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il caso

Urso: «Intel in Italia, dal governo 3 miliardi». Vigasio rimane in pole

Dopo gli accordi in Polonia e Germania, la multinazionale statunitense dei microchip conferma la trattativa con Roma: «Apprezziamo l’impegno degli italiani». La scelta spetta agli americani
Il quartier generale della multinazionale Intel a Santa Clara in California e il ministro Adolfo Urso
Il quartier generale della multinazionale Intel a Santa Clara in California e il ministro Adolfo Urso
Il quartier generale della multinazionale Intel a Santa Clara in California e il ministro Adolfo Urso
Il quartier generale della multinazionale Intel a Santa Clara in California e il ministro Adolfo Urso

«Il Governo è disponibile a mettere sul piatto 3 miliardi di euro, come richiesto da Intel, pur di vedere confermati i progetti del colosso mondiale dei chip in Italia». A quantificare per la prima volta l’impegno dell’Esecutivo Meloni nella trattativa in atto per l’aggiudicazione dell’investimento nell’impianto di back-end, legato alle fasi finali della produzione di semiconduttori, è il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in visita in Algeria, ma raggiunto telefonicamente da L’Arena.

«L'Italia – assicura anche il ministro - ha fatto tutto quello che era stato richiesto. Governo e Regioni (in lizza per l’insediamento ci sono Veneto e Piemonte, ndr), insieme. Prima della pausa estiva faremo anche un decreto legge che delineerà il piano nazionale sulla Microelettronica. Saremo così il primo Paese in Unione Europea ad attuare il Chips Act. Siamo fiduciosi che diverse imprese decideranno di investire nel nostro Paese», prosegue Urso.

«La task force creata al mio ministero ha già incontrato oltre 80 aziende di Taiwan, Corea, Giappone e Usa», precisa, per garantire le migliori opportunità di insediamento. Il lavoro per convincere Intel a scegliere il Belpaese, includendo l’Italia nella geografia dei siti produttivi della company statunitense nel Vecchio Continente non si è mai fermato. La corsa però non è in solitaria, c’è la concorrenza di Irlanda e Spagna.

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Chips Act: Berlino e Varsavia

Intanto, in una manciata di giorni, la multinazionale statunitense ha siglato due accordi in Europa: in Polonia e a stretto giro Germania che danno concreta attuazione al Chips Act approvato dall'Unione Europea lo scorso aprile con lo scopo di raddoppiare (dal 10 al 20%) la quota comunitaria nella produzione di semiconduttori a livello mondiale.

In Polonia la multinazionale costruirà un impianto di assemblaggio e collaudo vicino Breslavia con un investimento da 4,6 miliardi. In Germania, invece, dopo mesi di trattative, Intel ha annunciato di aver trovato l’accordo con il Governo tedesco che ha assicurato 10 miliardi di dollari di sovvenzioni. A Magdeburgo la company dei chip a stelle e strisce metterà sul piatto 30 miliardi di euro in investimenti per creare un’infrastruttura di produzione di semiconduttori end-to-end, «sostenendo la spinta dell’Unione Europea per una catena di approvvigionamento più resistente», è scritto in una nota di Intel.

Poco lontano, in Israele è appena stata annunciata, infine, la costruzione di un nuovo impianto industriale destinato alla fabbricazione di wafer, un segmento in cui il Paese è già uno dei quattro principali fornitori di Intel, per un ulteriore investimento di 25 miliardi.

’Italia attende le valutazioni della multinazionale che non possono prescindere da considerazioni di ordine logistico, amministrativo, autorizzativo ed economico. Intel venerdì scorso a margine della sigla dell’accordo in Polonia in una nota ripresa dalla Reuters ha ribadito la trattativa in corso in Italia per un eventuale insediamento industriale: «Apprezziamo l’impegno del governo italiano di creare un ecosistema competitivo nel settore della microelettronica».

La posta in gioco è alta

Se Intel, come fatto in Germania, chiede al Governo sovvenzioni a copertura di un terzo dell’investimento, lo stabilimento tricolore potrebbe valere circa 10miliardi di euro.

Dal punto di vista logistico la scelta di Vigasio sarebbe la più razionale, lungo l’asse del Brennero e quindi facilmente collegabile alla Germania.

Nel Veronese le aspettative si sono generate l’ultima domenica di settembre quando ad urne aperte, in occasione delle ultime politiche, l'agenzia Reuters, annunciava la scelta di Intel per il sito scaligero. Il Governatore, Luca Zaia ha sempre sostenuto di avere in mano il dossier e di avere fatto tutto il possibile per convincere la company della validità della proposta veneta.

Intanto ieri, a Roma, il senatore e segretario del Pd Veneto, Andrea Martella ha indirizzato a Urso una interrogazione per chiedere al governo quali iniziative intenda adottare per confermare la realizzazione dello stabilimento a Vigasio. «Secondo diverse fonti giornalistiche - scrive Martella - nelle ultime settimane l’ad di Intel Corporation, Patrick Gelsinger, avrebbe mostrato dubbi sull’effettiva possibilità di scegliere Vigasio, mentre si scoprono le carte sugli accordi raggiunti in queste ore in Europa e Israele».

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Valeria Zanetti

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