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il colpo del secolo

Colpo milionario al Vittoriale di Gardone Riviera: schiuma sull'allarme e un buco nel muro

I malviventi, professionisti di questi colpi, hanno messo fuori uso le sirene utilizzando della schiuma e quindi sono entrati nella sala «del tesoro» dopo avere bucato il muro di una stanza vicina a quella dove è avvenuta la razzia. Il blitz sarebbe avvenuto già nel corso della serata di martedì, dalle telecamere attese risposte sui responsabili
Alcune delle 49 opere di Mastroianni in mostra al Vittoriale e rubate la notte tra martedì e mercoledì
Alcune delle 49 opere di Mastroianni in mostra al Vittoriale e rubate la notte tra martedì e mercoledì
Alcune delle opere di Mastroianni rubate al Vittoriale

Dopo la notizia shock del furto di 49 opere avvenuto nella serata di martedì 5 marzo e venuto alla luce soltanto mercoledì, ieri mattina (8 marzo) al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera il clima che si respirava all’interno di una delle case museo più frequentate al mondo era in verità quello di tutti i giorni, con i viali, la Prioria e l’auditorium invasi dalle scolaresche.

Solo nei pressi del «Museo d’Annunzio Segreto» l’atmosfera non era certo quella dei giorni migliori e faceva un certo effetto osservare le bacheche vuote dove fino a un paio di giorni prima erano esposti una cinquantina di gioielli riconducibili a un unico registro linguistico, quello della scultura-pittura di Umberto Mastroianni.

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Mastroianni e le sue creazioni trafugate

Figlio di Vincenzo Mastroianni e della seconda moglie Luigia Maria Vincenza Conte e zio dell'attore Marcello Mastroianni, il celebre scultore è uno tra i più significativi e geniali artisti della scultura del Novecento. In mostra era esposta una «feconda disseminazione» di anelli, bracciali, ciondoli, spille, altri gioielli, lastre e sculture realizzati dall’autore tra gli anni Cinquanta e Novanta con la tecnica della fusione «a cera persa» o «a colata in oro», trattando la materia come se fosse bronzo o vetro, sempre in fusione.

Secondo una prima stima il bottino del furto dei gioielli (solo uno è stato ritrovato), si aggirerebbe intorno al milione di euro. Dopo il furto e i rilievi eseguiti dagli investigatori, le maestranze ieri erano al lavoro per sistemare la zona che a breve ospiterà altre esposizioni.

Le indagini proseguono serrate

Le indagini dei carabinieri di Gardone Riviera, della compagnia di Salò, del comando provinciale di Brescia e del comando Tutela Patrimonio Culturale di Monza (è competente per tutta la Lombardia) proseguono. Una delle ipotesi è che si tratti di un furto su commissione e non è escluso che il «tesoro» possa essere stato fuso per poterlo piazzare meglio sul mercato.

Come hanno agito i ladri

Da quello che è emerso fino ad oggi i ladri, a prima vista professionisti, sarebbero entrati in azione già nella serata di martedì. Una delle guardie intorno alle 21.30 avrebbe notato una sirena dell’allarme, dell’area depredata, «ricoperta» di schiuma. Credendo si potesse trattare di una attività collegata ai lavori che si stavano eseguendo, non avrebbe dato peso alla cosa.

A manomettere l’allarme sarebbero invece stati i malviventi che utilizzando schiuma poliuretanica espansa avrebbero reso la sirena muta e quindi incapace di emettere il segnale d’allarme sonoro. «Stiamo approfondendo tutte le ipotesi investigative», si limitano, per il momento, a commentare gli investigatori. Stando a quanto è stato ricostruito, i ladri sarebbero entrati nell’area del Vittoriale manomettendo una porta che dà sul bosco della casa-museo, quindi avrebbero raggiunto il «Museo d’Annunzio Segreto».

Una volta all’interno avrebbero forato un muro riuscendo a penetrare nella sala dove erano custodite le 50 opere d’arte in oro (30 gioielli e 20 sculture) esposte per la mostra «Come un oro caldo e fluido. Gli ori di Umberto Mastroianni» che ieri avrebbe dovuto chiudere i battenti.

Un colpo di pochissimi minuti

Il colpo è durato poco: una volta raccolta tutta la refurtiva i malviventi hanno fatto il percorso inverso raggiungendo nuovamente la porta «sul bosco» e facendo perdere le proprie tracce. Tracce ne hanno invece trovate i carabinieri della Scientifica . Sul pavimento, infatti, ci sarebbero state le impronte lasciate dai banditi, ma queste si sarebbero mescolate con quelle di chi per primo ha scoperto il furto. Qualche risposte potrebbe arrivare dalle telecamere. I responsabili potrebbero infatti avere fatto sopralluoghi prima del colpo e quindi essere stati immortalati dal sistema di videosorveglianza.

Paolo Cittadini e Luciano Scarpetta

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