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Il console d’Ucraina visita l’hub «Qui un’ottima accoglienza»

di Luca Fiorin
La visita   Un altro momento dell’incontro con TosonUcraini Il console di Ucraina con un gruppo di rifugiati FOTO DIENNE
La visita Un altro momento dell’incontro con TosonUcraini Il console di Ucraina con un gruppo di rifugiati FOTO DIENNE
La visita   Un altro momento dell’incontro con TosonUcraini Il console di Ucraina con un gruppo di rifugiati FOTO DIENNE
La visita Un altro momento dell’incontro con TosonUcraini Il console di Ucraina con un gruppo di rifugiati FOTO DIENNE

Il governo dell’Ucraina è a sostegno dell’hub di prima accoglienza dei profughi allestito nell’ospedale di Isola della Scala. Ieri pomeriggio, infatti, ha visitato la struttura il console di Ucraina Marco Toson, il quale ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro che vi viene svolto. Per due ore, il diplomatico ha parlato con i dirigenti dell’unità operativa di Protezione civile provinciale Vittorio Speri e Armando Lorenzini, che coordinano la gestione dell’arrivo dei profughi nel Veronese, con Pietro Girardi, il direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, che ha messo a disposizione la struttura e gestisce la fornitura dei pasti, con il consigliere provinciale Michele Taioli, il quale ha chiesto che si agisca per sveltire le pratiche burocratiche relative al percorso di ospitalità, e con il sindaco e vicesindaco di Isola della Scala Luigi Mirandola e Federico Giordani. Gestione L’incontro ha consentito ai presenti di confrontarsi sugli aspetti operativi di un’attività che inevitabilmente deve essere affinata giorno dopo giorno. Per primo il console ha precisato, infatti, che «nessuno era preparato a gestire una situazione simile». «Attualmente in Polonia, dove sono concentrati coloro che sono usciti dall’Ucraina, ci sono 5 milioni di profughi», ha spiegato Toson. Il quale ha poi rivelato che, di questi, mezzo milione di loro sta pensando di spostarsi verso altri Paesi. Una parte, sulla cui consistenza è impossibile proporre una stima, arriverà in Italia, dove attualmente ci sono 120mila ucraini, e, sicuramente, anche nel Veronese. A chi ipotizzava che negli ultimi giorni ci sia stato un calo di arrivi, d’altro canto, il rappresentante diplomatico ha risposto spiegando che «in realtà i flussi stanno avendo un andamento altalenante, con diminuzioni e crescite repentini». Il console, che è anche presidente di Confindustria Ucraina, realtà che riunisce le aziende italiane attive nel Paese invaso dai russi, e si occupa dei profughi in tutto il Nord-Est ed in Emilia-Romagna, ha comunque assicurato l’impegno suo e del Paese che rappresenta a sostenere le attività che aiutano i profughi e li accolgono. Ha anche raccontato che è stata creata una fondazione, HopeUkraine, che porta aiuti sin dentro il Paese guidato da Zelensky. Posti L’hub di Isola della Scala ha una capacità di 136 posti, ai quali se ne possono aggiungere altri 80. È stato aperto l’11 marzo e sinora ha accolto 615 profughi, con punte di 110 in contemporanea. I rifugiati, fra i quali ci sono anche bambini e minori non accompagnati, che sono oggetto di protocolli specifici, vi arrivano direttamente dall’Est Europa. Nell’hub possono rifocillarsi, vestirsi e fare i primi controlli sanitari, prima di trasferirsi presso famiglie o di essere inviati dalla Prefettura nei centri di accoglienza, i Cas. Normalmente gli ucraini rimangono nella struttura di Isola dai 4 agli 8 giorni. Ospitalità Le strutture di prima ospitalità previste previste nella nostra provincia sono tre. Una è attiva a Ferrara di Monte Baldo, con 30 posti a ieri occupati dei 100 disponibili, ed una può essere aperta a Malcesine, in caso di necessità. Ad accogliere il console Toson ieri sono stati anche i rifugiati. Persone accomunate da storie terribili. Come quella della famiglia che è riuscita a lasciarsi alle spalle l’inferno di Mariupol, della giovane che aveva voluto fare di Bucha la sua casa e poi, dopo essere riuscita ad allontanarsi prima degli eccidi compiuti dagli invasori, non ha più avuto il coraggio di guardare il telegiornale, per la paura di vedere qualche suo conoscente ucciso, o come quella della donna che è forse l’ospite che da più tempo si trova dell’hub. Lei è arrivata in Italia a fine aprile con il marito che, ferito nello scoppio di mine, è stato appena operato all’ospedale di Borgo Trento e non sa se potrà tornare a camminare.•.

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