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dopo le polemiche

Lo studio: «I detriti nel Garda? Arrivano più dal Sarca che dallo scolmatore»

L’università di Trento: «Un volume del 10 per cento rispetto all’immissario»: quest'ultimo, tra il 30 ottobre e il 4 novembre, ha riversato nel lago 37 milioni di mc d’acqua
Agosto 2023, l’acqua scura in uscita dal Sarca si mescola a quella del lago
Agosto 2023, l’acqua scura in uscita dal Sarca si mescola a quella del lago
Agosto 2023, l’acqua scura in uscita dal Sarca si mescola a quella del lago
Agosto 2023, l’acqua scura in uscita dal Sarca si mescola a quella del lago

Che i detriti nel Garda arrivino dal Sarca e non dalla galleria di Torbole il presidente della Azienda Gardesana Servizi di Peschiera, Angelo Cresco, lo ha sempre sostenuto. Adesso a dare man forte a questo assunto sono i dati raccolti dal Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento.

Il professor Sebastiano Piccolroaz ha diffuso i dati relativi alla tempesta Ciaràm, che ha colpito l’alto Garda tra il 30 ottobre e il 4 novembre 2023.

Le polemiche dopo l'apertura dello scolmatore

Alla base le polemiche, mai così forti come quelle di quest’anno, dovute alla decisione della giunta trentina di aprire lo scolmatore di Torbole per effettuare le annuali prove tecniche nonostante il parere contrario di Comunità del Garda, Aipo, Guardia Costiera, Regione Lombardia e i malumori di sindaci e rappresentanti territoriali delle sponde bresciana e scaligera, visti gli elevati livelli delle acque, a quasi 140 centimetri sullo zero idrometrico.

Non così per gli amministratori trentini, pronti a ripetere che «l’apertura della galleria Adige-Garda ha creato più polemiche che danni», come ha sostenuto il sindaco di Torbole, Gianni Morandi.

«I detriti legnosi non provengono dalla galleria Adige-Garda»

Tornando al lavoro dell'università di Trento, il docente ha scritto: «L’apertura della galleria avvenuta il 31 ottobre scorso ha scatenato una discussione più intensa del solito sul trasporto di detriti legnosi e di acqua torbida nel lago... è importante chiarire un aspetto: i detriti legnosi non provengono dalla galleria. L’opera è infatti dotata di una griglia all’ingresso e funziona attraverso quattro paratoie con luce a battente. I detriti legnosi provengono essenzialmente dai tributari del lago, in particolare dal Sarca, nonostante questo sia monitorato da parte dei Vigili del Fuoco di Riva, che utilizzano speciali reti per contenere e rimuovere il maggior quantitativo possibile di materiale».

L’Arena aveva già dato conto del bilancio fatto alcuni mesi fa dai Vigili del fuoco di Riva sul posizionamento di queste reti che «salvano» il Garda dalla immissione di un quantitativo esorbitante di detriti. Un’immagine satellitare scattata il 4 novembre fotografa la situazione di quel giorno nel Garda: un pennacchio torbido entra nel lago in corrispondenza del fiume Sarca.

Il volume d'acqua immesso dallo scolmatore è pari al 10 per cento di quello che arriva dal Sarca

«Tra il 30 ottobre e il 4 novembre», ha aggiunto il ricercatore, «il fiume ha riversato nel lago circa 37 milioni di metri cubi di acqua, a fronte dei circa 3,6 milioni recapitati dalla galleria nelle 7 ore di attivazione. In questo lasso di tempo, quindi, il volume d’acqua immesso attraverso la galleria è stato il 10 per cento rispetto al contributo del Sarca».

Da questo punto di vista la ricerca dà ancora più fiato alle esternazioni fatte da Angelo Cresco. «Perché i trentini non depurano meglio le acque dell’Adige così che, se immesse nel Garda, non portano tutti quei problemi o inquinanti di cui oggi siamo alla ricerca? Stessa cosa vale per il Sarca, visto che è stato additato come il fiume che porta più legni, tronchi e roba di ogni genere nel lago. Vengono depurate quelle acque? Non sto mettendo in dubbio la autonomia della Provincia», ha chiuso Cresco, «ma non capisco perché il Trentino si senta estraneo ai problemi del Garda. Perché, cioè, faccia tutto da sé, senza confrontarsi e non sieda mai a un tavolo di confronto con Veneto e Lombardia. Le acque del Garda sono anche le nostre, visto che il bacino del Garda è unico e di importanza nazionale. E poi ci sono paesi come Brenzone, Torri, Garda San Zeno di Montagna e altri che l’acqua del lago la bevono».

Gerardo Musuraca

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