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Illasi pronta a dare l'addio
al sacerdote-imprenditore

OMBRE & MERITI. Nella chiesa parrocchiale si svolgerà il rito funebre. La salma sarà sepolta temporaneamente nel cimitero del paese. La Guardia di Finanza acquisisce la cartella clinica di don Luigi. Le sue condizioni cardiache erano critiche da tempo ma «ha pesato lo stress» per il crac del colosso sanitario milanese
A Illasi sono state affisse le epigrafi che annunciano il funerale del sacerdote e professore don Luigi Verzè che si svolge oggi alle 14.30FOTO AMATO
A Illasi sono state affisse le epigrafi che annunciano il funerale del sacerdote e professore don Luigi Verzè che si svolge oggi alle 14.30FOTO AMATO
A Illasi sono state affisse le epigrafi che annunciano il funerale del sacerdote e professore don Luigi Verzè che si svolge oggi alle 14.30FOTO AMATO
A Illasi sono state affisse le epigrafi che annunciano il funerale del sacerdote e professore don Luigi Verzè che si svolge oggi alle 14.30FOTO AMATO

Si svolgono oggi alle 14.30 a Illasi nella chiesa parrocchiale di San Giorgio i funerali di don Luigi Verzè, il sacerdote veronese fondatore dell'ospedale San Raffaele, morto a Milano all'alba del 31 dicembre all'età di 91 anni per arresto cardiocircolatorio, Nella sua residenza privata in via Olgettina 46 è stata allestita la camera ardente, aperta per sole due ore, dalle 9.30 alle 11.30, per un «omaggio affettuoso». Sono previsti gli interventi di medici e docenti che hanno lavorato con lui, mentre ufficialmente non è prevista la presenza di autorità. Don Verzè sarà temporaneamente sepolto a Illasi, ma la salma sarà poi tumulata nella cappella della Madonna della Vita del San Raffaele, dietro all'altare.
Una morte avvenuta nel pieno della bufera per il crac finanziario dell'ospedale e proprio questo ha indotto la Guardia di Finanza ad acquisire la cartella clinica di don Luigi Verzè. A quanto si è appreso dall'ospedale San Raffaele le Fiamme Gialle hanno fotocopiato i dati clinici relativi a don Verzè nella giornata di ieri. Secondo quanto ha spiegato il portavoce dell'ospedale, Paolo Klun, si tratta di «una prassi consolidata per i casi di persone coinvolte in vicende finanziarie».
Ma chi era don Verzè? Personaggio controverso, discusso, sempre vicino ai potenti in primo luogo l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al quale aveva promesso di riuscire a prolungargli la vita fino a 120 anni, ma anche agli ammalati, ha creato uno dei più importanti ospedali nel campo della ricerca e voleva aprire proprio a Lavagno un nuovo centro di ricerca per monitorare i pazienti a distanza con un microchip sotto la pelle, utilizzando le ricerche del Mit di Boston. È stato ribattezzato in tutti i modi e non tutti erano eleganti: «Sua Sanità»; «il Berlusconi di Dio», «il prete manager».
Don Verzè è sempre stato un prete al di fuori dagli schemi. Lo si vedeva già dall'abito: grisaglia da manager, camicia bianca e cravatta. Fondatore del prestigioso ospedale e dell'Università Vita e Salute, è finito poi indagato nell'inchiesta per la bancarotta sulla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor ed è morto proprio nel giorno dell'asta per la vendita del centro ospedaliero fondato nel '58. Una morte improvvisa che giunge dopo il tragico suicidio del suo braccio destro, Mario Cal, che il 20 luglio scorso si sparò in ufficio: era appena scoppiato lo scandalo del debito-monstre da 1,5 miliardi di euro accumulato dalla Fondazione.
Don Verzè, nato a Illasi, nel Veronese, si era laureato in Lettere classiche e filosofia nel 1947 all'Università Cattolica di Milano ed era stato ordinato sacerdote nel 1948. Era cresciuto tra i Buoni fanciulli alla scuola di don Calabria. A Milano, negli anni del dopoguerra, era stato molto attivo come organizzatore di scuole di avviamento professionale e nel 1950 aveva fondato il San Raffaele. Un attivismo, il suo, non sempre apprezzato dalle autorità ecclesiastiche, infatti nel 1964 la Curia milanese gli aveva comminato «la proibizione di esercitare il Sacro ministero» e nel 1973, la sospensione a divinis. Entrambe le «condanne» erano state in seguito revocate. Al San Raffaele è stato capace di riunire ricercatori di fama mondiale, creando un polo di eccellenza, così come all'Università Vita e Salute dove nel dipartimento di filosofia sono arrivati pensatori come Massimo Cacciari, Emanuele Severino e Roberta de Monticelli.
Quella sulla bancarotta non è la prima inchiesta che ha visto don Verzè indagato. In passato aveva subito diverse condanne per corruzione, istigazione alla corruzione e ricettazione anche se dopo tutti i gradi di giudizio, grazie alle prescrizioni, non ha mai subito una condanna definitiva.
Ora la sua morte, proprio mentre si decidono le sorti della sua creatura portata sull'orlo della bancarotta. Il San Raffaele è andato all'asta nel giorno della sua scomparsa ma l'aggiudicazione della gara tra i gruppi Humanitas, Polo San Donato, che ha messo sul piatto 305 milioni di euro e l'attuale gestore, la cordata Ior-Malacalza, si deciderà nei prossimi giorni. Il tutto mentre la procura di Milano continua le indagini sulla bancarotta, dalle quali emergono la creazione di fondi neri attraverso sovraffatturazioni ma anche spese folli, come l'aereo da 20 milioni di euro comprato perchè don Luigi Verzè non gradiva i check-in cui tutti i passeggeri sono sottoposti prima dell'imbarco.
In molti lo hanno definito «prete amico del potere». Di certo ha sempre reso pubblica la sua ammirazione per personaggi come Fidel Castro e Gheddafi. Ma il vero amico è stato Silvio Berlusconi. L'ex premier ha sempre ricambiato l'affetto e in occasione del novantesimo compleanno del sacerdote ,aveva raccontato: «Mi confessa e mi dà l'assoluzione senza neppure sentire i miei peccati perchè, conoscendomi, già li conosce. Io a don Luigi auguro l'eternità perchè se c'è uno che se la merita è proprio lui».

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