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I RAPPRESENTANTI DEI CONSORZI

Garda sempre più caldo: «Qui più drammatico che altrove, servono nuove strategie»

di Katia Ferraro
Peschiera, basso livello dell'acqua del lago in località Fornaci di San Benedetto di Lugana
Peschiera, basso livello dell'acqua del lago in località Fornaci di San Benedetto di Lugana
Peschiera, basso livello dell'acqua del lago in località Fornaci di San Benedetto di Lugana
Peschiera, basso livello dell'acqua del lago in località Fornaci di San Benedetto di Lugana

Gli scenari climatici elaborati nel progetto di ricerca Eulakes, condotto tra il 2010 e il 2013 su quattro grandi laghi europei tra cui il Garda, si stanno già manifestando e per questo occorre adattarsi al cambiamento mettendo in atto nuove regole e strategie per gestire la risorsa idrica.

Comunità del Garda È il ragionamento che Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda, ha portato all'attenzione dei rappresentanti dei consorzi che attraverso il Mincio e i canali irrigui utilizzano l'acqua del lago per l'irrigazione delle campagne mantovane. La riunione, ospitata nella sede del Consorzio Territori del Mincio a Mantova, si è conclusa con l'accordo da parte di tutti di avviare a partire dal prossimo autunno un tavolo di lavoro che porti a codificare nuove linee guida per la gestione delle derivazioni (la quantità d'acqua in uscita dal Garda attraverso la diga di Salionze-Monzambano) durante la stagione irrigua, che di norma parte il primo aprile e si chiude il 30 settembre. Oltre al Garda, lo studio Eulakes ha analizzato gli effetti del cambiamento climatico sul lago di Balaton in Ungheria, sul Neusiedl in Austria e sul Charzykowskie in Polonia. Coordinato dalla Comunità del Garda, è stato svolto con la collaborazione di enti di ricerca, università e agenzie per l'ambiente dei quattro Stati, tra cui Cnr-Irea e Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige per l'Italia e l'Istituto austriaco di tecnologia. Rileggendo i risultati dello studio a distanza di dieci anni, i dati che balzano all'occhio riguardano la temperatura e le precipitazioni.

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Temperatura Quanto alla temperatura, prendendo come punto di inizio il 1971 le proiezioni al 2071 evidenziano per il Garda una situazione «più drammatica rispetto agli altri laghi studiati»: lo scenario peggiore prevede un incremento di 5 gradi Celsius nella stagione estiva, +4°C in autunno-inverno e +2,5°C in primavera, mentre lo scenario ottimistico si ferma a +3,4°C in estate. Mostrando un aumento già nel 2021 rispetto al 2011, periodo in cui fu svolta la ricerca, i grafici confermano ciò che stiamo già vivendo.

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Precipitazioni In merito alle precipitazioni lo scenario peggiore mostra invariabilità per il periodo invernale, una diminuzione intorno al -15% in primavera e autunno e un «drammatico calo di precipitazioni estive, che potrebbe arrivare al -45%», dato quest'ultimo confermato anche nello scenario più ottimistico. «Tradotto, in futuro potremmo avere un picco di precipitazioni autunnali con oltre 390 millimetri, in inverno e primavera si attesterebbero sui 330 scendendo a meno di 170 in estate», ha spiegato Gavazzoni ai rappresentanti dei consorzi.

Preoccupazione Un quadro che «diventa ancora più preoccupante se affianchiamo i dati su ghiacciai e manti nevosi: agli attuali tassi di scioglimento, già nel 2025 potrebbe rimanere la metà del ghiaccio conservato al Mandrone, il ghiacciaio ai piedi dell'Adamello che alimenta i rami del fiume Sarca (l'immissario del Garda, ndr) per arrivare a una riduzione pressoché totale nel 2100» «Inoltre», ha fatto presente Gavazzoni, «i circa ottanta piccoli ghiacciai afferenti il bacino imbrifero gardesano andrebbero a scomparire». Tutti scenari ai quali si aggiungono le giornate associate alle ondate di calore, che sul lago di Garda potrebbero aumentare tra il 40 e il 50 per cento rispetto alla situazione attuale. «Quello che abbiamo vissuto quest'estate è la tendenza dei cambiamenti climatici che sono stati evidenziati nello studio Eulakes e che possiamo aspettarci con più frequenza nei prossimi anni», spiega Gavazzoni a margine dell'incontro. «Per questo, continua il vicepresidente della Comunità del Garda, «è necessario avviare un dialogo per rivedere le modalità di utilizzo idrico: la norma del 1965 è superata nei fatti perché sulle derivazioni stiamo già agendo in modo differente, è ora di codificare una nuova norma che ci possa proiettare nel futuro visti gli scenari di cambiamento». Questa proposta, spiega il vicepresidente della Comunità del Garda, ha trovato l'apertura da parte dei consorzi mantovani, che si sono detti disposti a chiudere la stagione irrigua a metà settembre qualora anche questo mese si riveli scarso di piogge.

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