diciannovenne si era lanciato dal primo piano, per fortuna senza gravi conseguenze. Pochi attimi prima di chiedere di andare in bagno aveva detto ad un compagno: «Non ce la faccio proprio più». E vedendo che lo studente non tornava l’insegnante l’aveva fatto cercare dal compagno che lo aveva trovato sotto la finestra.

Ieri mattina una ragazza, diciottenne, ha ingerito una quantità in eccesso di un ansiolitico. E ancora non è dato sapere se per errore o per scelta. La giovane, dopo l’allarme di una compagna di scuola è stata trovata semicosciente in bagno, con la porta non chiusa dall’interno. Sul posto sono andati anche i carabinieri che ora stanno svolgendo le indagini. Del fatto sono stati avvertiti i genitori, il padre della ragazza ha detto che la figlia nell’ultimo periodo «si vedeva brutta». La giovane è stata portata in ospedale per accertamenti.

Non sentirsi all’altezza, non vedersi bella come l’omologazione vorrebbe, essere stanchi da non farcela più, come aveva detto venerdì il diciannovenne ad un compagno. Che sta succedendo ai nostri ragazzi? Non può essere «solo» colpa della pandemia, dell’isolamento, della socialità negata per mesi. E perchè scelgono la scuola come luogo in cui tentare di farla finita? Se fosse quello uno dei pochi luoghi in cui non si sentono soli?

«Non succede solo a scuola, succede anche in altri luoghi. Certo è che la scuola è il luogo dove i ragazzi si relazionano, dove possono non sentirsi adeguati o rifiutati», spiega il dottor Marcello Santi, psichiatra, direttore della clinica Santa Giuliana, «la scuola è il posto in cui gli adolescenti passano più tempo, sperimentano l’approccio con la realtà sociale. Non è la scuola ad essere particolarmente rischiosa, a meno che non ci sia un fattore scatenante, tipo la reazione ad un brutto voto». Due casi in pochi giorni nella stessa scuola, potrebbe far pensare ad un’emulazione. Perché se è vero che anche gli insegnanti sono scossi, che è stato convocato un consiglio docenti dopo l’ultimo caso, già ieri pomeriggio, altrettanto vero è che i ragazzi tra loro parlano. «L’aspetto emotivo c’è sempre», sottolinea il dottor Santi, «davanti al dolore per un amico il muro di autoconservazione che hai costruito si sbriciola. È possibile che il primo episodio abbiano condizionato il secondo, ammesso che la ragazza conoscesse il ragazzo, bisognerebbe conoscere i dettagli».

Che ci siano sempre più persone che hanno bisogno del conforto di uno specialista o dell’aiuto di un farmaco, da due anni a questa parte, è cosa nota. «Il dato viene confermato da più parti», spiega lo psichiatra, «soprattutto c’è stato un aumento delle autolesioni che negli adolescenti sono molto diffuse. Le usano anche come autocura per placare le paure, le ansie. In questi casi siamo molto lontani dal tentativo di suicidio. Si tratta di tagli che non prevedono perdita copiosa di sangue. Poi questi tagli vengono addirittura ostentati, servono a mettersi in mostra con i compagni. Alle volte accade che il soggetto non avesse intenzioni suicide, ma la cosa sia scappata di mano, dall’autolesionismo al tentativo di suicidio, in alcuni casi il passo è breve». E per gli psicofarmaci e ansiolitici: «Alle volte si esagera con la posologia, in altre si abusa di alcol assumendo i farmaci ed il cocktail è pericoloso. Concludendo i suicidi, quelli pianificati, statisticamente restano stabili, aumentano invece gli atti autolesionistici ed i tentativi di suicidio».

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Alessandra Vaccari

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