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La polemica

Siccità, un nuovo attacco dal Trentino: «Niente acqua a chi la spreca»

Un’affermazione che contiene una critica ai veneti. La replica: «Ma l'acqua è un bene di tutti»
L’Adige in secca all’altezza di Pescantina
L’Adige in secca all’altezza di Pescantina
L’Adige in secca all’altezza di Pescantina
L’Adige in secca all’altezza di Pescantina

Nuovo affondo da Trento sull’utilizzo delle poche risorse idriche disponibili. «Non daremo l’acqua a chi la spreca», ha detto il governatore della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Un’affermazione che contiene, anche se non espressamente, una critica ai veneti e di fronte alla quale da Verona non si sono fatte attendere le repliche.

 

L'affondo di Fugatti

«L’acqua è di tutti, ora intervenga il Governo», tuonano i politici. Mentre coloro che gestiscono le risorse per l’irrigazione spiegano che le azioni antispreco già sono in corso, con investimenti per decine di milioni di euro. Fugatti, che solo pochi giorni fa aveva diffuso una nota scritta con il presidente del Veneto Luca Zaia in cui si diceva che veneti e trentini stanno affrontando insieme il problema siccità, venerdì ha rimarcato che l’acqua serve in primo luogo al Trentino e alle sue attività, agricole ed economiche.

Parlando di risorse idriche, che ha definito «nostre», il presidente della Provincia ha precisato che è inutile offrire l’acqua a territori che non lavorano per il risparmio idrico. Prendendosela soprattutto con le perdite degli acquedotti che in realtà nel veronese - gli enti dell’idrico integrato l’hanno ribadito più volte - sono inferiori alla media nazionale. «Se vengono fatti degli investimenti a favore dei territori, che coinvolgano anche la provincia di Trento, possiamo pensare di avere un interesse nel mettere a disposizione l’acqua; se viene persa, invece, è meglio che ce la teniamo», ha detto il presidente trentino.

 

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Un commissario per il Veneto

«Parlare dell’acqua come di un bene di cui si è proprietari è davvero discutibile», afferma Marco Andreoli, leghista che è a capo della commissione regionale che si occupa di agricoltura e consorzi di bonifica. «È fondamentale che il Governo nomini subito un commissario», continua Andreoli.

Secondo il consigliere, per garantire un risparmio d’acqua in breve tempo, riducendo l’evaporazione e garantendo introiti ai consorzi di bonifica da investire in opere, è possibile coprire i 26 chilometri di canali veneti con pannelli fotovoltaici flottanti. Per Alberto Bozza, che in Consiglio regionale rappresenta Forza Italia, «le dichiarazioni di Fugatti avvalorano la richiesta che ho già fatto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin di nominare una figura sovraregionale che si occupi dei bacini del Garda e dell’Adige, che sono i più importanti d’Italia». Questa settimana la cabina nazionale di regia sulla crisi idrica ha deciso di istituire un commissario nazionale. Ora Bozza chiede che si arrivi subito alla nomina di una figura con poteri ampi.

 

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"Assenza di interventi in Veneto"

Secondo i consiglieri democratici Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni, però, «se la Provincia di Trento chiude i rubinetti al Veneto, malgrado abbia la stessa guida politica della nostra Regione, è a causa dell’assenza di interventi per il contenimento idrico che si protrae in Regione da almeno sei anni».

Moreno Cavazza, presidente del consorzio che gestisce il canale artificiale Leb, che garantisce l’irrigazione di buona parte del Veneto centrale grazie all’acqua dell’Adige, spiega che sono appena stati conclusi lavori di rifacimento dell’alveo del corso d’acqua che consentono di non disperdere 80 milioni di metri cubi d’acqua all’anno e che nel giro di un paio d’anni si arriverà ad un risparmio di 150 milioni di metri cubi. «Questa estate entrerà in funzione anche un sistema di paratoie intelligenti studiato in collaborazione con le università di Verona e Padova, che consentirà di erogare l’acqua solo dove realmente serve, e sono in corso studi per adattare l’irrigazione ai diversi tipi di suolo», conclude Cavazza.

Luca Fiorin

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