In braccio al papà la piccola Maria (il nome è di fantasia) spalanca gli occhioni e sorride. Nonostante il suo piccolo cuoricino, fin dalla nascita avvenuta lo scorso luglio all’Ospedale della donna e del bambino di Borgo Trento a Verona, «faccia i capricci».
Così, nonostante siano passati quasi cinque mesi dal lieto evento, la piccola soltanto lunedì 18 dicembre ha potuto vedere la propria casa, essendo stata nel frattempo sottoposta in ospedale a ben sette interventi chirurgici particolarmente complessi per la sua tenerissima età.
La famiglia
Papà Nicola, che fa l’operaio, e mamma Giovanna, addetta in una ditta di pulizie (i loro nomi sono altrettanto di fantasia), hanno entrambi 35 anni e abitano nel Villafranchese. Da luglio scorso e per oltre quattro mesi il polo ospedaliero scaligero è diventato per loro e per la primogenita una seconda casa. Fino a qualche giorno fa la madre ha accudito nel polo scaligero la figlia giorno e notte, dal lunedì al venerdì, mentre nei week end papà Nicola correva a darle il cambio.
Ora la loro bimba è giunta a casa, giusto in tempo per festeggiare il suo primo Natale fra le mura domestiche, pur continuando a seguire terapie farmacologiche e a sottoporsi a visite ospedaliere settimanali, in vista di un imminente e sempre più probabile ottavo intervento cardiaco.
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Nascita e diagnosi
«Nulla, durante la gravidanza, aveva lasciato presagire sui difetti congeniti di Maria», rivela mamma Giovanna, «tuttavia poche ore dopo il parto cesareo i medici hanno notato qualcosa che non andava al suo piccolo cuore. Dopo tre giorni, Maria ha subito il primo intervento».
«Alla nostra piccina», spiega Nicola, «sono state diagnosticate un’insufficienza mitralica severa ed una stenosi mitralica altrettanto seria».
Gli interventi
«Ad oggi», prosegue il papà, «Maria è stata sottoposta a sette interventi chirurgici, tutti della durata di alcune ore. La prima e l’ultima operazione sono avvenute con circolazione sanguigna extracorporea, ossia fermando il cuore della bambina e mantenendola in vita attraverso i macchinari».
In tutti i casi Maria è riuscita a superare positivamente le operazioni. «Tuttavia», continua papà Nicola, «sappiamo che non sarà finita qui. Si profila un’operazione importante, l’intervento di Ross, che consiste in un doppio trapianto della valvola aortica e di quella polmonare».
«I dottori», annotano entrambi i genitori, «ci hanno già informato che interventi e terapie non finiranno qui: nostra figlia dovrà convivere tutta la vita con questa cardiopatia. La forza con cui nostra figlia reagisce alle varie operazioni, a sua volta ci dà il coraggio di affrontare insieme a lei questa sfida quotidiana».
Il messaggio
«Con il nostro esempio vogliamo infondere coraggio a tutte quelle famiglie nelle nostre stesse condizioni», conclude il papà di Maria. «A nostra figlia», riprende Giovanna, «vogliamo dire: sei la nostra guerriera, sei nata con il botto e stai dimostrando tutta la tua tenacia. Ti amiamo tanto».
L’équipe
Il pensiero dei genitori di Maria va infine all’équipe medica di Borgo Trento.
«In particolare», elencano Giovanna e Nicola, «vogliamo ricordare i dottori dell’emodinamica Matteo Ciuffreda, Alessandra Cristofaletti, Camilla Sandrini e, per la cardiochirurgia, il dottor Stiljan Hoxha ed il primario Giovanni Battista Luciani, senza dimenticare la psicologa Valentina Fava».