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Sant'Anna d'Alfaedo

Bambini morti nella ghiacciaia: la perizia sulla trave spezzata non cancella i dubbi

La consulenza disposta dalla procura sulla morte di due ragazzini lascia aperti alcuni interrogativi
I carabinieri vicino alla ghiacciaia di Malga Preta dove è avvenuta la tragedia
I carabinieri vicino alla ghiacciaia di Malga Preta dove è avvenuta la tragedia
I carabinieri vicino alla ghiacciaia di Malga Preta dove è avvenuta la tragedia
I carabinieri vicino alla ghiacciaia di Malga Preta dove è avvenuta la tragedia

La trave di legno che si è fratturata presentava tracce di muffa sia all’esterno, che verso l’interno. Tracce che erano sicuramente visibili, almeno quelle in superficie. Tuttavia, non è possibile stabilire come si presentasse esternamente la trave e come fosse percepibile «a vista». Si poteva capire, osservandola, che aveva bisogno di manutenzione? Pone alcuni punti fermi e lascia aperto qualche interrogativo la consulenza disposta dalla Procura per far luce sulla tragedia della ghiacciaia della Lessinia.

Quel manufatto di almeno due secoli fa, che il 3 luglio del 2021 ha ceduto, travolgendo e uccidendo Michele Mazzuccato e Tommaso Saggioro, due bambini di sette anni di Mizzole e Trezzolano, e ferendone altri due, mentre stavano giocando nel parco della Lessinia. Poco distante da dove i genitori stavano finendo di pranzare. La consulenza disposta dal pubblico ministero Paolo Sachar, titolare dell’inchiesta, è stata depositata e inviata ai difensori per le opportune valutazioni.

Il quadro che emerge dalla relazione di 62 pagine dell’ingegnere Luigi Cipriani, il consulente del pm, è complesso. Al centro di tutto, le condizioni della ghiacciaia che si trova vicino a Malga Preta, poco distante dal Corno d’Aquilio, nel Comune di Sant’Anna d’Alfaedo, luogo della tragedia. Fin dai primi accertamenti si era sospettato che la trave di legno che si è spezzata, causando la caduta della piastra di pietra che ha colpito i bambini, fosse marcia. Ora qualche dato certo è arrivato. «Le indagini operate», si legge nella consulenza, «consentono di concludere che la frattura della trave si sia concretizzata in quanto il lavoro meccanico applicato in tale ambito ha superato la ridotta capacità portante del materiale conseguente allo stato di ammaloramento della porzione di trave, determinandosi quindi la frattura».

L'esame sulla trave spezzata

In altre parole, la trave, nelle condizioni in cui era, non è riuscita a reggere il peso del materiale e si è spezzata. Il cedimento è stato di tipo «fragile», improvviso, circostanza compatibile con quanto riferito dai bambini. «Sul punto», prosegue il consulente, «si osserva che l’azione applicata dai bambini che saltellavano sulla copertura può avere indotto anche sollecitazioni localizzate con una ciclicità temporale, così da acuire la situazione precaria nell’elemento strutturale», conclude. «Non vi sono elementi per poter affermare con ragionevole certezza quanto la situazione avrebbe resistito senza l’azione esterna, sicuramente ci si trova di fronte ad una situazione fortemente compromessa».

Sul registro degli indagati risulta iscritto il proprietario di Malga Preta di Sotto, Augusto Ceradini: le ipotesi di accusa a suo carico sono di omicidio colposo e lesioni colpose. Resta ora da capire se, sulla base di quanto riportato nella consulenza della Procura, il pm Sachar riterrà che esistano profili di responsabilità a suo carico. In particolare, tra i fattori giuridicamente rilevanti, c’è sicuramente l’aspetto della consapevolezza, ovvero se il proprietario della ghiacciaia fosse conscio del fatto che il manufatto era pericoloso e necessitava di manutenzione. Le indagini, intanto, proseguono.

Manuela Trevisani

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