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Intervista al fantasista prelevato dal Torino

Verdi entusiasma l’Hellas: «Posto e momento giusto, il Verona si salverà»

Il giocatore: «Con Juric nessun problema ma avevo voglia di giocare e incidere. Io leader? Mi piace parlare poco, meglio fare i fatti»
Simone Verdi, tiro e fantasia (FotoExpress)
Simone Verdi, tiro e fantasia (FotoExpress)
Simone Verdi, tiro e fantasia (FotoExpress)
Simone Verdi, tiro e fantasia (FotoExpress)

«L'impatto è stato molto positivo, non mi aspettavo un gruppo così coeso. È come se fossi qui da un anno per come mi hanno accolto». Parole precise, intervallate da qualche sorriso. Simone Verdi, si presenta così. Sarà la sua formazione milanista ai tempi del Cavaliere, saranno i trent’anni ma il numero 7 del Verona ha dato fin da subito l’impressione di essere un leader.

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Tornerà a disposizione dopo la sosta?

A pieno regime sì. Il mister domenica farà le sue scelte.

Il Verona ha bisogno della sua fantasia.

Non ci sono solo io, ci sono altri giocatori come Hrustic, Kallon, Lazovic che ha fatto molto bene quel ruolo. Spero di dare una mano quando sarò chiamato in causa.

Cos'è successo con Juric?

Niente, non ho mai avuto problemi con lui, siamo sempre andati d'accordo. È una persona particolare, ma se ha qualcosa da dirti te la dice in faccia. Ho preferito andare a rimettermi in gioco a Salerno, perché avevo bisogno di risentirmi vivo e risentirmi giocatore.

Quando l'ha cercata il Verona?

Fin dall'inizio. È stato però un mercato strano, ci sono stati pochi movimenti. Quando il Verona ha puntato forte su di me, però, la trattativa si è sbloccata subito.

Che posizione occuperà nel Verona?

Questo è un Verona che sta cercando di giocare come negli ultimi tre anni. Nelle ultime due partite abbiamo fatto 3-4-1-2, ma si può giocare anche col doppio trequartista. Posso fare tutti i ruoli, tranne ovviamente la prima punta.

Cosa le ha insegnato l'esperienza di Salerno?

Mi ha insegnato molto. Nel calcio e nella vita non bisogna mai mollare: sono arrivato in una squadra che era praticamente retrocessa, e ci siamo salvati all'ultima giornata. Nel calcio ne abbiamo viste di tutti i colori. Sono arrivato in una società che deve assolutamente mantenere la categoria. Il club ha tutte le carte in regola per farlo.

Le piacerebbe ripetere il percorso di Caprari?

I giocatori passati in quel ruolo a Verona negli ultimi anni hanno fatto un salto di qualità: penso a Zaccagni, che oggi è uno dei migliori esterni in Italia. E Caprari ha dimostrato che tipo di giocatore è: sono contento per lui, mi sembra un bravissimo ragazzo. Barak ha fatto due anni meravigliosi qui, Simeone ha fatto benissimo... Spero di poter trovare anch'io quella continuità, per tornare a essere un giocatore importante.

In questa Serie A, la corsa alla salvezza è ancora più complicata?

Il campionato italiano è sempre stato difficile, quest'anno c'è una spaccatura tra le squadre di vertice, che si sono rinforzate tantissimo, e tutte le altre. La Cremonese, ad esempio, non ha fatto molti punti ma ha un'idea di calcio precisa, conoscevo l'allenatore perché seguo anche la Serie B. Il Monza è partito male, ma credo sia una situazione legata al fatto che abbia cambiato molti calciatori, la Salernitana si è rinforzata. La lotta salvezza è molto complicata, ma dobbiamo pensare a noi stessi. Dobbiamo continuare a lavorare forte, e sono sicuro che i risultati arriveranno.

Si sente un leader?

Sono un uomo di trent'anni che ha vissuto tanti campionati. Non sono uno che parla molto, preferisco parlare con i fatti in campo, e spero di riuscirci.

Perché non è riuscito a esplodere in carriera?

Ho delle colpe, dopo i due anni a Bologna sono passato per Napoli e Torino, senza avere continuità, se non a sprazzi. A volte mi abbatto facilmente. È un aspetto del mio carattere che devo ancora migliorare: spero di riuscirci, mi sembra di essere arrivato in un ambiente che mi possa aiutare a tornare quello che ero. Sono felice.

Da lei però ci si aspetta molto. Le pesa questa responsabilità?

No. Ho la sensazione di essere arrivato nell'ambiente giusto. Non sento grandi responsabilità, ho al mio fianco compagni che possono aiutarmi a esprimermi al meglio. Devo solo pensare a fare al meglio le cose che so fare.

Che effetto le ha fatto ritrovare Djuric?

Milan è un ragazzo eccezionale: è bello averlo come compagno di squadra perché può solo darti una grande mano.

Chi batte le punizioni tra lei e Veloso?

Non ne abbiamo parlato, ma credo sia scontato: lui ha un gran mancino, quindi credo sia giusto le batta lui.

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Gianluca Tavellin

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