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L'ordinanza di Zaia

Dichiarato lo stato di crisi idrica in Veneto: «Limitare il consumo dell'acqua al minimo indispensabile»

L'ordinanza obbliga a un uso parsimonioso dell'acqua anche nei campi
L'ordinanza obbliga a un uso parsimonioso dell'acqua anche nei campi
L'ordinanza obbliga a un uso parsimonioso dell'acqua anche nei campi
L'ordinanza obbliga a un uso parsimonioso dell'acqua anche nei campi

Nell’attesa che, dopo la lettera inviata ad aprile al premier Mario Draghi, il Consiglio dei Ministeri decida se deliberare lo stato di emergenza, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si è mosso da solo. E ha firmato una nuova ordinanza con cui viene dichiarato lo stato di crisi idrica nel territorio regionale. Alla fine di marzo, infatti, nella regione le precipitazioni sono risultate inferiori del 58% agli apporti medi del periodo. Nel mese di aprile, la precipitazione media registrata è di 23 mm, a fronte di quella del periodo negli anni precedenti che è di 94 mm. Uno stato di crisi tale da aver spinto il Veneto a chiedere al Trentino Alto Adige di aumentare la portata del fiume Adige di 20 metri cubi al secondo per fare fronte alla siccità in pianura. Ma la risposta è stata negativa perché anche le dighe in montagna sono quasi vuote.

Zaia, vista la situazione d’emergenza proprio all’inizio della stagione irrigua, ha quindi dichiarato lo stato di crisi, spiegando che “è evidente la necessità di iniziare ad utilizzare l’acqua in maniera parsimoniosa, limitandone il consumo al minimo indispensabile. Per fronteggiare le sempre più frequenti crisi idriche, auspico che quanto prima si convochi un tavolo tecnico di coordinamento tra l’Autorità Distrettuale, la Regione del Veneto e le Province Autonome di Trento e di Bolzano per definire una gestione sovraregionale della crisi in atto, per affrontare in ogni suo aspetto e in maniera organizzata, congiunta e coordinata le problematiche connesse ai rilasci di risorsa idrica”. Iniziativa che verrà presa, come ha confermato nei giorni scorso a L’Arena Marina Colaizzi, segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali: «Mi sono presa l'impegno di organizzare un tavolo, intorno al quale far sedere il Veneto e le due Province autonome».

Nello specifico, l’ordinanza dispone che tutti gli utilizzatori di acqua, ed in particolare gli operatori del settore agricoltura, tutti i soggetti che irrigano giardini e parchi e i titolari di concessioni a derivare, si prodighino in ogni iniziativa necessaria per un uso parsimonioso e sostenibile della risorsa idrica. In particolare viene stabilito che i Consorzi di bonifica diano priorità al servizio irriguo nelle aree dotate di impianti a maggior efficienza irrigua, tenendo conto anche delle colture e della loro fase fenologica. Dove possibile deve essere incentivato l’utilizzo di strumenti di consiglio irriguo e avviate attività di sensibilizzazione nei confronti dei consorziati per un uso accorto della risorsa idrica al fine di soddisfare i bisogni reali delle colture. Ai soggetti gestori di manufatti, con capacità di regolazione e invaso, viene richiesto di trattenere la risorsa idrica allo scopo di renderla fruibile nel periodo estivo. L’ordinanza stabilisce inoltre che, i gestori delle strutture acquedottistiche procedano con una razionale gestione della risorsa idropotabile, rinviando le operazioni di manutenzione delle reti e degli impianti che comportano consumi aggiuntivi di acqua, salvo situazioni necessarie per motivi di igiene pubblica.

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