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I contagi scolastici e la nota di Venezia

La Regione: «Scuola, semplificazioni fatte per le famiglie». Ma resta il nodo Sisp: il «T0» è di fatto scomparso

La regione Veneto, dopo la pubblicazione dei giorni scorsi delle novità introdotte per semplificare (o provare a semplificare) i protocolli scolastici quando ci sono dei casi di coronavirus, ha inviato un comunicato stampa con alcune precisazioni, confermando le difficoltà per i Sisp già rivelate dal direttore dell'Ulss 9.

«Da settembre 2020 abbiamo previsto l’attivazione di Team di operatori dedicati alle scuole all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione. Tuttavia l’attuale scenario e il numero elevato di classi in cui si verifica la comparsa di alunni positivi ogni giorno sta richiedendo un enorme sforzo sia per l’ambito sanitario che per il mondo della scuola».

 

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«L’articolata gestione prevista dalle indicazioni nazionali», si legge ancora, «deve considerare, oltre che al lavoro svolto dai Dipartimenti di Prevenzione e dalle Scuole, soprattutto le legittime aspettative delle famiglie di far riprendere al più presto l’attività didattica ai figli»

 

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E spiega: «Si evidenzia come per alcuni aspetti (es. sorveglianza con testing T0/T5 nelle scuole primarie) i precedenti protocolli regionali prevedevano una continua comunicazione tra Scuola e Dipartimenti di Prevenzione che ha funzionato in uno scenario epidemiologico completamente diverso da quello attuale. Il nuovo protocollo nazionale, approvato con Decreto-Legge, ha ridefinito le procedure di sorveglianza. Infatti, le nuove indicazioni non prevedono una valutazione del Gruppo Classe per la finalità del rientro dopo il test iniziale e “se il risultato del tampone T0 è negativo si può rientrare a scuola”. L’introduzione della possibilità di effettuare il test T0, oltre che presso l’Azienda ULSS, anche presso le Farmacie o altre Strutture Private, può favorire un rientro più tempestivo del singolo alunno subito dopo l’effettuazione del test se questo è negativo». 

Resta però un grosso nodo: al momento il famoso "T0" di cui parla la Regione non esiste di fatto più. Il Sisp contatta le scuole, che a loro volta contattano le famiglie, dopo due-tre, anche quattro giorni e quindi il tampone da fare «nel più breve tempo possibile» per riattivare subito la didattica in presenza viene fatto in estremo ritardo. Impedendo così di monitorare le condizioni di salute dei bambini, di riattivare la scuola in presenza e lasciando nell'incertezza.

 

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