«Con lui se ne è andato l'ultimo reduce veronese della Divisione Acqui. Ora, nel resto d'Italia, ne restano solo dieci»: l'ha ricordato Claudio Toninel, presidente della sezione provinciale dell'Acqui, al termine dei funerali di Olindo Bussi, spentosi a 103 anni, nella chiesa di Buttapietra gremita.
Era presente, tra le bandiere degli alpini e dei combattenti e reduci attorno all'altare, anche il labaro della Divisione, che Olindo ha portato per anni alle cerimonie commemorative del massacro del 1943 a opera dei soldati nazisti (Bussi era scampato all'eccidio solo perché era in licenza).
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È stato un rito commovente: il Vangelo di Matteo delle beatitudini, il ricordo dell'ultracentenario come costruttore di pace, l'omelia conclusasi con l'Ave Maria, "Fratello Sole Sorella Luna" cantata dal coro ad accompagnare il momento dell'Eucarestia, il ricordo di don Francesco che andava al venerdì a portare la comunione a casa di Olindo, la preghiera del combattente e reduce e l'intervento di Toninel che si ostinava a proporre ad Olindo di accompagnarlo all'annuale cerimonia al monumento nazionale alla Acqui eretto a Verona, o di accompagnarlo tramite un mezzo della Croce verde, ricevendo ogni volta un rifiuto: Bussi preferiva farsi portare da uno dei figli e poi salire la scala da solo. Come ha puntualmente fatto il 21 settembre scorso.