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CASTELNUOVO FA DA APRIPISTA

Siccità e fondali bassi, sul Garda primi stop ai tuffi dai pontili

Il cartello messo dal Comune che vieta i tuffi al Lido Campanello (Pecora)
Il cartello messo dal Comune che vieta i tuffi al Lido Campanello (Pecora)
Il cartello messo dal Comune che vieta i tuffi al Lido Campanello (Pecora)
Il cartello messo dal Comune che vieta i tuffi al Lido Campanello (Pecora)

La grande siccità e il continuo calo dei livelli del lago - ora a 36 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera - rendono più pericoloso degli altri anni tuffarsi dai pontili, cosa che di per sé sarebbe già vietata, dato che la loro funzione principale dovrebbe essere di attracco per le imbarcazioni e visto che qualche sasso sommerso può sempre essere in agguato. Ma tant’è, il continuo ritirarsi dell’acqua ha fatto decidere a qualche Comune di correre ai ripari rendendo esplicito il divieto e prevedendo per chi non lo rispetta anche una sanzione. Il Comune di Castelnuovo del Garda in questa operazione è stato un apripista. L’atto amministrativo del sindaco Giovanni Dal Cero risale infatti alla fine di giugno ed è stato preso in via prudenziale quando il livello del Benaco registrava 69 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera.

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Lungimiranza Una mossa in largo anticipo a tutela della sicurezza dei bagnanti, soprattutto bambini e giovani, che spesso usano i pontili in legno presenti un po’ dappertutto sul Garda per tuffarsi in acqua. Sulla stessa falsariga si è inserito negli ultimi giorni Manerba, nel bresciano, dove il sindaco Flaviano Mattiotti ha firmato un’ordinanza di divieto di utilizzare i pontili di notte, dalle 23 alle 5. Le motivazioni che l’hanno spinto sono le stesse: fondali troppo bassi, troppo alto il rischio di cadere in acqua con gravi conseguenze fisiche, soprattutto di notte. I trasgressori rischiano una multa di trecento euro. Chi si tuffa il più delle volte lo fa senza soffermarsi sulla reale profondità del fondale, andando quindi incontro a gravi rischi per la propria incolumità. Questo ha considerato anche Dal Cero. «Al Lido Campanello esistono due pontili che costituiscono una forte attrazione per coloro che amano tuffarsi, a volte senza calcolare il pericolo che ciò comporta. Abbiamo quindi deciso di fare opera di prevenzione», spiega il sindaco di Castelnuovo, pronto però a rivelare che ad oggi nessuna multa è stata elevata. La sanzione pecuniaria prevista varia da un minimo di 20 a un massimo di cento euro con la possibilità di pagamento di una somma in misura ridotta del 40 per cento. «Sicuramente a far capire ai bagnanti l’importanza dei cartelli esposti con il divieto di tuffarsi è anche la presenza della vigilanza privata pagata dal Comune. Due persone sono in servizio ogni giorno dalle 13,30 alle 19 circa, con l’incarico di monitorare costantemente il luogo», aggiunge il primo cittadino. Un provvedimento, quello del controllo della spiaggia, che nasce anche come risposta ai tristi episodi dei primi giorni di giugno quando nel basso lago, tra Castelnuovo e Peschiera, si è verificata la maxi rissa tra bande di giovani che ha richiesto l’intervento massiccio delle forze dell’ordine per riportare l’ordine e la tranquillità.

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Gli altri comuni I primi divieti di tuffi imposti dai Comuni sono destinati a far discutere anche negli altri municipi. Da Malcesine a Peschiera nessun sindaco finora ha emesso disposizioni analoghe. «In effetti non è una brutta idea», si lascia scappare Luca Sebastiano primo cittadino di Lazise. A Brenzone Davide Benedetti sottolinea: «Un pontile non è un trampolino per i tuffi anche se poi in effetti c’è chi lo fa». «Normalmente l’utilizzo è per l’approdo delle barche, senza dimenticare che quasi tutte queste passerelle sono in concessione a privati. A questo aggiungiamoci che in zona portuale i tuffi e la balneazione sono vietati», conclude il sindaco di Brenzone. Sulla stessa onda Livio Concini, assessore comunale di Malcesine. «Non abbiamo alcuna ordinanza specifica ma per legge dai pontili è vietato fare i tuffi perché sono adibiti ad approdo per imbarcazioni». Nessuna ordinanza specifica nemmeno a Bardolino, Garda, Peschiera e Torri dove il primo cittadino Stefano Nicotra è noto, soprattutto in periodo di covid, per il suo attivismo a livello di provvedimenti comunali.

Iniziative private Che il problema sia sentito, però, lo si capisce girando sulla riviera degli Olivi dove qualche cartello di divieto tuffi, raro a dir il vero, si può trovare. A metterli sono gli stessi proprietari della passerella in legno o i campeggi con spiaggia a disposizione. Come nel caso della passeggiata tra Cisano e Lazise.

Stefano Joppi

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