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Ca’ del Bue, Venezia cancella l’inceneritore

L’inceneritore a Ca’ del Bue: la Regione esclude nel Piano rifiuti, la sua messa in funzione
L’inceneritore a Ca’ del Bue: la Regione esclude nel Piano rifiuti, la sua messa in funzione
L’inceneritore a Ca’ del Bue: la Regione esclude nel Piano rifiuti, la sua messa in funzione
L’inceneritore a Ca’ del Bue: la Regione esclude nel Piano rifiuti, la sua messa in funzione

A Ca’ del Bue non si farà più l’inceneritore. Lo dice il Piano regionale dei rifiuti, approvato dalla giunta veneziana. Nel documento, che ora deve passare dal Consiglio regionale, vi è una tabella che raffronta le previsioni di piano per il 2020 con quelle per il 2030: alla voce «Incenerimento» vi è riportato che «rispetto le potenzialità autorizzate, si rileva nessun fabbisogno di capacità di trattamento aggiuntiva al 2030». Ciò sta a significare che a Ca’ del Bue, fino al 2030, non è previsto dal Piano regionale dei rifiuti nessun inceneritore per il Rifiuto urbano residuo (quello dal quale è già stata tolta la frazione umida). Per arrivare a questa indicazione per il prossimo decennio, il nuovo Piano parte dalla pianificazione approvata nel 2015, tenuti presenti anche «i fabbisogni effettivamente compensati e le necessità impiantistiche ancora aperte, che necessitano di una rivisitazione o di nuova implementazione». Ricorda in proposito che al «2020 era programmato un impianto di incenerimento con recupero termico a Ca’ del Bue (revamping dell’impianto esistente), ma il nuovo ciclo di pianificazione, anche in riferimento al DPCM 10 Agosto 2016, non prevede nuovi impianti di incenerimento per il Veneto». Il concetto del blocco a nuovi inceneritori viene ripetuto in più punti del provvedimento. Si richiama il fatto che relativamente «all’impiantistica dedicata al recupero dei rifiuti urbani, per i quali il fabbisogno impiantistico è più che coperto, verrà favorita la conversione degli impianti verso processi innovativi finalizzati a massimizzare la valorizzazione dei materiali». Sempre il Piano rifiuti recita che «l’obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica, già indicato nella precedente pianificazione, nel rispetto della potenzialità minima di esercizio per la sostenibilità finanziaria degli impianti, può essere perseguito solo riducendo il rifiuto residuo prodotto, massimizzando il ricorso ai termovalorizzatori già esistenti e ottimizzandone le performance». Sulla questione degli inceneritori era intervenuta anche Legambiente che chiese di «bloccare la potenzialità di incenerimento, programmando la riduzione delle capacità autorizzate in base agli obiettivi a lungo termine del piano rifiuti». La Regione, a fronte di ciò, assicura che «il Piano non prevede ulteriore fabbisogno di incenerimento di rifiuti urbani. La capacità impiantistica necessaria resta quella del precedente piano, con l’unica differenza della previsione di efficientamento di linee obsolete di impianti esistenti». La giunta regionale dichiara inoltre di voler «valorizzare la capacità impiantistica esistente al fine di favorire la prioritaria saturazione della potenzialità di incenerimento per il rifiuto urbano residuo, ricorrendo allo smaltimento solo in via residuale». A tutelare San Giovanni Lupatoto dovrebbe esserci anche la definizione dei criteri per individuare aree non idonee alla creazione di inceneritori, discariche e impianti di recupero, integrati dall’aggiornamento di altri strumenti regionali, come il Piano Territoriale di Coordinamento, di Tutela Acque e dell’Atmosfera.•.

Renzo Gastaldo

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