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Il progetto

Il ministro Urso: «La ricostruzione dell'Ucraina parte da Verona. Come un nuovo piano Marshall»

di Luca Mazzara
«Da qui aiuti e merci di ogni tipo. Sabato sarò in città per un incontro con imprese e associazioni di categoria»
Il polo logistico veronese scelto come base per la partenza di merci e materiali per la ricostruzione post bellica dell'Ucraina
Il polo logistico veronese scelto come base per la partenza di merci e materiali per la ricostruzione post bellica dell'Ucraina
Il polo logistico veronese scelto come base per la partenza di merci e materiali per la ricostruzione post bellica dell'Ucraina
Il polo logistico veronese scelto come base per la partenza di merci e materiali per la ricostruzione post bellica dell'Ucraina

In visita a Verona per incontrare imprese e associazioni di categoria. Del territorio scaligero ma anche di tutto il Veneto e non solo, visto che l'obiettivo del governo è quello di trasformare il Quadrante Europa in un polo logistico fondamentale per la ricostruzione dell'Ucraina.

Da Verona infatti arriveranno e partiranno merci di ogni tipo da veicolare verso il Paese martoriato dalla guerra, con cui si sta definendo un protocollo di scambio non solo commerciale ma anche industriale. Con lo stesso territorio scaligero in prima fila e le imprese locali chiamate a essere protagoniste nei vari settori, sia per vicinanza con il Quadrante Europa sia per qualità dei prodotti offerti.

Lo conferma il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, appena tornato dalla visita in Ucraina. Si tratta di un grande piano di ricostruzione, "un nuovo piano Marshall" come sottolinea Urso, ma anche di una prospettiva nuova di sviluppo. «Il nostro Stato è interessato allo sviluppo del programma Made in Ukraine e a sostenere la promozione delle esportazioni ucraine verso il mercato italiano», sottolinea Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino Zelensky, che ha proposto di considerare la possibilità di avviare nuovi progetti infrastrutturali, logistici, produttivi e commerciali con l'Ucraina, che apriranno ulteriori mercati per il Made in Italy.

Verona non sarà solo in prima linea nella fase della ricostruzione, con la creazione di "fast corridors", linee dedicate e veloci in arrivo e in partenza verso le mete ucraine nel corridoio terrestre numero 5 da Kiev al Nord Est italiano, coinvolgendo oltre al Quadrante Europa scaligero anche i porti di Trieste e Venezia. Ma anche la possibilità concreta di uno sviluppo posteriore alla fase della ricostruzione.

Ministro Urso, quali sono le tappe di questo percorso che vedrà protagonista anche Verona nel grande progetto di ricostruzione e collaborazione con l'Ucraina?

Intanto venerdì sarò in Veneto e sabato a Verona ci sarà un incontro - a cui sta lavorando il senatore veronese di Fratelli d'Italia Matteo Gelmetti - con le imprese e le associazioni di categoria venete, da Confindustria all'Ance, dai vertici del Quadrante Europa a quelli del Porto di Trieste. Faremo il punto sul progetto del corridoio 5 sia dal punto di vista logistico che infrastrutturale, per capire quali potranno essere i settori più interessati non solo alla ricostruzione dell'Ucraina ma anche per la cooperazione che avverrà con lo stesso Paese oggi martoriato dalla guerra. L'altra tappa sarà a Varsavia a metà febbraio, una sorte di fiera per la ricostruzione dell'Ucraina fino ad arrivare a marzo con il grande appuntamento di Roma.

Che tipo di merci partiranno o passeranno da Verona e dal Quadrante Europa?

Di tutti i tipi, ovviamente continueranno i soccorsi umanitari, ma poi ci sarà bisogno di tutto per la fase di ricostruzione. E attenzione perché parliamo di qualcosa di straordinario, una sorta di nuovo piano Marshall, di un'entità mai vista prima e segno di rinascita dell'intera Unione Europea. Lo dobbiamo a quel Paese, per quello che sta facendo e per quello che rappresenta, anche dal punto di vista produttivo. Non parlo solo di agricoltura ma anche di settori come l'hi-tech, industria spaziale e nucleare, metallurgica e siderurgica, una potenza sotto tanti punti di vista.

Perchè la cooperazione con l'Ucraina può dare nuova linfa anche alle nostre imprese?

L'economia ucraina è assolutamente compatibile con le esigenze italiane e viceversa, ci sarà una partnership non solo commerciale ma industriale. Con possibilità di sviluppare i mercati esistenti e di creare di nuovi, in futuro ma anche nell'immediato.

A cosa si riferisce?

Penso ad esempio alle macchine agricole, in Ucraina ne serviranno molte e subito, i raccolti non aspettano. Ma poi si collaborerà in ambito di infrastrutture ferroviarie e molto altro ancora. Le imprese del territorio saranno per forza di cosa protagoniste, sia per la vicinanza logistica ad un centro come il Quadrante Europa che sarà un polo fondamentale, sia per le loro capacità, conoscenze e prodotti di alto livello.

Ma in questo modo il Quadrante Europa potrà diventare un obiettivo sensibile in ambito bellico?

Lo escludo in maniera totale, in più abbiamo visto quanto antiquato è il sistema bellico russo, in maniera sorprendente ma è così.

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