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Monteforte

Tragedia di Veronella, i giorni dell'addio: l’abbraccio silenzioso al «piccolo sposo» Vishal

Centinaia di persone per l'ultimo saluto al 19enne. Anche la mamma di Amritpal e Balpareet si è stretta ai familiari del ragazzo. Il cordoglio dei tanti amici, il dono del fratello Harman
Il commiato  Un momento della cerimonia di saluto di Vishal Klair   FOTO PECORA
Il commiato Un momento della cerimonia di saluto di Vishal Klair FOTO PECORA
Il commiato  Un momento della cerimonia di saluto di Vishal Klair   FOTO PECORA
Il commiato Un momento della cerimonia di saluto di Vishal Klair FOTO PECORA

Sette giorni: quelli che sono passati da quel tragico volo nel fiume. Quello in cui i sorrisi di tre ragazzi si sono spenti per sempre e quello di un quarto giovanissimo che non avrà più la stessa luce. Sette giorni dopo è attorno al feretro di Vishal Klair che il dolore di chi resta è stato vissuto insieme, forse per provare ad alleggerirsene, forse per provare a trovarci dentro un appiglio da cui ripartire.

 

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Mamma Jeet, la madre del diciannovenne che una settimana fa ha perso la vita assieme a due amici nel tragico volo della sua auto in un corso d’acqua a Veronella, l’ha rivisto per la prima volta ieri il suo «piccolo sposo». È così, con un abito ed accessori molto simili a quelli che avrebbe usato nel giorno del suo matrimonio, che Vishal è stato lentamente vestito durante la cerimonia di commiato ospitata alla Casa funeraria Arena di Caldiero.

 

Come un piccolo sposo

Un «piccolo sposo» a cui è stato fatto indossare un prezioso turbante rosso e al quale suo fratello Harman ha voluto donare una collana. Gesti lenti, in un silenzio denso: quello di papà Baljinder capace di un contegno tradito solo dalle lacrime, quello di Harman che a soli tredici anni ha voluto con la presenza e con i gesti prendersi cura del fratello. Il silenzio rispettoso delle centinaia di persone che si sono strette a questa famiglia benvoluta tanto dalla propria comunità di origine quanto da quella di Monteforte in cui da anni è stata accolta.

A spezzarlo, questo silenzio capace di gridare, solo i singhiozzi di mamma Jeet. Una folla quella che ieri ha voluto abbracciare la famiglia: tra loro anche Amrinder Shergill, il diciannovenne che domenica da quel terribile volo è uscito vivo. Tra loro anche la mamma di Amritpal Singh e Balpareet Kaur, i due ragazzi di 18 e 16 anni deceduti nell’impatto: ha voluto esserci anche lei, assieme a due dei suoi sei figli, il più piccolo e la più grande. Dolore condiviso, composto, silente e rotto solo dal pianto delle mamme.

 

Il ricordo dell'amico fraterno

«Ci conoscevamo da quando avevamo tre anni: insieme alla scuola materna, nella stessa classe alla scuola elementare, separati alla scuola media ma assieme alle superiori. In questi 17 anni di amicizia non ho mai visto una volta Vishal triste o arrabbiato», lo racconta così Gianluca Puce quell’amico con cui è cresciuto quasi fossero stati fratelli, «una persona solare, capace di strapparti sempre un sorriso, di buttar lì la battuta per far divertire gli altri. Nel cuore, e forse è questa l’unica cosa che consola, il ricordo di una persona a cui volevano bene tutti».

Gli volevano bene quel piccoletto amico di Harman di cui Jeet era stata la baby sitter, la maestra di religione che ieri indossava una stola bianca (il colore del lutto) e portava in dono un’orchidea dello stesso colore, gli volevano bene gli amici dei suoi genitori e i suoi, i compagni della 5ªC di informatica e telecomunicazioni ad articolazione informatica dell’Isiss Dal Cero di San Bonifacio, dove si era diplomato a giugno, e gli amici che si era fatto dopo. Un celebrante guida la preghiera, suona come un lamento che unisce le voci durante il rito: è un nome, Vishal, ad abbracciare chi la comprende e chi no.

Paola Dalli Cani

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