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Caprino

Il giorno dopo il «faccetta nera» intonato dalla banda: «Non era proprio il caso», «No, hanno fatto bene»

di Emanuele Zanini
Viaggio nel paese ai piedi del Baldo dopo l'episodio assurto a fatto di interesse nazionale

C'è chi rimane indifferente, chi approva, chi critica quanto accaduto il giorno di martedì grasso a Caprino. 
Non sono mancati i commenti, con visioni ben differenti, su quanto accaduto subito dopo la fine della sfilata di carnevale di martedì scorso quando alcuni elementi della banda musicale locale, davanti al municipio, hanno ripreso in mano tromba e tamburi intonando la canzone fascista “Faccetta nera”. Il tutto immortalato in un video, ripreso anche sul nostro sito web e in poche ore diventato virale sui social e su gruppi WhatsApp: si sentono distintamente le note del brano del 1935 composto in epoca colonialista e sostenuto dalla propaganda fascista. 

[[(video) La banda suona Faccetta nera]]

 

Il parere dei cittadini

Ieri a Caprino, girando tra il centro e i banchi del mercato settimanale, i cittadini sono apparsi divisi commentando la notizia, ripresa da diverse testate giornalistiche nazionali, e tra gli altri, da “Possibile”, il partito fondato da Pippo Civati. 
Anna, caprinese, 55 anni, stigmatizza l'episodio: «Non credo fosse il caso. Non era il luogo e il momento per esibirsi suonando quel motivo, che ricorda periodi bui e tragici della nostra storia», afferma. «Ci si può divertire o creare momenti goliardici in altro modo». Per Fausto, anche lui originario del paese montebaldino, «è un fatto grave. Comunica un messaggio sbagliato», dice. «Non vorrei che dietro ci fosse qualche ragazzo che non conosce bene la storia». 
Anche Laura, 78 anni, condanna il gesto: «Certe bravate non vanno nemmeno pensate, figuriamoci poi in un luogo pubblico, a due passi dal municipio tra l'altro. Sentire una canzone del genere a tante persone potrebbe far male facendo tornare a galla ricordi terribili. Tra l'altro ci troviamo anche oggi in un brutto momento, nel mezzo di una guerra. Non era proprio il caso. Se spettasse a me», conclude, «non risparmierei qualche tirata d'orecchi a chi ha avuto la “bella” idea di suonarla». 
«Forse è stata solo una ragazzata», ipotizza Ornella, 62 anni «ma non sono cose da fare». Più neutro il commento di Valentina, 35 anni, mamma di due bambini: «Ho letto la notizia sui social. È un episodio fine a sé stesso, che può capitare alla fine di una giornata di festa e magari con qualcuno che ha alzato il gomito più del dovuto. Non è stata un'uscita felice, ma forse chi ha suonato quelle note non si rendeva conto fino in fondo di cosa faceva. Credo ci sia di peggio, una rissa ad esempio». 
Per Stefano, 37 anni, «forse è stata data troppa enfasi alla cosa. Sono un musicista e non vorrei venisse penalizzata la banda, che alla fine in questa storia non c'entra». 
Secondo Marco, 25 anni, il problema non esiste: «Non vedo cosa ci sia di male. È una canzone come le altre. A volte si scatenano polemiche per niente». Gli fa eco Alessia, 20 anni: «Tanto rumore per nulla. E chi canta “Bella Ciao” allora?». 
Anche nei bar della zona la gente, in generale, minimizza l'accaduto: «Parliamo di un paio di elementi che hanno suonato un motivetto che conoscono tutti. Ci sono cose più gravi a cui pensare». Ma c'è anche chi si spinge più in là: «Hanno fatto bene. È giusto ricordare canzoni che fanno parte della nostra storia». 

 

I social e il sindaco

Anche i social sono stati inondati di commenti, con quasi un migliaio di interventi solo sul profilo facebook del nostro giornale. 
Sull'accaduto il sindaco di Caprino Paola Arduini prende le distanze: «Come tutti, abbiamo appreso di quanto accaduto attraverso il video registrato e pubblicato sui social», premette il primo cittadino caprinese. «Ci dissociamo come amministrazione comunale perché troviamo che si tratti di una nota stonata da parte di singoli che non può inficiare la professionalità, la storia e il prestigio del nostro corpo bandistico». 
Il commento di Arduini fa eco a quanto dichiarato l'altro giorno da Andrea Testi, presidente della banda, che, pur sottolineando come il gruppo non fosse stato coinvolto nell'episodio, aveva ammesso di essere «molto rammaricato per quanto accaduto, specialmente se ci fosse di mezzo qualche componente della nostra associazione», aveva detto. Aggiungendo: «Come banda, ci dissociamo totalmente. La nostra è una realtà culturale musicale, apolitica, con alle spalle decenni di attività. Non c'entriamo nulla con quanto avvenuto dopo il carnevale», aveva spiegato. Aveva preso posizione anche il consigliere comunale di minoranza Cristiano Pastorello: «È grave, trasmette un messaggio pericoloso. È doveroso ricordare che l'apologia del fascismo è un reato». 

 

La presa di posizione del Partito Democratico veronese

«La vicenda che ha visto protagonisti alcuni membri del corpo bandistico di Caprino che al termine delle manifestazioni per il Carnevale sono stati ripresi a suonare pubblicamente Faccetta Nera rappresenta un accadimento grave che non può essere liquidato come un gesto goliardico in quanto rischia di gettare discredito sull’intero corpo bandistico che invece ha una storia onorabile da preservare, oltre che un’importante funzione sociale». Così, in una nota, il Partito Democratico di Verona con l’ex deputata e segretaria cittadina, Alessia Rotta, e con il segretario provinciale, Franco Bonfante

 

 

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