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Il caso

Autovelox di Pai, la disperazione: «Dieci multe in 24 ore. Se le pago la mia famiglia non mangia»

Il caso di Mario Fhullazi, cameriere stagionale dopo l’arrivo di dieci sanzioni
Mario Fhullazi mostra le sanzioni ricevute in 24 ore. A destra l'autovelox incriminato
Mario Fhullazi mostra le sanzioni ricevute in 24 ore. A destra l'autovelox incriminato
Mario Fhullazi mostra le sanzioni ricevute in 24 ore. A destra l'autovelox incriminato
Mario Fhullazi mostra le sanzioni ricevute in 24 ore. A destra l'autovelox incriminato

C’è chi riceve veri e propri pacchi di multe, chi tutte insieme, chi a distanza di qualche giorno: i più fortunati se la cavano con un paio di contravvenzioni, per altri gli importi arrivano a centinaia se non migliaia di euro.

Le vittime dell’autovelox

L’autovelox di Pai continua a mietere «vittime», con i postini che stanno diventando degli autentici spauracchi per molti cittadini dell’alto Garda, specialmente quelli residenti a Brenzone e a Malcesine, in preda all’ansia quando vedono avvicinarsi i dipendenti delle Poste per paura che il portalettere abbia in serbo altre sanzioni per eccesso di velocità. La psicosi è alta: c’è persino chi si nasconde, chi non si fa trovare in casa, chi li evita.

Il caso di Mario

Mario Fhullazi, 41 anni, cameriere di origini albanesi, residente a Malcesine da 17 anni, è disperato. Nel giro di ventiquattro ore ha ricevuto dieci multe: tre in un giorno e altre sette in quello successivo. Il totale che deve pagare: quasi 1.700 euro. Alcune multe risalgono ad ottobre, la maggior parte invece sono state compilate a novembre e sempre su quell’ormai temutissimo tratto di strada della Gardesana, nel centro storico della frazione di Torri del Benàco, dove il limite di velocità è di 50 chilometri orari. 

«Ho già pagato in posta qualcosa come 1.100 euro. Mi mancano ancora oltre 500 euro. Ma come faccio a pagare ancora? Non ce la faccio più», afferma angosciato Fhullazi. «Ho un lavoro stagionale, sono padre di tre bambine, mia moglie è a casa. Per la mia famiglia sono cifre altissime. Come faccio?», continua a ripetere il cameriere di Malcesine.

«Tra poco dovrò decidere se andare a fare la spesa per sfamare la mia famiglia o pagare le multe. Così ci "ammazzano". È inammissibile», commenta. «Non posso e non voglio lasciare la mia famiglia sul lastrico. Non è possibile ricevere le contravvenzioni tutte in una volta. Se ne avessi ricevuta una subito e poi le altre, sarebbe stato diverso. Tra l’altro, dopo avrei compreso e non avrei commesso più infrazioni. Non capisco le modalità di notifica adottate dal Comune di Torri del Benaco».

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Il consigliere comunale

Un caso simile ha riguardato indirettamente anche Marcello Chincarini, consigliere comunale di maggioranza di Malcesine. «A mio cognato sono arrivate, in un colpo solo, undici multe». Anche in questo caso l’importo complessivo da pagare è da far tremare le vene nei polsi: 1.700 euro (1.350 euro se pagati entro cinque giorni dalla notifica).

«Il punto non è l’ammenda in sé: se uno supera il limite è nel torto. Il problema di fondo è il metodo: non si possono ricevere tutte insieme undici multe, comminate tra il 6 ottobre e il 15 novembre, quasi tre mesi dopo, con velocità comprese tra i 56 e 62 chilometri orari», sostiene Chincarini che, tra l’altro, a sua volta recentemente si è visto recapitare una sanzione simile.

«Le notifiche dovrebbero essere spalmate nel tempo, inviandone una alla volta. In questo modo, se uno riceve una sanzione, si adegua, sta attento, e non ne prende più. Il sistema adottato finora da Torri non va bene». Così il consigliere comunale ha consigliato al cognato di rivolgersi al giudice di pace per contestare le metodologie dei provvedimenti. Un suggerimento accolto, visto che ieri è stato inviato il ricorso agli uffici del giudice. 

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Piovono proteste

Nel frattempo, negli uffici postali di Brenzone e di Malcesine a volte si formano gruppetti di cittadini, che, loro malgrado, si ritrovano in fila con la stessa detestata commissione da sbrigare: pagare le multe dell’autovelox di Pai. Le multe comminate dal rilevatore di velocità sono da giorni sulla bocca di tutti e oggetto di critiche arrivate anche dagli amministratori locali, con l’intervento perfino del prefetto Donato Cafagna, che, in sinergia con la Polizia stradale, ha disposto che si verifichi se è possibile adottare altri sistemi di controllo della velocità, almeno in questi periodi dell’anno, dove il traffico sulla Regionale 249 è quasi inesistente.

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Emanuele Zanini

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