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Torri del Benaco

Vince al Gratta&Vinci e gli amici reclamano la loro parte: «Ma quel biglietto è solo mio»

Finisce in tribunale la storia del piastrellista che nel 2021 ha vinto due milioni ma è accusato di non aver diviso il denaro: «Sono tutte bugie, non ho mai giocato in società»
Gratta e vinci
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«Gioco da anni, ho il mio sistema, avevo vinto un milione di euro 40 giorni prima. Il 22 febbraio 2021 ho acquistato il biglietto a Torri del Benaco poi sono andato al lavoro, a Pai. Ho sempre continuato a fare il piastrellista, mi piace. Conosco Christian, ho lavorato per lui, Giovanni fa un po’ di tutto, ma soprattutto lavori di tinteggiatura».

Una deposizione lunga quella di Ricardo, l’artigiano di origini brasiliane di 41 anni che vive nel Mantovano che in un mese e mezzo ha vinto tre milioni di euro.

Vincita congelata

Solo che l’ultima vincita, la più sostanziosa, al momento è congelata: Giovanni e Christian lo hanno denunciato sostenendo che quel tagliando del gratta e vinci da due milioni era stato acquistato in società. E che Ricardo si era rifiutato di dividere: per questo è a processo davanti al giudice Sabrina Miceli.

«Quello che hanno detto sono tutte bugie, quel biglietto è mio, non ho mai giocato in società con nessuno perché ho la mia strategia, che non dico», ha proseguito rispondendo alle domande del pm Alberto Sergi. «È vero solo che la sera del 22 febbraio ero a casa di Giovanni quando ho cominciato a grattare i tagliandi che avevo preso con la vincita in tabaccheria a Garda. I tagliandi sono rintracciabili. Quando ho scoperto la vincita ho esultato e lui ha chiesto se poteva fare una foto».

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Un regalo da 80mila euro

Aveva pensato di regalare 80mila euro ciascuno (era stato generoso anche con altri due amici). «Giovanni deve mettersi a posto i denti e Christian ha un sacco di debiti». Ha spiegato che da quel momento Christian lo ha assillato, gli ha proposto di andare da un notaio a fare l’atto (nel frattempo il tagliando era stato depositato in banca a Peschiera) per evitare che la moglie di Ricardo in futuro potesse pretendere la restituzione del denaro.

«Non sono uno stupido, il 17 marzo sono venuti al cantiere ma non è vero che c’era altra gente, eravamo io e Niki, sono arrivati Giovanni e Christian che continuava a insistere. Ho risposto che dovevo incassare e che avrei mantenuto la promessa». Poi scoprì di avere i conti bloccati, la Finanza lo chiamò per avere chiarimenti sulla prima vincita. In seguito seppe che lo avevano denunciato. «Ho 800mila euro in banca, non mi interessa giocare in società con qualcuno». Si prosegue. 

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Fabiana Marcolini

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