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L'INCIDENTE SUL LAVORO

Giovane morto nel silos, due gli indagati per omicidio colposo e lesioni gravi

Il luogo dell’incidente  Il giovane è morto dopo aver respirato le esalazioni di un silos
Il luogo dell’incidente Il giovane è morto dopo aver respirato le esalazioni di un silos
Il luogo dell’incidente  Il giovane è morto dopo aver respirato le esalazioni di un silos
Il luogo dell’incidente Il giovane è morto dopo aver respirato le esalazioni di un silos

Un incidente mortale sul lavoro costato la vita a Nicolò Corsi, il giovane che venerdì mattina è entrato nel silos presente nell’azienda vitivinicola Pasqua a San Felice Extra, una dinamica ancora da ricostruire e un fascicolo aperto dalla Procura per le ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose gravi, quelle riportate dal collega di Corsi nella caduta. Il pm titolare dell’inchiesta, il dottor Stefano Aresu, ha disposto il sequestro del silos e, diretta conseguenza, iscritto due persone nel registro degli indagati: «atto dovuto». «Siamo agli inizi e saranno i tecnici dello Spisal a ricostruire quello che è accaduto, sia la ragione per cui la vittima è entrata nel contenitore sia le modalità del ferimento del collega intervenuto per cercare di salvarlo. Ma ripeto siamo solo all’inizio, nulla di certo al momento», le uniche parole del magistrato che non ha ancora concesso il nulla osta per le esequie di Nicolò mentre è stato autorizzato l’espianto di alcuni organi.

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Ma non è escluso che disponga l’autopsia sulla salma per stabilire le cause del decesso. Nicolò, 21 anni, da circa un anno lavorava per la O.M. System di San Martino Buon Albergo, ditta che si occupa di manutenzione di vario genere, anche di silos e cisterne. Una ditta esterna all’azienda vinicola di via Belvedere e quel giorno non era previsto nessun intervento all’interno del silos, perciò resta da chiarire come mai il giovane sia entrato in quella che è una vera “camera a gas“ senza alcuna protezione: l’eventuale inalazione di anidride carbonica, azoto e argon, utilizzati per evitare l’ossidazione del vino, provoca il decesso per asfissia. Bastano pochi secondi, se la concentrazione è alta, e stando a quanto emerso dalle testimonianze di chi era al lavoro quel giorno, Nicolò sarebbe rimasto dentro al silos, il collega di 37 anni che ha cercato di soccorrerlo sarebbe scivolato dalla scaletta battendo violentemente il capo. Sono stati i dipendenti di Pasqua a soccorrere entrambi, dopo aver indossato i dispositivi di protezione hanno estratto Nicolò. Non respirava. I medici inviati da Verona Emergenza lo hanno rianimato per circa un’ora, poi il cuore ha ripreso a battere. Le sue condizioni erano disperate, è morto lunedì notte. Una tragedia.

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Fabiana Marcolini

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