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Delitto a Pastrengo

Maestra uccisa
dall'ex compagno
Lei lascia due figli

Jean Luca Falchetto e l'arma del delitto (Dienne)
Jean Luca Falchetto e l'arma del delitto (Dienne)
Jean Luca Falchetto e l'arma del delitto (Dienne)
Jean Luca Falchetto e l'arma del delitto (Dienne)

Omicidio a Pastrengo. Un uomo ha ucciso la ex convivente prima colpendola e tramortendola con un vaso di fiori e poi accoltellandola. I carabinieri l'hanno rintracciato e bloccato. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Peschiera che hanno seguito le indagini l'insegnante Alessandra Maffezzoli, 46 anni maestra elementare, è stata uccisa dal suo ex compagno Jean Luca Falchetto, 53 anni, barista di Caprino. I carabinieri sono arrivati sul posto dopo le telefonate dei vicini che avevano sentito delle urla provenire dalla casa di via Maggiore Negri Sanfront a Pastrengo. L'uomo è stato rintracciato poco dopo in stato confusionale dai carabinieri in un campeggio del lago di Garda. Ha confessato il delitto. 

Alessandra Vaccari

 

LA RICOSTRUZIONE

«La discussione è degenerata e ho perso il lume della ragione per un attimo. È come un interruttore acceso che si è staccato per pochi minuti». Con queste parole Jean Luc Falchetto ha confessato ai Carabinieri di avere ucciso l’ex convivente. L’uomo, nato nel 1963 in Svizzera e residente a Caprino, ieri sera è andato a trovare la donna, con la quale aveva avuto una lunga relazione interrotta l’anno scorso, nella sua abitazione in una villetta a schiera a Pastrengo ( Verona). La coppia ha cominciato a discutere (i vicini hanno sentito le urla e per questo è stato allertato il 112) e la discussione è sfociata nell’aggressione. Quando i militari sono arrivati hanno trovato la casa chiusa; un carabiniere si è arrampicato sul tetto ed è entrato nell’abitazione da una finestra al piano superiore. Nella zona mansarda è stato trovato il cadavere della donna: la testa era fracassata da un colpo alla nuca inferto con un grosso vaso, sul petto una decina di coltellate. L’arma è stata ritrovata nascosta dietro un armadio, ancora sporca di sangue e con la lama spezzata per la violenza dei colpi. Sarà l’autopsia a chiarire l’esatta dinamica del delitto e la sequenza precisa dell’aggressione. Il pubblico ministero Valeria Ardito ha disposto il fermo per Jan Luc Falchetto, che ora è rinchiuso nel carcere veronese di Montorio. 

I FIGLI E LA RELAZIONE

Lascia due figli di 18 e 16 anni Alessandra Maffezzoli. I figli, nati da una precedente relazione finita una decina di anni fa, hanno scoperto l’omicidio della madre quando sono tornati a casa. Al momento del delitto, infatti, nella villetta della donna, in una nuova zona residenziale del paese, c’era solo la coppia. «Quando hanno visto cos’era successo sono rimasti come pietrificati» ha detto il maggiore Francesco Milardi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Peschiera, che ha condotto le indagini assieme al maggiore Raffaelr Fedrigo, comandante del Sis dell’Arma di Verona. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, la coppia si frequentava anche se la relazione si era interrotta l’anno scorso. L’uomo, che ha due figli avuto da un precedente rapporto, lavorava come barista in un locale a Bardolino, sulla sponda veronese del lago di Garda.

La donna era insegnante alla scuola elementare di Lazise, a poca distanza. In passato non erano stati segnalati casi di liti o violenze familiari, solo una denuncia di un danneggiamento all’auto che la donna aveva presentato raccontando di avere visto l’ex compagno rompere lo specchietto, ma la cosa non aveva avuto nessun seguito e nessuna conseguenza. Dopo l’omicidio l’uomo si è allontanato in auto e sentendosi braccato dai carabinieri si è diretto in un albergo di Castelnuovo del Garda, che ha anche un grande campeggio. Là si è immerso nelle acque del lago, che in quel punto sono molto basse e ha desistito da quello che è sembrato un tentativo di suicidio. Quando i militari sono arrivati sul posto lo hanno trovato seduto ad un tavolino, a petto nudo, in stato confusionale. Ha riferito agli investigatori di essere andato a casa della sua ex compagna per parlare con lei e che non si sarebbe mai immaginato un epilogo del genere. Dopo avere sentito la sorella della vittima, i Carabinieri della Compagnia di Peschiera del Garda nelle prossime ore completeranno la raccolta di altre testimonianze dei familiari. I militari del Servizio Investigazioni Scientifiche di Verona approfondiranno l’esame di tutti gli elementi raccolti sul luogo del delitto, dove sono stati sequestrati anche un grosso vaso che è stato fracassato sulla testa della donna, e il coltello dalla lama di 30 centimetri, che si è spezzata durante i colpi. 

 

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