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L’appello

In Lessinia l'ambulanza c'è solo di notte e nei fine settimana. I comuni ora chiedono sia fissa

di Lorenza Costantino
Emergenza in Lessinia - Volontari e mezzi della Croce Verde di Cerro all'opera sulle montagne veronesi
Emergenza in Lessinia - Volontari e mezzi della Croce Verde di Cerro all'opera sulle montagne veronesi
Emergenza in Lessinia - Volontari e mezzi della Croce Verde di Cerro all'opera sulle montagne veronesi
Emergenza in Lessinia - Volontari e mezzi della Croce Verde di Cerro all'opera sulle montagne veronesi

Tutela della salute per gli abitanti della montagna: un diritto ancora troppo «fragile».

Al netto dei limiti imposti dal territorio, i sindaci della Lessinia mirano a un’uguaglianza assistenziale che, al momento, non esiste. L’altopiano è di gran lunga sfavorito, per servizi sanitari, rispetto al resto del Veronese. Parte, quindi, la rivendicazione corale dei Comuni: poter disporre di un’ambulanza in loco con un orario più ampio di quello ora osservato dalla Croce Verde di Cerro: unico presidio per l’emergenza-urgenza in alta Lessinia (nell’ex scuola media del paese), attivo solo di notte e nel fine settimana.

L’esperienza estiva

La richiesta prende le mosse anche dall’esperienza di quest’estate. Per luglio e agosto - periodo clou del turismo lessinico, quando le seconde case riaprono e si registra il picco nelle strutture ricettive - l’Ulss9 aveva accettato, per la prima volta, di finanziare l’estensione del servizio ambulanza di Cerro anche durante l’orario diurno feriale. In quei sessanta giorni, il mezzo di soccorso ha svolto ben 187 interventi fra Cerro, Bosco, Erbezzo, Roverè, Velo e dintorni.

Una media di tre al giorno. «È vero che, in quei due mesi, assistiamo a un boom delle presenze in Lessinia, cui è legata l’impennata degli interventi. Ma, nel resto dell’anno, rimane il nodo irrisolto della popolazione locale», evidenziano i sindaci, «ovvero il tempo spesso eccessivo che trascorre fra la richiesta di soccorso e l’arrivo dell’ambulanza: l’elemento decisivo».

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Grezzana presidio più vicino

Infatti, a oggi, un’emergenza sanitaria che capiti in un giorno feriale va presa in carico dalla Croce Verde di Grezzana, il presidio più vicino. Ma se questa dovesse essere già impegnata altrove, la richiesta rimbalza a Borgo Venezia, e via via a distanza crescente, fino a quando non si trovi un mezzo di soccorso libero.

Un effetto domino che può causare - come era accaduto lo scorso inverno ai danni di una anziana a Bosco Chiesanuova - più di un’ora d’attesa prima di udire l’agognata sirena. Il disguido era stato denunciato dal sindaco di Bosco, Claudio Melotti. E a partire da quell’antefatto, qualcosa si è mosso. Se prima erano i Comuni lessinici a pagare il potenziamento estivo della Croce Verde di Cerro - anche per far fronte alla mancata attivazione della guardia medica turistica da parte dell’Ulss - a luglio e agosto scorsi è stata l’azienda sanitaria a farsene carico.

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La necessità invernale

Adesso, però, con il ritorno dell’ambulanza all’orario invernale «ridotto», i Comuni tornano a chiedere di più. Riepiloga il sindaco di Cerro, Antonio Bertaso: «Dopo alcune segnalazioni, come quella di Bosco, c’era stato l’incontro fra i sindaci della Lessinia e l’Ulss 9 e, dopo, con la presidenza della Croce Verde. La loro disponibilità a rinforzare il servizio estivo è stata pronta e concreta, perciò a loro va il nostro ringraziamento. Come pure rivolgiamo un sentito grazie ai volontari della Croce Verde di Cerro, che hanno supportato il potenziamento svolgendo una notevole mole di lavoro. Ora», conclude, «dobbiamo lavorare affinché il servizio sia definitivo».

«Bene il potenziamento estivo», commenta Melotti, «ma resta da risolvere, durante il resto dell’anno, il problema della risposta, spesso non tempestiva, alla richiesta di soccorso. D’inverno la Lessinia è meno popolata, ma non si può accettare un ragionamento basato sui soli numeri. La tutela della salute pubblica è un diritto in montagna come in pianura. L’Ulss dimostra efficienza nelle occasioni di maggiore gravità, quando a muoversi è l’elicottero. Ma riteniamo che sia auspicabile un’ambulanza fissa a Cerro, sempre e tutto il giorno, non solo di notte e nei week-end». «Non posso che essere d’accordo», conferma il sindaco di Erbezzo, Lucio Campedelli. «La nostra gente paga già le distanze da scuola, lavoro, servizi, e lo fa perché vuole continuare a vivere in montagna. Si possono fare sacrifici e rinunciare a qualche vantaggio, ma non si può negoziare sul diritto alla salute. Una ambulanza che arrivi cinque minuti prima può fare la differenza. Per i turisti, ma anche per i residenti». 

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