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apertura straordinaria

Sotto l'ex cinema Astra le meraviglie della Pompei veronese. Tinè: «Il sito romano più importante di Verona»

Sigillata da un soffitto incendiato e crollato, forse nel IV secolo d.C., come un manto a coprire e custodire mosaici e affreschi parietali. Terminato il cantiere, spetta al privato decidere come utilizzare il resto dell’immobile
La "Pompei veronese" sotto l'ex cinema Astra
La "Pompei veronese" sotto l'ex cinema Astra
Le visite guidate al sito sotto il cinema Astra (Adami)

Anno 2022. Interno giorno. Dal boccascena del cinematografo in stile razionalista del 1937 si apre la panoramica sulla Pompei veronese, sospesa nel tempo e sigillata da un soffitto incendiato e crollato, forse nel IV secolo d.C., come un manto a coprire e custodire per secoli mosaici e affreschi parietali.

È la cartolina che oggi i veronesi hanno potuto ammirare con l’apertura straordinaria dello scavo archeologico del cinema Astra di via Oberdan, sotto il quale è stato rinvenuto uno splendido edificio romano, «forse un albergo per ricchi», ipotizza il soprintendente Vincenzo Tinè.

La storia dello scavo

Nel 2004 la proprietà pensava di trasformare il cinema in un multisala andando in profondità. Ma il progetto è stato scartato quando, all’accertamento archeologico è emerso che sotto appena un metro dalle poltrone in cui per decenni i veronesi si erano seduti, c’era una costruzione romana: una splendida casa che ha vissuto lungo tre fasi dell’età Augustea, Flavia e fino al IV secolo d.C, subendo diverse ristrutturazioni.

Anche le ipotesi sul suo utilizzo sono suggestive: essendo a ridosso di Porta Borsari, quindi fuori dalle mura urbiche, si pensa potesse essere una sorta di albergo di lusso per chi si recava in città, con stanze ampie (sono ben venti i locali) con riscaldamento a pavimento autonomo attivato dal prefurnio, la “zona caldaia” dell’epoca ritrovata nello scavo.

Preziosi anche gli affreschi rosso pompeiano e grigio antracite post primo secolo d.C. con decori floreali stilizzati e i mosaici della seconda metà del II d.C. «La conservazione è eccezionale e sono dipinti non comuni qui e comunque propri di chi poteva permetterselo. Questo ci dice che, appunto, si tratta di un edificio di elevata estrazione sociale, forse un B&B di lusso, vista anche la sua posizione all’incrocio tra le due grandi strade romane, la Postumia e la Claudia Augusta», spiega il soprintendente.

«Di certo è il sito romano più importante di Verona. Si ha una percezione pompeiana alla vista dall’alto come quelle che si hanno in luoghi in cui un evento improvviso ha sigillato una situazione così com’era».

L'incendio che ha "sigillato" il sito

L’incendio che distrusse l’albergo fu probabilmente appiccato di volontà perché non c’era nulla all’interno delle stanze. O forse l’immobile era inutilizzato all’epoca. Tra le ipotesi anche che il fuoco sia stato appiccato per impedire che il sito potesse essere utilizzato come luogo di assedio per la città.

Dal 2004, scoperto lo scavo, l’ex cinema è rimasto chiuso. Solo l’anno scorso è iniziato il lavoro di ricupero da parte della Cooperativa Archeologia di Firenze per la direzione scientifica della Soprintendenza e con fondi ministeriali. E oggi i cittadini saranno guidati alla scoperta del sito dall’archeologo Mattia Berton, responsabile del cantiere.

Le visite al pubblico hanno fatto subito il tutto esaurito, ma non ci sarà possibilità di ripetere l’iniziativa. Terminato il cantiere, spetta al privato decidere come utilizzare il resto dell’immobile. C’è una concessione edilizia commerciale. Ma si vorrebbe anche tentare di mantenere la vista dall’alto della galleria sulla casa romana.

Progetto oneroso e per il quale non potrà mancare un confronto con le istituzioni perché tutti possano fruire di questo gioiello archeologico. 

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Maria Vittoria Adami

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