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baby gang in azione a Villafranca

«Dateci i soldi»: minori armati di coltello tentano di rapinare tre ventenni

Il parcheggio della chiesa della Madonna del Popolo dove è avvenuta l’aggressione FOTO PECORA
Il parcheggio della chiesa della Madonna del Popolo dove è avvenuta l’aggressione FOTO PECORA
Il parcheggio della chiesa della Madonna del Popolo dove è avvenuta l’aggressione FOTO PECORA
Il parcheggio della chiesa della Madonna del Popolo dove è avvenuta l’aggressione FOTO PECORA

Li hanno accerchiati, incuranti del fatto che fossero in tre e loro in due. E anche del fatto che davanti avevano ragazzi più grandi di loro. Si sentivano forti perché probabilmente quella non era la loro prima volta. Perché sapevano di aver un coltello. Le baby gang non esistono soltanto in città, i problemi non sono concentrati soltanto in alcuni quartieri cittadini. Non c’è soltanto il «caso Borgo Roma», con la banda QBR, i cui componenti sono stati alcuni arrestati, alcuni scarcerati. Emuli delle gang più conosciute, oppure componenti che si spostano dalla provincia alla città, taglieggiano anche in provincia, dove magari i controlli sono meno.

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È accaduto di nuovo, è accaduto venerdì notte. Tre ragazzi ultraventenni sono stati accerchiati ed hanno subito un tentativo di rapina da parte di altri due ragazzini, descritti come sedicenni, o giù di lì. Uno dei due è nordafricano, forse italiano di seconda generazione. L’altro è stato descritto come presumibilmente dell’est, ma non ci sono certezze perché è sempre stato zitto.

«Era circa l’una e mezza ed io con due miei amici ci stavamo avviando a casa, abitiamo tutti nei pressi del parcheggio della chiesa di Madonna del Popolo», racconta uno dei giovani aggrediti che preferisce restare anonimo. «Avevamo passato la serata da un altro amico, quando siamo arrivati nei pressi del parcheggio della chiesa abbiamo visto due ragazzi in bici che arrivavano dalla parte opposta. Sembravano due ragazzi qualsiasi, e subito non abbiamo capito che venivano proprio verso di noi. Invece ci si sono messi davanti e ci hanno bloccato la strada e ci hanno chiesto una sigaretta. Ma nessuno di noi fuma e quindi abbiamo detto loro che non ne avevamo. Il ragazzo nordafricano si è allora alterato ed ha iniziato a dire “eh, ma noi la sigaretta la vogliamo, quindi se non ce l’avete ci date i soldi per andarle a comprare», racconta il giovane, «e noi abbiamo replicato che non avevamo soldi, che era anche vero, perché io in tasca non ne avevo e neanche l’altro amico aveva il portafogli. Il terzo, per essere più credibile ha sbattuto le mani sulle tasche e le chiavi hanno fatto rumore facendo capire che aveva qualche moneta in tasca. Il tizio si è arrabbiato ancora di più e ci ha detto che avremmo dovuto chiamare con il nostro cellulare, un suo amico. Ci ha dettato il numero, ma forse era finto e lo faceva apposta, così ha voluto il cellulare per chiamare lui. E ha fatto finta perchè il mio amico il cellulare glielo aveva dato bloccato. Poi il tipo ha iniziato a dire, tenendo in mano il nostro telefonino, al suo amico che era ora che andassero. Noi abbiamo poi capito che quella era la parola d’ordine, forse perchè volevano scappare con il cellulare che avevano in mano, ma il suo amico, quello che non ha mai aperto bocca, forse non ha capito ed il mio amico si è ripreso al volo il cellulare. Così lui ci ha buttato addosso la bici e ha tirato fuori un coltello».

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Ragazzini, minorenni, che girano con una «lama», robe da grandi. Robe da teppisti navigati. Robe da rischiare la galera e rovinarsi e rovinare la vita. «A quel punto siamo scappati tutti. Un mio amico è tornato a casa di quello da cui avevamo passato la serata, io e un altro siamo corsi a casa mia che è poco lontana. E abbiamo subito chiamato i carabinieri». Ma nel frattempo hanno controllato da lontano cosa stesse accadendo nel parcheggio. Hanno visto i due continuare a gironzolare. Forse stavano cercando, aspettando, altre prede. «Sono poi passate altre due auto e a quel punto i due se ne sono andati. Abbiamo visto arrivare i carabinieri, che hanno girato per il parcheggio e crediamo abbiano multato due che stavano bevendo della birra in auto e poi sono venuti da noi. Forse il minore nordafricano lo conoscono, almeno così ci è sembrato, era lui il capo, era lui a guidare l’altro che sembrava più la sua spalla», prosegue il racconto la vittima, «di certo quello che è capitato a noi non è un caso isolato, anche qualche sera prima, quando c’era la sagra di San Pietro sappiamo che c’è stata una rissa. E qualche sera fa sono stati arrestati due giovani scoperti mentre scassinavano la porta di un bar per rubare. Non è un bel momento, noi ragazzi non ci sentiamo sicuri perché questi girano con i coltelli e non è normale trovarsi davanti uno che te lo punta contro. Abbiamo avuto tutti paura che la cosa degenerasse, non ci aspettavamo certo un rientro a casa così movimentato. Noi la denuncia l’abbiamo sporta, ora sta alle forze dell’ordine rintracciarli, da come si muoveva il nordafricano non dev’essere la prima volta che rapina qualcuno».

 

Alessandra Vaccari

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