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Permane la crisi idrica, si pensa ai razionamenti

Il fiume Adige in secca nella zona di Pescantina: stessa situazione delle  altre aree delle provincia
Il fiume Adige in secca nella zona di Pescantina: stessa situazione delle altre aree delle provincia
Il fiume Adige in secca nella zona di Pescantina: stessa situazione delle  altre aree delle provincia
Il fiume Adige in secca nella zona di Pescantina: stessa situazione delle altre aree delle provincia

Le piogge dei giorni scorsi non hanno fatto rientrare l’allarme siccità e probabilmente non ci riusciranno nemmeno le precipitazioni previste per oggi. Secondo chi si occupa della gestione delle risorse idriche, infatti, il pericolo che nel Veronese perdurino situazioni critiche, continua ad essere quanto mai reale. Stagione irrigua a rischio. «Se si dovesse dare avvio oggi alla stagione irrigua non lo si potrebbe fare», spiega Andrea Crestani, il direttore di Anbi Veneto, l’organismo a cui fanno capo gli enti che gestiscono corsi d’acqua e fossati. «I dati attuali dicono che a Ponte San Lorenzo, nel punto in cui si chiude il bacino di Trento, l’Adige ha livelli così bassi che non potrebbe essere attuata nessuna derivazione nel Veronese», aggiunge. E siccome le campagne della nostra provincia sono per buona parte dipendenti, per quanto riguarda l’acqua, proprio dal fiume Adige, è evidente che la situazione resta decisamente preoccupante. Provvedimenti eccezionali. «Le piogge che ci sono state nei giorni scorsi hanno alleviato un po’ l’aridità dei terreni, consentendo le semine, e quel po’ di neve che è caduta potrà venire buona nei prossimi giorni, ma è chiaro che si sta andando verso una situazione che può richiedere l’adozione di provvedimenti eccezionali», dice Crestani. Il quale precisa che gli unici territori veronesi che ricadono nel bacino del Po - quelli della Bassa, che sono attraversato dal Fissero-Tartaro-Canal Bianco - sono messi forse ancora peggio. «Nell’area legata al Po si sta addirittura pensando alla richiesta dello stato di calamità», precisa. Poco sollievo dalle piogge. Anche Marina Colaizzi, la direttrice dell’autorità di bacino delle Alpi Orientali, che ha competenza sui fiumi che attraversano il Nord-Est e le aree vicine, spiega che le precipitazioni dei giorni scorsi hanno portato ben poco sollievo. «Sinora sono state date indicazioni non radicali in merito alla necessità di risparmiare le acque presenti, ma tutto è legato all’andamento climatico», afferma Colaizzi. Summit sulla situazione. «Nell’ultimo osservatorio sullo stato dell’Adige, la criticità è stata definita come lieve, ma solo perché la stagione irrigua vera e propria non è ancora iniziata», precisa Crestani. Il responsabile spiega che ieri, due giorni prima del teorico avvio della distribuzione dell’acqua nelle campagne - che avverrà forse oggi - si sono riunite tutte le realtà che hanno a che fare con la gestione delle acque dell’Adige per fare il punto della situazione. «Siamo comunque pronti a chiedere che venga imposto il rilascio, da parte dei bacini idroelettrici presenti in Trentino, di una quantità di risorse idriche tale da consentire, almeno per ora, di irrigare le nostre campagne», conclude. Scenario grave «Le piogge dei giorni scorsi hanno portato pochissimo ristoro e nel veronese lo scenario idrologico è grave, visto che mostra delle carenze di livello storiche, anche per quanto riguarda le falde sotterranee», ribadisce il Consorzio di bonifica Veronese, che opera nei due terzi della provincia posti a destra dell’Adige. «Gli ultimi rilevamenti indicano che, rispetto alle medie del periodo, questo inverno le piogge sono state inferiori del 70 per cento e, cosa ancora più grave, che è stato registrato il 60 per cento in meno negli accumuli di neve e negli invasi alpini; questi numeri impressionano e preoccupano».•.

Luca Fiorin

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