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DISAGIO GIOVANILE

«Non ce la faccio proprio più». E si lancia dalla finestra della scuola

L’episodio in un istituto superiore, il ragazzo ferito lieve, è maggiorenne

L’ambulanza che arriva a sirene spiegate, e subito anche una pattuglia della polizia. Ieri mattina un ragazzo si è lasciato cadere dal primo piano di una scuola superiore. Il giovane ha riportato un lieve trauma cranico, ed è stato portato in ospedale per effettuare una serie di analisi di diagnostica. Le conseguenze fisiche sono per fortuna contenute. Restano quelle psicologiche, resta la necessità di capire che cosa sia accaduto. Restano le fragilità di una generazione che ha dovuto fare i conti per due anni con il Covid e adesso con lo spettro di una guerra mondiale. In un primo momento, s’era accreditata l’ipotesi che a spingere il ragazzo al gesto fosse stata una delusione amorosa. Questo aveva detto lui in prima battuta, ma il giovane non ha un legame.

Secondo le testimonianze raccolte, il ragazzo poco dopo la ricreazione avrebbe chiesto all’insegnante di andare in bagno. Ma prima avrebbe detto ad un suo compagno: «Non ce la faccio proprio più». La sua assenza prolungata ha allarmato l’insegnante che ha mandato un amico a verificare che il giovane non si fosse sentito male. Il ragazzo stava tornando in classe quando ha notato una finestra aperta, si è affacciato e ha visto l’amico a terra nel cortile interno della scuola.

Sono scattati i soccorsi. Sono stati poi allertati i genitori del giovane, che frequenta l’ultimo anno del liceo. E che hanno raggiunto subito l’ospedale. La notizia è rimbalzata in fretta da un telefonino cellulare all’altro, nelle chat dei genitori, un sussurro, un refolo di vento che passando di numero in numero è diventato un tornado. E ciascuno ha dato la propria interpretazione. «Non è la prima volta che accade una cosa simile, i ragazzi sono stanchi, la pandemia, le restrizioni li hanno fortemente provati. Fanno fatica a stare al passo con i programmi», dice una mamma che ieri mattina ha subito temuto che quanto accaduto fosse avvenuto nella classe della figlia. E aggiunge: «C’era già stato un episodio simile». In realtà quella volta era stato arginato in tempo. E la ragazza in questione sembrava più voler fare una provocazione che avere l’intento di gettarsi di sotto. Resta il fatto che i ragazzi stanno dando dei segnali, stanno cercando di attirare l’attenzione. Oggi meglio allora parlare. Suscitare dibattito, confrontarsi.•. 

A.V.

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