Un viaggio attorno al mondo di due anni, attraversando in bicicletta, da sola, 25 Paesi. Protagonista di questa avventura è Monica Consolini, 33 anni, originaria di Lazise e residente a Sega di Cavaion: ingegnera energetica per formazione e guida ambientale per passione.
Partirà sabato 13 gennaio da Lazise, dove tornerà a fine gennaio 2026 dopo un itinerario di 35mila chilometri che la porterà in Slovenia, Croazia, Montenegro, Serbia, Albania, Grecia, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Mongolia, Canada, Usa, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia e di nuovo in Italia.
Un progetto che ha chiamato «RidesmileS» e che sta pianificando da un anno e mezzo seguendo anche i consigli di ciclo-avventurieri navigati come il vicentino Dino Lanzaretti, ma che ha cominciato a farsi strada una decina d’anni fa quando percorse in bici il tragitto Lazise-Innsbruck. «Il sogno di fare il giro del mondo è partito da lì e tutte le mie successive vacanze sono state in bici», racconta Monica. Come il viaggio in Patagonia, «grazie al quale», rivela, «ho capito che l’ufficio mi andava stretto e, una volta tornata, ho frequentato il corso per diventare guida ambientale».
«Parto in gennaio perché voglio arrivare in Mongolia in agosto», racconta. Traghetterà tra Azerbaigian e Kazakistan, prenderà un aereo tra Kazakistan e Mongolia per l'impossibilità di entrare in Cina («Dovrei fare il visto qui, ma dura solo sei mesi», precisa) e volerà anche per raggiungere il Canada, quindi l'Ecuador dalla California e la Spagna dall’estremità più a sud dell’Argentina. Viaggerà sola, tranne in Mongolia dove pedalerà con un amico ciclo-viaggiatore come lei. «La Mongolia è considerata meno sicura, con la Turchia, dove confido di unirmi a qualche altro viaggiatore», aggiunge.
Andare incontro all'ignoto è ciò che l'ha spinta a partire. «Perché», dice, «l’obiettivo è conoscere altre culture, altri popoli: il percorso è nato pensando ai luoghi che voglio scoprire e che racconterò tramite i social, con l'idea di realizzare poi un documentario». Nel frattempo la si potrà seguire attraverso i canali social del progetto RidesmileS (Instagram, Facebook, YouTube), di cui lei stessa gestirà la comunicazione immediata, mentre alcuni amici da casa realizzeranno dei montaggi video. Avrà un bagaglio di 25 chili. Nelle borse l’essenziale: tenda, materassino e sacco a pelo, ricambi per la bici, pochi indumenti, dispositivi tecnologici, mentre altro materiale, come il cambio stagionale, le sarà spedito nei luoghi delle soste.
Paura? «Quella più grande è trovare dove dormire», risponde Monica. «L'idea è chiedere ospitalità e in alternativa bivaccare o dormire qualche volta in ostello, senza sforare il mio budget giornaliero di dieci euro. Per il resto non ho paura: in bici non si è percepiti come pericolo, le persone si avvicinano, ti chiedono dove stai andando, nascono relazioni. La parte difficile è lasciare casa, affetti, lavoro, ma preferisco realizzare il mio sogno con un viaggio di due anni anziché farne un pezzo alla volta».
In Albania, Ecuador, Perù e Bolivia si fermerà alcune settimane per collaborare nelle missioni di due realtà di volontariato: l'Operazione Mato Grosso e l’organizzazione di clown terapia Vip Italia-ViviamoInPositivo, con cui Monica già collabora da anni. All'indirizzo web http://linktr.ee/ridesmiles i link ai canali social del progetto RidesmileS, con la possibilità di sostenerlo facendo una donazione attraverso PayPal.