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La TRAGEDIA NEL RAVENNATE

Bruno, morto per salvare quattro bambini. «È un eroe»

La figlia Paola: «Poco prima avevamo parlato a lungo, sono convinta che se ne sia andato come avrebbe voluto lui». Il cordoglio di Zaia
Bruno Padovani è morto salvando quattro bambini nell'Adriatico
Bruno Padovani è morto salvando quattro bambini nell'Adriatico
Bruno Padovani è morto salvando quattro bambini nell'Adriatico
Bruno Padovani è morto salvando quattro bambini nell'Adriatico

Ha colpito tutti la tragedia accaduta nel Ravennate. E non solo i cittadini di Nogara che conoscevano bene Bruno Padovani, l'ex assessore ai servizi sociali del Comune veronese, morto in spiaggia dopo aver salvato alcuni bambini che stavano annegando in mare. Quei momenti rivivono nel racconto della figlia Paola: «Papà ha visto quei bimbi in difficoltà nel mare in burrasca e assieme ad altre persone si è tuffato nel tentativo di salvarli. Ha afferrato il primo bambino e lo ha portato verso riva ma poi ha deciso di ritornare indietro per aiutare un altro fratellino. Purtroppo il suo cuore ha ceduto».

Anche altri soccorritori hanno incontrato forti difficoltà per raggiungere i bambini trascinati al largo dalla corrente. Ieri mattina i famigliari hanno riconosciuto il corpo dell'ex assessore e hanno avviato tutte le procedure necessarie per il trasferimento della salma nel suo paese d'origine e organizzare il funerale. La prassi in casi di morte in mare richiede il nulla osta della magistratura e della capitaneria di porto competente e quindi l'ultimo saluto all'ex assessore sarà probabilmente nel fine settimana. Poco prima della tragedia padre e figlia avevano parlato a lungo di molte cose e di molti progetti per il futuro.

«Mio papà», dice Paola, «ha sempre pensato agli altri ed aveva sempre una parola buona per tutti. Credo che sia morto come avrebbe voluto lui per salvare la vita di un bimbo. Adesso non riusciamo ancora a renderci conto di quello che è successo perché si è svolto tutto in pochissimi istanti. Stavamo parlando, ho cercato aiuto da una vicina di ombrellone e poi lui improvvisamente è sparito buttandosi nel mare e dopo pochi minuti ho visto il suo corpo sulla riva senza segni di vita». Sulla tragedia è intervenuto anche il presidente del Veneto Luca Zaia: «Il gesto del signor Bruno Padovani non può lasciarci indifferenti. Ha messo davanti alla sua vita quella di quattro bambini, in difficoltà tra le onde del mare a Marina di Ravenna. Un gesto eroico per un uomo di 82 anni che purtroppo, dopo aver compiuto un miracolo traendoli in salvo, è mancato per un malore. Se non fosse stato per lui avremmo assistito ad una tragedia. Nell’enciclopedia Treccani un eroe è un essere al quale si attribuiscono imprese prodigiose e meriti eccezionali: ebbene, il signor Bruno si può proprio definire un eroe».In occasione della cerimonia funebre, il sindaco Flavio Pasini ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino in memoria dell'ex assessore.•.

 

A NOGARA

La notizia della tragica scomparsa di Bruno Padovani si è diffusa a Nogara nella serata di lunedì, quando parenti e amici hanno saputo di quanto accaduto in provincia di Ravenna.

Tutti hanno pensato che il gesto di Bruno sia stato davvero eroico: a 82 anni compiuti, non ha esitato un istante ad entrare in mare per soccorrere quei bambini magrebini che stavano per essere trascinati via dal mare in burrasca. «Con lui se ne va un signore della politica», esordisce il sindaco Flavio Pasini che per ben cinque anni, dal 2005 al 2010, era stato in minoranza mentre Padovani era assessore ai Servizi sociali, «è stato altruista fino alla fine, cercando di mettere in salvo dei bambini che stavano annegando. Credo che sia doveroso che il Comune e l’intero paese osservino il lutto cittadino nel giorno del suo ultimo saluto».

L'ex assessore, nato e cresciuto nella frazione di Caselle, era legatissimo al suo paese, tanto che alcuni anni fa, dopo aver perso la moglie, ha rifiutato di trasferirsi a Legnago per essere vicino all’unica figlia, Paola, e alle adorate nipoti. Un legame, il suo, talmente forte con Nogara da dedicare ore ed ore ad ascoltare i problemi dei suoi concittadini, sia quando ricopriva il ruolo di assessore o consigliere comunale, ma anche quando era un semplice cittadino. A lui si rivolgevano infatti tante persone che avevano necessità, non solo di un aiuto materiale ma anche di un consiglio o di un supporto morale. Il suo lungo lavoro di portierato all’ex ospedale Stellini, durato oltre 30 anni, gli aveva permesso di conoscere praticamente tutti coloro che abitavano nella zona e soprattutto si era spesso infervorato per chiedere, senza successo, la riapertura o il mantenimento di alcuni servizi sanitari. I post sui social che annunciavano la sua tragica morte hanno avuto centinaia di commenti di cordoglio, soprattutto da coloro che lo avevano conosciuto sia durante la militanza politica che negli ultimi dieci anni segnati dal lutto della moglie Giancarla. «Abbiamo militato nello stesso partito per anni», racconta l’ex sindaco Paolo Andreoli, «con Bruno abbiamo avuto sempre un rapporto franco, senza mai scadere nello scontro, nonostante poi avessimo preso strade diverse. Era una persona di ferme convinzioni e non è facile dimenticarlo. Se n’è andato con un esemplare gesto di altruismo che lo nobilita. Sarebbe bello che il Comune gli intitolasse una via e gli facesse avere una medaglia al valore civile».

Una richiesta, quella di Andreoli, che trova concordi tantissimi nogaresi che hanno sempre apprezzato i valori umani di Padovani. Ultimamente, Padovani era solito recarsi in paese per delle commissioni e cercava di scambiare una parola con tutti coloro che incontrava, magari ricordando gli anni passati come assessore oppure come volontario nella festa de l’Unità del paese, diventata una delle più importanti del veronese. Solamente alcuni giorni fa aveva raccontato agli amici della sua vacanza al mare che aveva programmato con la figlia Paola per poter trascorrere con lei alcune giornate serene. «Resto via solo una settimana», aveva detto a un amico, «ma so già che non vedrò l’ora di ritornare a casa mia. Perché non riesco a stare lontano dal paese». In via Pesente, dove da anni il signor Bruno viveva in una villetta bifamiliare, i vicini sono scossi per quanto accaduto. Lo avevano visto partire sabato mattina assieme alla figlia per quel viaggio tanto aspettato, dopo due anni di pandemia. Adesso tutti attendono di sapere la data del funerale per dare l’ultimo saluto all’attivista di sinistra dal cuore d’oro..

Riccardo Mirandola

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