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ambiente e natura

Altro che granchio blu: dal Garda parte la riscossa del gambero di fiume italiano

di Luciano Scarpetta
Succede nei torrenti e nei ruscelli del Parco alto Garda grazie agli interventi di Ersaf (l’Ente forestale della Regione) e della Comunità montana con il progetto «Life Ip Gestire 2020» per la tutela delle biodiversità
Austropotamobius Pallipes Italicus: il gambero di fiume autoctono sta tornando a diffondersi grazie al lavoro del centro Ersaf a Prabione di Tignale
Austropotamobius Pallipes Italicus: il gambero di fiume autoctono sta tornando a diffondersi grazie al lavoro del centro Ersaf a Prabione di Tignale
Austropotamobius Pallipes Italicus: il gambero di fiume autoctono sta tornando a diffondersi grazie al lavoro del centro Ersaf a Prabione di Tignale
Austropotamobius Pallipes Italicus: il gambero di fiume autoctono sta tornando a diffondersi grazie al lavoro del centro Ersaf a Prabione di Tignale

Dove c’è lui non c’è inquinamento, perché è un vero indicatore biologico, un termometro dell’ambiente che esige acque pulite: la sua presenza è già una buona notizia. Ma soprattutto il gambero di fiume autoctono, «austropotamobius pallipes italicus», è il padrone di casa, specie originaria dei nostri territori: in tempi di granchi blu e di gamberi «killer» venuti dall’America e dalla Turchia, la ripresa di questa specie è una grande notizia.

Succede nei torrenti e nei ruscelli del Parco alto Garda grazie agli interventi di Ersaf (l’Ente forestale della Regione) e della Comunità montana con il progetto «Life Ip Gestire 2020» per la tutela delle biodiversità in Lombardia: a Prabione di Tignale è attivo un centro specializzato nel ripopolamento di questa specie, che sta compiendo una specie di miracolo.

Piccoli gamberi crescono: è la specie italica
Piccoli gamberi crescono: è la specie italica

La «nursery» dei gamberi

Qui a Prabione sono presenti due stagni artificiali (12 metri per 3, con profondità variabile tra i 40 e i 60 centimetri), naturalizzati con fascine, sassi, foglie e macroinvertebrati, all’interno dei quali i gamberi possono compiere per intero il loro ciclo vitale. «Tra un mesetto, intorno a metà settembre – comunica Ersaf – verrà effettuata la raccolta dei piccoli gamberetti, ora in fase di accrescimento al centro di ripopolamento di Tignale. Poi verranno immessi in natura in varie zone del Parco alto Garda, in posti dove al seguito di monitoraggi si è visto che è necessario rafforzare la presenza di questa specie. Negli ultimi 8 anni - spiega Ersaf - abbiamo rafforzato diverse aree del parco e non solo, anche a Vobarno in località Funtanì con buoni risultati».

Pozze protette al centro Ersaf di Tignale
Pozze protette al centro Ersaf di Tignale

Il progetto è importante perché oltre ai monitoraggi, condotti periodicamente su una dozzina di corsi d’acqua, consente l’individuazione di situazioni critiche per il gambero e quindi il successivo intervento di miglioramento. Uno degli ultimi è stato realizzato nei pressi di un rio a pochi passi dalla frazione gargnanese di Costa.

«In questi ultimi anni gli indici ambientali e lo stato delle popolazioni osservate si rivelano costanti: negli ambiti di ripopolamento, dove a più riprese negli anni sono stati rilasciati giovani nati, quando troviamo femmine è incoraggiante, perché significa che i piccoli son cresciuti e si stanno riproducendo. Per avere però una popolazione strutturata e stabile, con tutte le classi di età, bisognerà però pazientare ancora qualche anno. È però già molto indicativo constatare durante i sopralluoghi alcuni esemplari adulti con le uova di riproduzione».

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