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Si sposta alla caserma Duca

Ultimo giorno di apertura del centro vaccinale in Fiera: «È stata una sfida vinta»

Vaccini in fiera a Verona (Foto Marchiori)
Vaccini in fiera a Verona (Foto Marchiori)
VACCINI IN FIERA A VERONA (FOTO MARCHIORI)

Un territorio nuovo. Inesplorato. «La sfida stava proprio in questo. Per la prima volta una campagna di vaccinazione aveva come obiettivo l’intera popolazione, non categorie o fasce d’età. Ma alla fine il risultato è stato ottenuto, grazie alla collaborazione di tutti», riassume Francesco Marchiori, componente della direzione medica dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, al quale era stato affidato il coordinamento del personale per il grande centro di somministrazione alla Fiera. Che ora chiude i battenti, passando il testimone alle strutture attive nella caserma «Duca» e all’ex Geriatrico dell’ospedale di Borgo Trento. Si va avanti. Ma all’inizio dell’avventura la quota di un milione e 150mila dosi somministrate a Verona (dati del 29 agosto, ndr) sembrava una scommessa al buio.

 

Ultimo giorno di vaccini in Fiera (Video Marchiori)

 

Organizzazione

La prima fase dell’immunizzazione di massa, gestita dall’Ulss 9, era rivolta ai pazienti «fragili»: anziani, trapiantati, ultraottantenni, malati oncologici oltre che agli operatori sanitari. «Poi la Regione aveva dato l’indicazione per l’allestimento di un grande centro, con l’obiettivo di immunizzare l’intera popolazione», spiega Marchiori. Una strada «mai battuta nella storia della medicina».

«L’operazione ha avuto successo grazie alla collaborazione di tutti: Azienda ospedaliera e università, con il fondamentale ruolo del rettore, Ulss 9, Protezione civile, volontariato, Ente Fiera, forze dell’ordine, militari, Suem 118 e Croci dell’emergenza hanno garantito funzionalità e accessibilità del centro», conferma. «Tutti hanno fatto la propria parte ed il risultato è arrivato, pienamente visibile».

Inventiva

È servito tempo per portare a pieni giri il motore del grande centro vaccinale della Fiera. La prima fase, pionieristica, non è stata semplice quanto a disagi e attese. «Non è stato immediato passare ad un’attività non istituzionalmente “nostra“», conferma Francesco Marchiori. «La collaborazione, con l’Ulss 9, gli operatori amministrativi e tutte le forze coinvolte ha prodotto però il risultato. Determinante è stato anche l’aggiornamento del software regionale per le prenotazioni, che ha consentito una programmazione efficace». Impresa non scontata, dal momento che nelle prime fasi della campagna vaccinale stava anche «nel non avere in lista più persone di quante fossero le dosi disponibili. Problema, per fortuna, ora superato».

Persone

La risposta era tutt’altro che scontata. «Ma posso testimoniare», precisa Marchiori, «della disponibilità totale del nostro personale. Domande e dubbi, in una situazione inedita sono assolutamente leciti. E la capacità di risposta è stata all’altezza: da parte degli operatori come degli utenti. Non ho notizia di criticità, nonostante si trattasse di un’esperienza nuova che, per la prima volta, coinvolgeva, alla pari, il sistema sanitario e l’intera società».

Vaccini

Scenario: la Festa Democratica del Pd nel quartiere Golosine. «Negli Usa si è passati da un’autorizzazione emergenziale all’approvazione, dopo quattro miliardi di dosi, quanto ad efficacia ed innocuità», spiega l’ospite Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Biologia molecolare dell’università di Padova. «Se i dati che avremo a breve, relativi anche alle varianti, confermeranno tutto questo allora sono favorevole all’obbligo». E quanto al discusso Green pass osserva: «È mancata la chiarezza: il certificato è stato contrabbandato come una misura di salute pubblica mentre, in realtà, era uno strumento per indurre le persone a vaccinarsi». La campagna di immunizzazione, comunque, prosegue.

Prospettiva

«Le istituzioni, tutte, amministrazione, sanità, Protezione civile e volontariato, hanno affrontato una sfida inedita», commenta il sindaco Federico Sboarina. «Questi mesi in Fiera saranno ricordati per la capacità di dare ai cittadini un servizio efficiente. Insieme abbiamo risolto, con serietà, le imperfezioni iniziali: si stava affrontando una situazione che, per tutti, era nuova».

Il testimone passa ora alla caserma «Duca» di Montorio. «L’esperienza di servizio continuerà, con il supporto dell’Esercito e grazie al comandante della struttura», assicura il sindaco. «L’organizzazione e realizzazione della campagna vaccinale a Verona sono state il frutto di un grande impegno comune di tanti», aggiunge, «che volontariamente e gratuitamente, si sono messi a disposizione. Donne e uomini ai quali va un grande abbraccio». «In questi mesi», chiosa Francesco Marchiori, «ho sperimentato come, lavorando insieme, si possano raggiungere risultati impensabili. Questa esperienza, pure durissima, ci sarà preziosa, anche in altri ambiti della sanità».

Paolo Mozzo

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