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L'analisi

Cioffi e un Hellas a tre facce: Henry meglio di Simeone

Thomas Henry esulta con Isak Hien (Fotoexpress)
Thomas Henry esulta con Isak Hien (Fotoexpress)
Thomas Henry esulta con Isak Hien (Fotoexpress)
Thomas Henry esulta con Isak Hien (Fotoexpress)

Un anno fa, alla sesta giornata: cinque punti, tre perse, una vinta e due pari. Proprio come oggi. La stessa classifica ma in mezzo una voragine tra l’Hellas che fu di Di Francesco e Tudor e che oggi è di Cioffi. Nei numeri non è evidente la profonda differenza che divide un Verona (quello di oggi) concettualmente diverso da quello del recente passato. Più fisico, meno di transizione, magari anche potenzialmente più solido dietro ma allo stesso tempo più prevedibile (seppur pericoloso) negli ultimi venti metri.

 

Gli stessi punti della stagione 2021/2022

Comunque, c’è sempre voglia di confronti. Dei punti abbiamo già detto: erano cinque un anno fa, sono cinque oggi. Il Verona di DiFra e Igor aveva segnato, però, quasi il doppio delle reti messe a segno dall’Hellas di oggi: undici contro sei. Mattatore un “quasi“ dimenticato Kalinic con tre centri personali.

Quest’anno la parte del leone, in fatto di gol, la sta recitando Henry. Due reti che diventano tre se si premia la sua inzuccata vincente contro la Samp, perfezionata in rete dallo sfortunato tocco di schiena di Audero.
Giusto per darci la possibilità di fare un titolo: Henry (fin qui) ha fatto meglio di Simeone. Il Cholito, infatti, si era sbloccato solo alla sesta giornata trovando la via del gol a Marassi contro il Genoa. Più regolare Thomas, in gol all’esordio contro il Napoli, poi a Bologna e poi ancora (abbiamo già detto che la rete va comunque assegnata ad Audero) contro la Sampdoria. Certo, poi Simeone ha cominciato a prendere il volo. Ma questa è altra storia.

 

Meno gol subiti

Il Verona di Cioffi è più “contenitivo“. Nel senso: incassa meno gol dell’Hellas della scorsa stagione. Sono undici (contro i 14 del torneo ’21-’22) quest’anno. Ma cinque sono arrivati tutti di un colpo nella rovinosa sconfitta di inizio stagione contro il Napoli. Resta il fatto che il Verona, proteso alla salvezza, dovrà imparare a chiudere la porta di casa.

Nelle prime sei giornate di campionato, infatti, in nessuna occasione i gialloblù sono riusciti a mantenere inviolata la porta. Cioffi, del resto, ha dovuto fare i conti con un “Hellas in divenire“ che più volte è stato costretto a cambiare faccia in corsa.

 

Modulo: si torna al passato?

E a proposito di faccia: il Verona ne ha mostrate già due diverse. E si prepara a cambiare ancora. Il 3-5-2 iniziale è stato sorta di esigenza di scuderia. I ritocchi in corsa, e la ricerca di un modo migliore per sfruttare le caratteristiche della rosa, hanno portato Cioffi a lavorare sul 3-4-1-2. Gli arrivi di Hrustic e Verdi permetteranno definitivamente di tornare all’idea iniziale: il 3-4-2-1. Con possibilità di variare ed alternare in corsa sistema di gioco e uomini. La versatilità non manca.
Certo, il Verona che andrà in campo a Firenze non potrà essere considerato ancora la “versione definitiva“ del nuovo Hellas. Cioffi ha bisogno di tempo. Gli appunti di viaggio sono tanti. Ed un’attenta lettura del ko dell’Olimpico con la Lazio porta con sè buoni spunti per atteggiamento (a tratti), personalità e idee da sviluppare in futuro. 

Simone Antolini

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