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LOTTA ALLA PANDEMIA

Vaccini, al via la terza dose. Si parte con le case di riposo veronesi

Dopo gli anziani ospiti sarà la volta degli operatori delle 75 realtà presenti tra città e provincia
Il vaccino somministrato a un’anziana
Il vaccino somministrato a un’anziana
Il vaccino somministrato a un’anziana
Il vaccino somministrato a un’anziana

Terze dosi al via nelle case di riposo di Verona. Il primo a partire stamattina è il centro servizi Le Betulle di Borgo Venezia che somministrerà a una sessantina di ospiti altrettante dosi di vaccino anticovid Pfizer. È la prima struttura a Verona, ma anche tra le prime in Veneto e in Italia. La circolare ministeriale che regola la distribuzione delle terze dosi nella popolazione anziana, infatti, è uscita lunedì sera e subito il centro, diretto dal dottor Michele Abrescia e che si occupa sia di anziani autonomi sia di non autosufficienti, di una comunità alloggio e di un ospedale di comunità, ha chiesto all’Ulss9 le forniture «che ci ha messo a disposizione in velocità», spiega Abrescia.

 

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Ora si procederà anche nelle altre case di riposo che sono 75 tra città e provincia per circa novemila ospiti e quasi altrettanti operatori e dipendenti: «Le strutture stanno acquisendo i consensi degli ospiti, se sono in grado di decidere da sé, o dei parenti che si occupano di loro», spiega il direttore generale dell’Ulss9, Pietro Girardi. «Man mano che li raccoglieranno procederanno con le somministrazioni. Quindi credo che la settimana prossima altre case di riposo saranno pronte per iniziare». Nelle strutture ci sono ancora da recuperare alcune prime iniezioni o richiami: «La situazione varia in continuazione perché ci sono sempre nuovi ingressi di pazienti. Alcuni, ma in numero ridotto, sono in corso di vaccinazione», conclude Girardi. «A ogni modo abbiamo molta disponibilità di vaccini».

 

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Il centro Le Betulle, all’incrocio tra via Montorio e via Cotta, oggi si occuperà di 60 dei suoi 105 anziani residenti e procederà man mano che raccoglierà i consensi degli altri: il modulo è contenuto nella circolare ministeriale. Così accadrà anche per il personale, composto da circa 100 dipendenti. «La circolare non fa distinzione tra ospiti e personale per la somministrazione perciò procederemo contemporaneamente, a eccezione di questa prima mattinata in cui iniziamo con gli anziani autosufficienti. Proseguiremo con i non autosufficienti, poi con la comunità alloggio e infine con l’ospedale di comunità. Credo che tutti daranno il consenso: nelle prime fasi della campagna vaccinale tra il personale siamo arrivati al 99,9 per cento di adesione. Solo un operatore non si è potuto vaccinare per motivi di salute. Mentre gli ospiti hanno aderito al 98 per cento».

 


Il centro aveva iniziato subito anche la campagna vaccinale inaugurata in Italia il primo gennaio, dopo la giornata europea del 27 dicembre durante la quale a Verona furono vaccinati 180 operatori sanitari. In via Cotta si era iniziato il 4 gennaio con un’organizzazione interna che sarà applicata anche per le terze dosi.

 


«Procediamo con il nostro personale», continua Abrescia. «Riceviamo le dosi dall’Ulss9, che ringraziamo per essersi attivata subito dopo la circolare, le scongeliamo qui. Una squadra di infermieri prepara, una è di supporto ai medici e vaccina e una registra l’operazione. All’inizio della campagna abbiamo fatto 120 vaccini al giorno». Nelle case di riposo la somministrazione dell’anticovid ha dato subito i risultati. Nei primi mesi di campagna a Verona, come in Italia, la curva della mortalità è scesa repentinamente, soprattutto quella dei decessi tra gli anziani, dopo i drammatici picchi tra novembre e dicembre che avevano colpito soprattutto le case di riposo. Conferma i buoni risultati, Abrescia: «Dopo il vaccino non abbiamo avuto più ospiti positivi e non si sono ammalati neppure i dipendenti che fuori di qui erano stati a contatto con persone contagiate, anche familiari. Il vaccino ha funzionato». E questo ha consentito anche di riaprire le visite tra gli ospiti e i loro parenti. «Ci aiuta molto il giardino attrezzato con panche e ombrelloni e con questo clima è lo spazio preferito. Si entra comunque con Green pass e mascherina Ffp2. Abbiamo anche stanze al coperto e ventilate e resta, anche se per ora non lo usiamo, la stanza degli abbracci che ci era stata regalata dalla fondazione Apollinare Veronesi».

Maria Vittoria Adami

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