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l'ispezione

Verifiche nel Garda a -220 metri, nessuna bomba ecologica: «La condotta fognaria è sicura»

I test hanno confermato come la condotta sommersa che trasferisce i reflui fognari al depuratore di Peschiera sia sicura
Le anticipazioni sui test confermano che la condotta sublacuale è sicura
Le anticipazioni sui test confermano che la condotta sublacuale è sicura
Le anticipazioni sui test confermano che la condotta sublacuale è sicura
Le anticipazioni sui test confermano che la condotta sublacuale è sicura

Come stanno le condotte sommerse che trasferiscono i reflui fognari della sponda bresciana del Garda al depuratore di Peschiera?

La risposta è racchiusa nella recente ricognizione tecnica disposta da Acque Bresciane. Il referto sarà diffuso tra un mese, ma stando alle anticipazioni sul report raccolte da Bresciaoggi la condotta sublacuale non è una «bomba ecologica» pronta ad esplodere, ma un'infrastruttura sicura purché venga periodicamente monitorata.

Cosa dice il test sulle condotte sommerse

Il test condotto dai tecnici della Drafinsub nel corso della recente ricognizione, in fase di elaborazione dal parte dell'Università, ha evidenziato come la costante manutenzione - svolta con incisività dal gestore - sia indispensabile per la tenuta delle tubazioni. Una notizia buona e una cattiva, insomma, per la tubatura attorno alla quale si combatte la battaglia politico-tecnica sul depuratore del Garda.

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I risultati dell'indagine ribadiscono che c'è tempo per rivalutare il progetto senza avere sulla testa la spada di Damocle di una dispersione di reflui nel lago. Come del resto è stato ribadito da Acque Bresciane nel corso dell'ultima audizione in Commissione ciclo idrico della Provincia, per garantire la tenuta serviranno ingenti risorse e interventi complessi. Non è tanto il numero delle concrezioni (ovvero la «carie» che attacca l'esterno dei tubi) individuate, ma capire se e quanto sono aumentate in un anno.

L'ultima rilevazione 

Nell'ultima ricognizione del luglio 2022 erano state rilevate dai sommozzatori 158 nuove bioconcrezioni, a profondità maggiore rispetto al passato, e in un'area più estesa. Dal 2021, inoltre, si sono aggiunte delle spugne che si sviluppano esternamente alle condotte in acciaio posate nel 1984, fenomeno dovuto probabilmente a causa del cambiamento climatico o per il fatto che l'acqua del lago non si «rimescola».

Resta comunque il fatto che, da quando le condotte sono sorvegliate speciali, nessuna uscita di reflui è mai stata registrata. Nell'ultimo check up è emerso che i pezzi di metallo - con composizioni diverse rispetto alle attuali condotte - immersi per verificare la resistenza agli attacchi dei microrganismi, sono stati completamente ricoperti dai batteri mangiaferro.

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Ora si attendono i risultati definitivi

Le immersioni, rese possibili dall'utilizzo di una camera iperbarica immersa nel lago, iniziate a fine febbraio a Toscolano, si sono concluse da pochi giorni a Torri del Benaco. I sub si sono immersi proprio per eliminare le concrezioni individuate nella video ispezione dello scorso anno, riprese grazie ad un robot che ha perlustrato il fondale fino alle massime profondità. C'è molta attesa sulla relazione che Acque Bresciane si è impegnata, come sempre, a rendere pubblica.

La società vuole però attendere l'ufficialità, vale a dire la consegna della relazione da parte di Drafinsub e dei consulenti incaricati, e non rilascia anticipazioni su quante concrezioni siano state trovate in quest'ultima missione, su quante abbiano richiesto una riparazione con la resina e quante con le clampe, fasce che vengono applicate nei punti in cui lo spessore delle condotte è stato maggiormente intaccato da batteri e spugne. Stando alle anticipazioni ci sarebbe stata una recrudescenza dell'azione dei microbatteri nei segmenti più profondi, ma nulla che può mettere a rischio la tenuta della sublacuale.

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La recente missione di Drafinsub - come sottolineato dalla stessa ditta ligure - ha portato i sommozzatori ad una profondità di 220 metri, stabilendo un record mondiale in saturazione in acqua dolce. Un risultato che - come sottolinea il presidente del comitato Gaia, Filippo Grumi - «dimostra in modo inequivocabile che è possibile intervenire sulle condotte sublacuali anche alle massime profondità dimostrando che non c'è emergenza o manutenzione che non possa essere affrontata e risolta. Ancora una volta si dimostra che spendere centinaia di milioni di euro per sostituire il tubo sotto il lago è inutile, dal momento che si può operare con efficacia anche alle massime profondità. L'utilizzo di Rover automatizzati - ipotizza il portavoce del Comitato Gaia - potrebbe in futuro rendere l'operazione meno costosa e molto più sicura, non prevedendo le immersioni da parte dei sub»..

Cinzia Reboni

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